In Sicilia c'è stata una guerra. In ogni guerra ci sono atti di eroismo e viltà, trattative, tradimenti, patti mancati, vittime collaterali e operazioni di intelligence. È stata una guerra sporca, una guerra di confine, sangue e merda. [Long thread 1/12] #trattativa #mafia #Ros
Alla fine della guerra abbiamo avuto il più lungo periodo della storia repubblicana senza stragi, attentati e omicidi eccellenti. Una guerra ha patti e tradimenti continui, veloci, immorali.
[segue 2/12]
I Ros sono stati come gli anti-eroi di Ellroy. Si sono sporcati le mani in un dirty job senza limiti, con un obiettivo principale: non la fine della mafia ma la fine della sua epopea stragista.
[3/12]
Eppure c’è una verità di fondo: i Ros pur muovendosi spesso come un corpo separato dello stato – e un’autonomia investigativa da fiction tv – non hanno agito a favore di Cosa nostra, quella semmai è una conseguenza non voluta. Hanno agito per lo Stato, a suo nome. [4/12]
Ora, le cose sono due: o lo Stato si prende la briga di proteggere con il segreto quelle condotte (come è avvenuto per il caso Abu Omar) o li molla. [5/12]
I Ros nella Palermo del ’92-’94 ricordano il Mister Wolf di Tarantino, risolvono problemi. Il come non ha importanza per chi li investe di un potere operativo quasi assoluto.
Il problema è stato risolto. Ci sono stati morti, tradimenti e immani tragedie.[6/12]
Di quella stagione sappiamo molto, ma certe verità rimarranno indicibili: niente scuse per l'utilizzo della tortura nelle carceri come strumento di pressione o per la mancata protezione del giudice Borsellino o per aver portato in aula una verità falsa su via D’Amelio. [7/12]
La guerra sporca di Palermo è avvenuta anche tra partiti in divisa – quello della Polizia e quello dei Carabinieri – e loro sotto-fazioni. E’ avvenuta nella magistratura. Ognuno con il proprio pentito di fiducia, con i suoi confidenti e i suoi metodi. [8/12]
E’ avvenuta sui media, con i cronisti divisi tra chi faceva l’addetto stampa della Polizia e chi il megafono dei Carabinieri.
Anche qui ci sono verità indicibili. [9/12]
C’è l’avvio di una stagione dell’antimafia popolare – alimentata anche da un sentimento di profonda vergogna collettiva – che si chiuderà nel cupio dissolvi di parole vuote e miti abbattuti, di inefficienze e carrierismo. [10/12]
Paolo Borsellino chiarì la questione di potere tra Mafia e Stato con poche parole, queste: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. [11/12]
Alla fine nei libri di storia rimarrà una verità: Riina ha perso la sua partita più importante, ha causato una debacle storica per la sua organizzazione e chi lo ha sostituito non ha né voluto né saputo rimettere in piedi il giocattolo, la guerra allo Stato. [12/fine]

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