Così @Don_Lazzara: "Non appartengo a nessun schieramento".
Sarà vero? Gli appelli alla pace del prete filosalviniano saranno sinceri, ispirati da buoni propositi cristiani, equidistanti?
Spoiler: un rapido giro tra i suoi tweet del passato sembra smentire quello di oggi.
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Con la rielezione di Putin del 2012 il commentatore in clergyman si eccita: è in arrivo una nuova primavera, per questo USA e Occidente vorrebbero farlo fuori. In pieno orgasmo vladimirolatrico invita persino Erdogan a preparare le valigie...
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Schierato contro Soros, nel più genuino stile complottista, il sedicente "pacifista" difende a spada tratta l'innocenza di Putin: lui che ricostruisce la Siria, lui che benedetto dal Patriarca di Mosca è colui il quale insieme ad Orban (!) protegge i cristiani della regione.
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Il reverendo è folgorato dai tratti democratici dei suoi idoli: ciò che fa Putin non è mai successo dalle nostre parti, lo schierarsi di Salvini per la pace e contro la III guerra mondiale è equivocato dai media.
Anzi, denuncia la vera malattia dei detrattori: #hastatoputin
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Si può dunque concludere: gli appelli alla pace di questo "semplice sacerdote" sono sospetti perché viziati da anni di propaganda putiniana e schierati in modo nemmeno tanto nascosto.
Un mediocre attore, questo prete, nell'accezione greca del termine (ὑποκριτής, ipocrita).
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Anche se la stima e la vicinanza personali verso ogni cittadino russo che disapprova l'operato del suo Governo restano immutate, la responsabilità delle scelte nazionali è sempre da attribuire ad un popolo in virtù della solidarietà collettiva che lo caratterizza.
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Facilmente si tende ad identificare nella persona che governa pro tempore la responsabilità di scelte criminali. Questo è solo parzialmente vero e non esime il popolo da esercitare un controllo su coloro che lo governano. Nemmeno giustifica i cittadini costretti a obbedire.
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Un apparato nazionale non è composto solo da soldati inviati a combattere o da poliziotti inviati a reprimere. Persino l'economia è solo un settore della vita nazionale, importante certo ma parziale.
La responsabilità collettiva del popolo è solidarietà di bene e di male.
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Mi si chiede se si sia sbagliato atteggiamento verso i #novax, se non sia possibile perseguire un diverso approccio.
Immagina per un momento... segui il mio discorso... fai finta che io sia un convinto #novax#nomask#antivax eccetera al punto da rifiutare l'ossigenoterapia.
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Pensa che io creda che il 5G con i nanotubi di metalli inoculati per mezzo di un misterioso genoma modificato in un vaccino sperimentale potrebbero farmi generare figli satanici e che con un telecomando i poteri oscuri potrebbero farmi morire per cottura del sangue a 50 °C...
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... e tutte le altre caxxate che hai letto e sentito.
Pensa per un istante che io non dubiti di quelle ma che sospetti invincibilmente che bigpharma, soros, i savi di sion, gli illuminati, bilderberg, siano confluiti tutti nel Nuovo Ordine Mondiale per conquistare la Terra.
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L'aiuto ricevuto da Francesca con cui ci seguiamo su TW mi ha dato un'idea. Francesca ha raccolto un mio sfogo e l'ha trasformato in un gesto concreto: #EccomiQui
Un gesto di sostegno per un ospite della Struttura in cui opero.
Così ho pensato: perché non coinvolgere altri?
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Da noi servono molte cose: dai calzini al sapone per le mani (per gli ospiti meno abbienti), da una pistola a colla agli strumenti a percussione ad una macchina per il caffè (per microprogetti riabilitativi).
Spesso è stato il personale a portare le cose da casa...
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Ho detto loro: "Chiediamo aiuto". Le Terapiste della Riabilitazione Psichiatrica mi hanno promesso di aggiornarmi in tempo reale sui bisogni che pubblicherò su una wishlist nel mio account Amazon.
28 ospiti in 2 comunità vivono qui stabili, 40 in 2 reparti ruotano.
Un'azienda pare decisa a trasferire la produzione altrove. La scelta di delocalizzare viene motivata con la diminuzione dei costi per essere maggiormente competitiva. Ciò significa licenziamenti da una parte e assunzioni dall'altra.
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Se un'azienda realizza un prodotto pur di qualità ma a prezzi fuori mercato, è inevitabile che perda clienti. E se perde clienti entra in crisi ed è costretta a interrompere la produzione.
Come trovare un giusto compromesso tra costi di produzione e attenzione ai lavoratori?
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Inoltre: se delocalizzare significa creare altrove posti di lavoro che consentiranno ad altrettante famiglie di avere un reddito, in che modo risolvere il conflitto tra lavoratori?
Infine, il ruolo dello Stato: è giusto o no che la collettività intervenga economicamente?
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