Come sta vivendo la galassia sovranista in Italia il conflitto in Ucraina?Così come successo nelle prime settimane di Covid, quando la narrativa sul "nemico comune" sembrava troppo schiacciante, gli influencer e leader si nascondono, elaborano pensosi excursus storici.
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Perché uno dei tratti distintivi del nazional-populismo (anche di sinistra) è quello di essere sostanzialmente in sintonia con le maggioranze: quasi sempre maggioranze dirette verso il "centro", ma un "centro" profondo e non progressista, che si allinea col sentire comune. (2/x
Al momento l'invasione è indifendibile. Ma se e quando a causa delle sanzioni aumenteranno le bollette, la narrativa dei sovranisti cambierà (così come la campagna politica sul Covid: dalla chiusura frontiere e "mancano i vaccini" ad aperturismo + "miocarditi tra giovani". (3/x)
E però c'è una tensione di fondo, tra i sovranisti: da un lato, i civili della classe media ucraina che difendono la patria dall'invasione sono un'immagine potente, che evoca un immaginario a lungo modellato da loro stessi (cfr. il Pertini con le "mazze e le pietre", etc.). (4/x)
Dall'altro lato però c'è il mitologico Putin, l'ultima «white hope» dei dissidenti, l'icona da opporre al liberalprogressismo clintoniano, l'incarnazione della Grande storia che riparte dal freddo, il nostro amico naturale che ci verrebbe strappato da americanofili e servi. (5/x)
Un'altra contraddizione del sovranismo è che, mentre in patria mitizza la classe media "impoverita", e identifica il Paradiso Perduto a cui tornare negli anni Ottanta, alla classe media ucraina (o baltica, o balcanica) aspirante a Bruxelles e all'Eurovision augura l'inferno.(6/x)
In altre parole la riscossa borghese a base di stampa di moneta&domanda interna vanno bene solo per il proprio spazio etno-nazionale; i corrotti alleati del clintonismo invece è bene che scelgano la "neutralità" (imposta da Putin), l'eurasianismo, le steppe, l'ex CSI.
Mmm.
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Una exit strategy narrativa, per i segmenti sovranisti, una volta che l'Ucraina resterà in rovine, potrebbe essere economica: l'UE e l'Italia che legge ZeroCalcare hanno fatto troppa austerità e policy green anziché costruire centrali e stampare moneta per le bollette! (8/x)
Secondo questa visione, non solo non ci siamo resi autonomi, ma ci siamo anche "suicidati" economicamente per l'Ucraina, paese visto come corrotto moralmente e drogato dall'eurofilia. E tuttavia, la brutalità di Putin lo renderà a lungo "inutilizzabile" per i sovranisti. (9/x)
Come evitare allora che anche un eventuale fallimento dell'imperialismo russo si trasformi in un argomento per le destre populiste radicali? Provare a essere saggi: usare la politica fiscale UE per controbilanciare l'aumento dell'inflazione e la stagnazione che verranno. (10/x)
La guerra economica, oltre che sul fronte esterno (sanzioni, esclusioni, sostegno economico all'Ucraina) va combattuta anche su quello interno, con intelligenza, per non ritrovarci con gli opportunisti e tribuni del putinismo ringalluzziti per i soliti demeriti altrui. (11/fine)
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Il manifesto degli «studenti contro il green pass» mostra, come già altre attività pubbliche di questo network negli ultimi mesi, «la convergenza tra spinte nazionaliste e contraddittoriamente stataliste 'di sinistra' e pulsioni irrazionaliste contro i vaccini» (@brun_montesano).
Gli account Twitter e Telegram della rete di protesta vanno ben oltre, essendo impostati come contenitori populisti purissimi o amplificatori di messaggi provenienti dall'area dissidente di destra (Borgonovo, Maglie, Borghi, etc.) o di influencer esplicitamente no vax.
Probabilmente, come per altre operazioni di questo tipo, l'aggettivo studentesco è una maschera per segmenti molto più "tradizionali", ma in questo piccolo fiotto magmatico c'è l'abbozzo di un M5S 2.0 che verrà, e proverà ad accaparrarsi i delusi da Conte&Salvini e non votanti.
1/ Loredana Lipperini ha ricordato il festival dei poeti di Castelporziano del 1979, realizzato con il contributo decisivo dell'assessore Renato Nicolini:
2/ Nonostante siano passati decenni, è impossibile nominare l'evento senza pensare a quella che è stata chiamata, con scherno, la Ragazza Cioè, quella che interrompeva i poeti ripetendo le stesse frasi: «… cioè, perché non ti interessano le mie vibrazioni?
3/ Cioè non penso che non aggio parlato… il tempo che sono stata qui… […]… cioè a sto punto penso che c’è comunicazioni mie, vibrazioni mie, tutto quello che sento io sia totalmente eliminato, cioè per che cosa, cioè chi giudice supremo che decisione…».
🧵Thread su quello che sta succedendo oggi a Trieste!🧵
La cosa più importante da sapere è che il movimento no-green pass nella città del Nord-est si è diviso in due coordinamenti:
«No Green Pass»
«15 ottobre»
La loro divergenza strategica è ormai netta e definitiva. 1/14
La differenza è di metodo, forma e contenuto.
«No Green Pass» è animato dai triestini e da una fetta dei portuali che protestano da settimane, e sta cercando riprendere in mano il pallino della mobilitazione (nell'unione tra vaccinati e non vaccinati) dopo vari inciampi. 2/14
Il gruppo «15 ottobre», adesso predominante, ha imposto invece una prevedibile virata verso il fanatismo antivaccinista: la distinzione no-vax/no-green pass, già labilissima per forza di cose all'inizio delle proteste, è ormai saltata. 3/14
Nel coordinamento dei #portualidiTrieste c’è dentro di tutto. Il collante ideologico di partenza è l’indipendentismo, con la rivendicazione dell’extraterritorialità del porto. Il presidente Grison vota a destra. Gli ultras della Triestina presenti nel sindacato di Forza nuova.
Qualcuno si professa no vax, ma nel Comitato direttivo i vaccinati sono 12 su 15. Puzzer è un fuoriuscito della Cisl. Molti sono ex della Cgil. Volk, del direttivo, si definisce “comunista che si trova meglio con i fascisti“. Una nuova working class trumpiana è nata in Italia.
I #portualidiTrieste si sono affidati alla Fisi, con sede a Eboli (Salerno) una sigla sconosciuta che ha come leader il noto medico no vax Dario Giacomini e Pasquale Bacco, in passato candidato alle elezioni politiche con CasaPound e sindaco a Bitonto con la Fiamma Tricolore.
Motivi per cui potrebbe essere sopravvalutata la minaccia #nogreenpass nei trasporti: a Genova i terminalisti non si aspettano problemi e la Compagnia Unica ha, ad oggi, trasmesso rassicurazioni. Su 1.100 lavoratori, 200 circa non sono vaccinati ma non si annunciano scioperi.
Situazioni non diverse si registrano a La Spezia, dove quasi il 90% dei lavoratori risulta vaccinato e anche a Livorno, dove su 170 lavoratori ve ne sono circa 20 che dovranno sottoporsi al tampone, ed hanno ottenuto dall'azienda un prezzo calmierato a 5 euro.
Il vero focolaio di tensioni è Trieste, dove il presidente dell'autorità portuale ha minacciato le dimissioni in aperto dissenso coi lavoratori. Chi di porti se ne intende però dice che le linee container ci metterebbero a farsi spostare a Capodistria o a Fiume.
Una impasse come quella dei portuali di Trieste doveva essere prevedibile, a tre mesi dell'invenzione del green pass, da parte del cosiddetto «governo dei migliori». Poiché: [thread]
- è un settore chiave in un momento in cui #mancalaroba e stanno saltado supply chain globali;
- è un segmento ad alta sindacalizzazione che può compattarsi meglio contro un obiettivo specifico, qualunque sia la ragione dello stesso (a differenza del terziario avanzato);
- è un segmento composto prevalentemente da maschi di mezza età: e infatti il 40% non si è vaccinato;
- la concessione, tardiva, di un tampone gratuito solo per questa categoria, senza alcun ragionamento di tipo reddituale o scientifico, è oggettivamente una figuraccia per chi la propone e rivela una confusione clamorosa;