#Thread#greenpass#NoGreenPassObbligatorio
Oggi siamo stati alla "Giornata Nazionale dello Studente", dove i potentucoli di turno si sono incontrati con la pretesa di discutere il futuro dell'università (e agli studenti non era permesso intervenire).
Quando si parla di studenti, si intendono tutti o solo alcuni?
Perché l'università che immaginate è sempre più genuflessa alle dinamiche di mercato?
Perché si è introdotta una misura discriminatoria come il #greenpass nel posto che dovrebbe essere il più libero in assoluto?
Alcune delle domande che avremmo voluto porre, se ci avessero interpellato.
Così siamo entrati in sala comunque e abbiamo lasciato dei volantini, nella speranza che a qualcuno, leggendoli, sovvenga almeno un dubbio.
Abbiamo tenuto una nostra assemblea e partecipato poi ad un'altra assemblea studentesca prevista sempre nella città universitaria.
L'intervento di una nostra studentessa voleva essere un appello ad una convergenza studentesca affinche' non si sorvoli su una discriminazione
che sentiamo sulla nostra pelle. Riteniamo che i gruppi studenteschi conflittuali debbano essere uniti nelle loro rivendicazioni, pur con parole d'ordine diverse e differenze, e che un'analisi delle cause della crisi universitaria non possa in alcun modo prescindere
da un netto rifiuto di una misura violenta e discriminatoria come il #greenpass.
Serve un fronte compatto che possa realmente portare avanti delle rivendicazioni e delle battaglie giuste, senza paura di strumentalizzazioni o stigma sociale, che abbia il coraggio di prendere
la posizione dei più deboli, degli oppressi dallo stato, quindi anche di chi si vede privato dei diritti fondamentali soltanto per l'esercizio legittimo di una libera scelta in materia di salute, che diventa problema socioeconomico quanto il caro libri o l'aumento delle bollette.
C'è bisogno di immaginare un'università e una società nuova, con logiche e modalità diverse, che non sia quella che hanno in programma per noi.
Domani parleremo anche di questo in piazzale Aldo Moro, dalle 14 in poi, assieme a numerosi ospiti e docenti.
La battaglia va avanti.
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Ieri, in un piazzale Aldo Moro gremito di studenti e cittadini si è tenuto l'evento "fuori dagli schermi". La forma è stata quella del dibattito libero con i professori. 1/6
Il prof. Fabio Grassi ha parlato di forme di controllo nella storia, il prof. Di Branco ha affrontato il tema dello stato d'eccezione nell'Islam, all'origine del Califfato.
Alessia ha portato la sua testimonianza di vita pesantemente condizionata dal #greenpass. 2/6
Noi studenti abbiamo raccontato il percorso fatto dal movimento in questi pochi mesi.
Ha preso parola poi l'antropologa Cristina Zavaroni, esperta in etnopsichiatria, che ha aperto interrogativi sul rapporto tra individualità e società occidentale, 3/6
Ieri il Pdr ha detto che i giovani devono mettersi in gioco e rischiare. Bene, perché mai dovremmo metterci in gioco e rischiare per questo sistema? Già molti lo hanno fatto, e in cambio di cosa? Della propria vita, o di lavori precari per sopravvivere 1/
Quindi, caro Presidente, ci dia un motivo valido per metterci in gioco e rischiare per un sistema che ci mette uno contro l'altro, ci vuole sudditi e in caso ci elimina pure. Noi ci siamo messi in gioco per abbattere questo sistema morente e tossico 2/
Per ricostruire, dalle vostre ceneri, un sistema che tenga alla crescita e formazione, che si preoccupi della nostra salute mentale e fisica, che ridia il piacere della collettività e comunità. Un sistema che insegni i valori di appartenenza nazionale 3/
La delusione nei nostri coetanei è indescrivibile. Ormai assorbiti dalla propaganda continua e indottrinamento a livello scolastico, sono il futuro di questa distopia: Obbedienti, "moderati", servili e acritici. /1
Il nostro processo di crescita è fatto di indottrinamento continuo: all'obbedienza nelle istituzione, al non contestare tuoi superiori, a non avere un'opinione se non quella degli "esperti", e soprattutto ad esprimerci con moderazione in ogni cosa. /2
Un sistema che educa all'apatia sociale e all'esclusione delle persone attive ed emotive, classificate come dei "Soggetti". Creano già da subito la tendenza a fidarsi di chi è moderato, presentabile e falsato, contro chi è reale e si esprime in modo diretto e con passione /3
"La vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.
Le immagini che si sono distaccate da ciascun aspetto della vita si fondono in un corso comune, dove l'unità della vita non può più essere ristabilita.
La realtà parziale si dispiega nella propria unità generale in quanto pseudo-mondo a parte, oggetto di sola contemplazione.
La specializzazione delle immagini del mondo si ritrova nel mondo autonomizzato dell'immagine, dove il menzognero ha mentito a sé stesso.
Lo spettacolo in generale, in quanto inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non-vivente."