1. La "sfera di confusione" non appare solo dopo che si leggono determinati "tweet". In realtà, possiamo definirla una parte della funzione strumentale di un difrattometro, e in particolare a raggi X. Cercherò di essere meno tecnico possibile.
2. Sarà un "thread" lungo, ma spero di lanciare il messaggio giusto.
Lavoravo presso un'azienda che progettava e costruiva strumenti per "strutturistica chimica diffrattometrica" e mi occupavo di ricerca e sviluppo. Ma soprattutto di collaudo finale degli strumenti.
3. Un diffrattometro classico è sostanzialmente costituito da una sorgente a raggi X fissa che irradia il campione che diffrange la radiazione e.m. a vari angoli. rilevata tramite un detector mobile.
4. Stavamo collaudando un nuovo prototipo dove anche la sorgente si muoveva. Un tubo RX classico pesa molto: pensate solo alla protezione in piombo e al cavo in c.c. con intensità di corrente notevoli. Mantenere una geometria regolare in movimento non è facile.
5. Dopo alcune prove mi presi la libertà di suggerire agli ingegneri che forse bisognava applicare un contrappeso al braccio che sorregge il tubo RX. Ne scaturì l'ilarità e la solita irriverenza verso i chimici.
6. Ma io sapevo che la "sfera di confusione" e la funzione strumentale soffrivano la deriva geometrica dovuta alla mancanza di un contrappeso. Poco male sfruttai le mie conoscenze dei laboratori di fisica sperimentale universitari e me ne feci una ragione.
7. Mi ricordai del principio di funzionamento ottico del "galvanometro balistico", praticamente un amperometro molto sensibile. Mi procurai un laser giocattolo e la mattina molto presto lo fissai e allineai sul braccio della sorgente.
8. Arrivati in azienda gli ingegneri chiesi ad uno di appoggiare un pezzo di cavo di qualche decina di grammi sul braccio della sorgente: "voilà" la traccia fascio laser, proiettata a distanza sul muro, si sposto significativamente da poterla quantificare.
9. Ad un primo momento i miei colleghi iniziarono con lo sfottò, ma nel frattempo qualcun altro assisteva alla scena. Ebbene dimostrai con il goniometro in movimento, misurando gli scostamenti, come si propagava e progrediva l'errore sistematico geometrico sulla calibrazione.
10. Mi permisi anche di calcolare posizione ed entità del contrappeso. Cosa che già nelle applicazioni con soluzioni provvisorie ridusse di molto la "sfera di confusione" e migliorò notevolmente la funzione strumentale.
11. Stranamente venni convocato dalla proprietà e "ammonito" per la mia iniziativa: non dovevo creare tensioni. Fui sorpreso, ma da quel momento avevo capito che dovevo andarmene.
12. Morale: l'interdisciplinarietà delle scolarizzazioni ed esperienze è fondamentale per il progresso, ma purtroppo in questo Paese è sempre stata ostacolata da convinzioni ottuse e miopie imprenditoriali ancora troppo diffuse. Ci vuole dialogo e non muri tra le professioni.
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Qui su Twitter mi è stato chiesto: "E l'arsenico dove lo mettiamo?". Risposi: "Con i vecchi merletti". Le mura di casa sono da sempre luogo di protezione e sicurezza. Peccato che le nostre esigenze estetiche ne abbiano pregiudicato a volte la salubrità. (1/14)
Clare Boothe Luce fu ambasciatrice delgi Stati Uniti in Italia negli anni '50 del secolo scorso. Durante la sua permanenza nel nostro Paese iniziò a manifestare i classici sintomi da avvelenamento. Erano i primi anni di guerra fredda e le speculazioni non mancarono. (2/14)
Ma l'avvelenamento da arsenico aveva un risvolto troppo letterario e se volete banale. Allontanatasi dalla residenza la sua salute migliorò notevolmente e si riprese. Rimaneva il mistero. (3/14)
Lo ricordo bene: era il giorno del mio trentaquattresimo compleanno quando successe il fatto, ma lessi la notizia tempo dopo. Il Mars Climate Orbiter si era schiantato sulla superficie del pianeta rosso perché gli ingegneriri della Lockeed-Martin forniva al controllo di (1/10)
volo della NASA i dati in unità imperiali, invece del sistema metrico SI utilizzato da tutti glia altri partecipanti al progetto e alla missione. La cosa fece scalpore in quanto si annoverava il continuo problema dei sistemi di unità di misura, cosa che otto anni più (2/10)
tardi mi coinvolse personalmente. Oman, 2007. Impianto petrolifero. Un caro e lontanissimo amico mi chiama dopo tanti anni, esordisce chiedendomi se ho il passaporto valido. Rispondo di no. Lui, confuso dalla notevole differenza di fuso orario, mi sollecita comunque a (3/10)