L'aiuto ricevuto da Francesca con cui ci seguiamo su TW mi ha dato un'idea. Francesca ha raccolto un mio sfogo e l'ha trasformato in un gesto concreto: #EccomiQui
Un gesto di sostegno per un ospite della Struttura in cui opero.
Così ho pensato: perché non coinvolgere altri?
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Da noi servono molte cose: dai calzini al sapone per le mani (per gli ospiti meno abbienti), da una pistola a colla agli strumenti a percussione ad una macchina per il caffè (per microprogetti riabilitativi).
Spesso è stato il personale a portare le cose da casa...
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Ho detto loro: "Chiediamo aiuto". Le Terapiste della Riabilitazione Psichiatrica mi hanno promesso di aggiornarmi in tempo reale sui bisogni che pubblicherò su una wishlist nel mio account Amazon.
28 ospiti in 2 comunità vivono qui stabili, 40 in 2 reparti ruotano.
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Alcuni sono economicamente autosufficienti. Altri per nulla.
Perciò ogni mese si presentano nuove esigenze.
Chiedo a chi può di scegliere un prodotto dalla wishlist e donarlo. Accompagnatelo con un messaggio. Non vi conoscerete, ma a chi lo riceverà farà piacere leggervi.
Un'azienda pare decisa a trasferire la produzione altrove. La scelta di delocalizzare viene motivata con la diminuzione dei costi per essere maggiormente competitiva. Ciò significa licenziamenti da una parte e assunzioni dall'altra.
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Se un'azienda realizza un prodotto pur di qualità ma a prezzi fuori mercato, è inevitabile che perda clienti. E se perde clienti entra in crisi ed è costretta a interrompere la produzione.
Come trovare un giusto compromesso tra costi di produzione e attenzione ai lavoratori?
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Inoltre: se delocalizzare significa creare altrove posti di lavoro che consentiranno ad altrettante famiglie di avere un reddito, in che modo risolvere il conflitto tra lavoratori?
Infine, il ruolo dello Stato: è giusto o no che la collettività intervenga economicamente?
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Secondo me no. Secondo me si perde il senso di "tassa" e si perde il significato di "solidarietà".
Nella confusione irrazionale (cfr Censis) di questi anni ci mancava solo la melassa politica.
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"Tasse" come modo civilissimo di contribuire alle spese del "condominio statale" (sanità, istruzione, difesa, infrastrutture...) in linea generale si considerano balzello oneroso a carico di chi lavora.
In Italia la pressione fiscale è tra le più alte della UE, i giovani sono i più penalizzati nella crescita, la spesa pubblica lievita per protezione sociale mentre il lavoro nero è stimato a livelli paradossali.
Pagare le civilissime tasse sarà bellissimo ma sono spese male.
Gira in rete una frase ("L'idiota considera falso tutto quello che non è in grado di comprendere") attribuita a S. Tommaso, che leggo per la prima volta grazie a @LzStefano.
S. Tommaso (che comunque scriveva in latino) l'ha detta davvero? E se sì, in quale delle sue opere?
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Credo che @galatacla e @fragiovanniop siano ben più titolati di me a rispondere a queste domande.
Da parte mia posso dire solo che non mi risulta tra gli scritti di Tommaso una frase latina corrispondente alla traduzione italiana.
Però tale osservazione non è tutto...
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In realtà nel commento della lettera ai Galati (cap. 3, lectio 1) Tommaso parla di qualcosa di simile relativamente all'"insensatus".
Chi è l'insensatus? Se sfrondiamo il termine del suo accento offensivo, si potrebbe quasi tradurre "idiota".
Il tema del 2021 era emblematico: "Salute Mentale in un Mondo Diseguale". Perché nei Paesi a reddito più basso è più difficile occuparsi di salute mentale. E anche nei Paesi a reddito più alto è più difficile per i poveri avere accesso alle cure.
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Sì, perché occorre ricordare che povertà e malattia mentale vanno insieme. Le difficoltà di stabilire relazioni, di avere una buona istruzione, di ottenere e mantenere un lavoro fanno parte della malattia mentale. E sono particolarmente invalidanti.
Quel piccolo schermo è cresciuto, tanti pollici o tanti canali, che differenza fa? Da biglietto da visita di una Nazione è diventato businnes internazionale.
Trasmetteva per poche ore pochi programmi, non poteva permettersi l'insuccesso o peggio l'inaffidabilità.
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Che ne sanno le giovani generazioni del monoscopio in attesa dei programmi? Oggi il segnale viaggia sui satelliti, non è più analogico, è digitale, e non di prima ma di seconda terza quarta generazione.
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La gioia dell'inizio delle trasmissioni. Chi la ricorda?
Perché le trasmissioni avevano un inizio e avevano una fine. E c'era anche la sigla.
Chissà quanti si saranno chiesti chi fossero gli autori delle musiche...