Thread by @marattin

SE CONTASSERO I VALORI ASSOLUTI, SAREBBE GIUSTA LA FLAT TAX. Piccolo viaggio nelle contraddizioni della posizione dei sindacati di questi giorni, che sembrano scioperare per chiedere la flat tax. 1/n @cgilnazionale @UILofficial @riccardo_sanna

La motivazione principale addotta da (alcuni) sindacati per contrastare la riforma è che i vantaggi in termini assoluti (= di euro) non sono decrescenti al crescere del reddito: non sono, ad esempio, 500 euro per i “poveri”, 300 ed i “medi”, 100 per i “ricchi”. Secondo loro..2/n

l’unica riforma giusta è quella che fornisce vantaggi decrescenti in valore assoluto, man mano che il reddito imponibile cresce. A questa critica abbiamo già risposto in due modi: i) i 18 milioni di contribuenti nel primo scaglione pagano in media 12 euro al mese di Irpef, e..3/n

i 32 milioni di contribuenti entro i primi due scaglioni ne pagano 98. Non c’è quindi materialmente margine per riduzioni incisive in valore assoluto. ii) il modo corretto per valutare i benefici è in rapporto all’imposta pagata o - come accade per le grandezze di finanza ..4/n

pubblica - in rapporto al reddito. Ma gli “irriducibili” continuano a dire no: secondo loro il modo corretto è guardare i valori assoluti: devono essere decrescenti se si parla di benefici, e crescenti se si parla di imposta da versare. C’è però un piccolo problema: 5/n

Se fosse così, sarebbe equa la versione più estrema della flat tax (aliquota unica senza alcuna deduzione). Immaginate infatti di avere una flat tax al 15%.Chi guadagna 10.00 paga 1.500; chi 50.000 paga 7.500, chi 100.000 paga 15.000. E poiché 15.000>7.500>1.500, allora è ok. 6/n

Secondo la logica che i sindacati stanno portando avanti in questi giorni (e su cui hanno proclamato il primo sciopero generale dopo 7 anni), la flat tax sarebbe quindi equa. Invece, ovviamente, per contestare la flat tax si è sempre usato l’argomento secondo cui a dover… 7/n

aumentare, al crescere del reddito, non è il prelievo in valore assoluto, bensì la percentuale di reddito prelevata: ad esempio, il 15% per i “poveri”, il 25% per i “medi”, ecc. Cioè, per contestare la flat tax si dice che contano le percentuali, e non i valori assoluti. 8/n

Per contestare la riforma Irpef del governo Draghi, invece, improvvisamente contano i valori assoluti e non le percentuali. C’è qualcuno in grado di spiegare questa evidente contraddizione? Ne guadagnerebbe il dibattito pubblico di questi giorni. 9/9