Fa male #Landini a dire che non si sciopera per dividere, uno sciopero serve eccome per dividere: chi è per i diritti da quelli che non lo sono.
1)
Mai come in questi ultimi anni, diciamo da quando è arrivato renzi il diritto di sciopero è stato svilito, abbiamo sentito di tutto, l'amico finanziere di renzi che voleva abolire lo sciopero perché gli fa perdere gli aerei,
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la solita solfa che si ripete puntuale sullo sciopero del venerdì che serve ad allungare il fine settimana in un'epoca in cui il lavoro è spalmato sui 7 giorni e sulle 24 ore.
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Anche nel '43 il regime fascista dichiarò “un fatto incredibile e inaspettato” l'ondata di scioperi iniziata a Torino, quando centomila lavoratori si mobilitarono per protestare contro condizioni insostenibili.
4)
Gli scioperi iniziati il 5 marzo 1943, durati più di quaranta giorni, segnarono l'indebolimento del regime e furono il preambolo della caduta di mussolini.
All'epoca lo sciopero era considerato un atto illegale, eversivo.
5)
Dopo quasi ottant'anni siamo di nuovo da capo a dodici; di nuovo si prova a spacciare lo sciopero come un atto eversivo, questo perché non è mai stato ben compreso che i diritti non sono a tempo indeterminato e se non li difendiamo un tiranno che ne approfitta si trova sempre.
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Io >frase< MA è sempre un'operazione disonesta di giustificazionismo.
Io non sono razzista MA significa che tutto sommato nel razzismo si può intravvedere la ragione della sua esistenza. Idem per il fascismo.
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Io non voto, non ho votato, non voterei renzi, o salvini o berlusconi MA, significa che tutto sommato quello che fanno e dicono i renzi, i salvini e i berlusconi non è sempre sbagliato e invece sì, se quel MA significa anteporre il fatto di stare da un'altra parte
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Io non sono cattolic@ MA 'questo papa' e a seguire tutto quello che dovrebbe far innamorare di questo papa anche chi non è cattolic@ significa che tutto sommato il papa va bene sia quando lancia gli anatemi contro le donne che abortiscono, i ginecologi "killer"
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La vicenda di #Assange è perfettamente speculare a quella di Patrick Zaki: entrambi incarcerati senza un processo, senza una sentenza ma soprattutto senza un reato.
1)
La differenza è che in Italia la liberazione di Zaki in attesa della sentenza definitiva ha occupato tutte le prime pagine dei giornali, tutti i programmi tivù e ha meritato anche l'applauso del capo dello stato,
2)
di #Assange invece non si deve parlare se non in modo scarno e per questioni di cronaca. La maggior parte dei giornalisti, politici, artisti che in questi ultimi due anni hanno preso giustamente posizione contro il trattamento inumano riservato a Zaki
3)
Giusto, allora la federazione della stampa italiana e il sindacato dei giornalisti Rai spieghino come mai sulla vicenda di #Assange la quasi totalità dei giornalisti italiani ha scelto la via dell'omertà. 1)
Le battaglie per le giuste cause non si portano avanti col silenzio e l'indifferenza.
2)
I grandi media italiani di #Assange non parlano e non scrivono, non lo fanno nemmeno quelli che hanno attinto da #WikiLeaks confezionando articoli che qualcuno avrà pagato.
3)
"Non si può scrivere un articolo nella speranza che non rovini la cena di nessuno".
[Julian #Assange] 1)
L'Italia, repubblica democratica occidentale, potenza mondiale, col suo 41° posto è fra gli ultimi paesi europei nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa ed è il paese che solo qualche giorno fa ha negato ad #Assange lo status di rifugiato politico.
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Al parlamento italiano, così fintamente attento ai diritti umani ai quali si guarda solo in base a chi li viola, la Russia sì, gli stati uniti no, l'Arabia ni va benissimo che un innocente perseguitato da undici anni, imprigionato da tre in un carcere di massima sicurezza
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Nel 2019 tutta la Francia fu paralizzata da settimane di scioperi contro la riforma delle pensioni e le proteste funzionarono perché la legge fu rivista e anche l'età della pensione.
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Lo sciopero in Francia è una cosa molto seria e ad unirsi alle proteste sono anche quei cittadini che non avrebbero nessun motivo di protestare. Si chiama solidarietà sociale.
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Qui invece abbiamo il garante che dice che lo sciopero viola la franchigia e bisogna rimodulare la data. Ma del resto il nostro spread con la Francia è sempre quella rivoluzione che i francesi hanno fatto e gli italiani no.
3)
Questa cosa di partecipare alle feste di partito degli avversari come se fosse un obbligo da assolvere a tutti i costi è una scemenza.
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Specie se gli avversari sono molto ma molto distanti.
Quando la politica era una cosa seria e destra e sinistra stavano ognuna al posto suo Giancarlo Pajetta disse: “noi coi fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile del ‘45”.
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Da un bel po’ di anni invece si assiste a queste grandi ammucchiate dove tutti si invitano a vicenda, grandi sorrisi, photo opportunity e ci fosse mai qualcuno che dica “no, grazie”.
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