Tra gli organi di rappresentaza dei connazionali residenti all'estero è il CGIE ad occuparsi dei rapporti politici con la Farnesina e gli altri ministeri. I Comites svolgono una analoga funzione di rappresentanza ma a livello locale, dall'estero e prevalentemente (1/n)
nei rapporti con i consolati. Si svolgeranno nelle prossime settimane le elezioni per il rinnovo del CGIE, a votare saranno - tra gli altri- i Comites, e oggi, "inaspettatamente", il CGIE per la prima volta dopo anni (2/n)
durante i quali ha completamente ignotato i Comites, ha organizzato una (inutile) riunione sull'emergenza Ucraina, nella quale rivestono ruolo centrale proprio i Comites. ( qui la diretta fb.watch/bz0tsFperM/ )
Coincidenza? Proprio durante la campagna elettorale?
(3/n)
Il CGIE, controllato quasi militarmente dal PD e dalle sue emanazioni a livello locale (patronati, sezioni all'estero..), anche questa volta approfitta di una tragedia per fare campagna elettorale, cercare proseliti e pubblicità, cercare cooptazione e occupare posizioni.
(4/4)
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Anche i fatti d'Ucraina generano un enorme rumore di fondo.
Cerco di darvi notizie, qualche volta aggiungo commenti miei (personali, questo è un account non ufficiale).
Chi mi segue da un po' ha imparato a riconoscere le notizie che vi giro "per dovere d'ufficio" - (1/n)
utili cioè per sapere che sono state poste in circolazione. Sapete anche quanto sia importante contestualizzare la notizia, interpretandola anche in base alla fonte che l'ha prodotta o diffusa.
Sono cose banali, è bene ricordarle.
Non pubblico tutto, sapete anche questo.
(2/n)
Non voglio aggiungere ulteriore confusione a quel rumore di fondo, e già così il materiale che inserisco quì è molto.
Filtro e poi pubblico quello che ritengo interessante, seguendo i miei interessi: se vi piace bene, ne sono felice, se non vi piace me ne farò una ragione.
(3/n)
Inadeguato, per i noti motivi: carenza di preparazione personale, assenza di uno staff capace di sostenerlo, latitanza di un programma di partito prestabilito.
All'interno del suo partito imprigionato tra la linea movimentista del Dibba e quella più istituzionale di FMCast(1/n)
Abbandonato dal governo, impegnato su altre questioni. Il PdC segue lo stesso dossier su altri tavoli, tramite canali diversi, e lo lascia solo.
In Farnesina è stretto fra SG già a Pechino e GABI con esperienza a D.C.: sintesi ambiziosa, oltre le sue capacità.
(2/n)
Rimane allora in seconda fila (come nella foto del G7), nascondendosi nel multilateralismo: NATO, UE, G7/G20,OSCE, diventando postino delle posizioni altrui, senza capacità di elaborare una iniziativa autonoma - originale , utile al Paese.
(3/n)
Questa settimana in ambito Farnesina si sono svolte due attività, cabina di regia per l'internazionalizzazione e conferenza permanente Stato-regioni-province autonome-CGIE. Entrambe le occasioni potevano rappresentare un momento di riflessione (1/n)
sul perchè questo Paese sia precipitato nella recessione+disoccupazione+depressione+impoverimento+perdita prospettiva e tutte quelle cose che sappiamo grazie a chi ha avviato dieci anni fa il dibattito che sapete.
Invece nulla.
(2/n)
Siamo ancora fermi alla creazione del portali, alle sinergie, alla necessità di fare sistema e tutto quel ciarpame che continuiamo a sentire da venti o trent'anni, e che finisce sempre per tornare sulla redistribuzione di quello che manca: (3/n)
Vorrei esprimere qui ora qualche pensiero sull'accordo bilaterale con la Francia.
In premessa: distinguiamo tra contenuto e forma.
La forma non va: negoziare tenendo all'oscuro il Parlamento non va bene, per i motivi che sapete. A meno che non siano incluse clausole (1/n)
che richiedano particolare riservatezza, e allora si entra in un altro universo.
La normativa procedurale relativa ai trattati internazionali ed alle intese tecniche è nota e pubblica (seppur priva di allegati), ed è qui: esteri.it/mae/resource/d… . Se non piace
(2/n)
la si cambi subito, senza perdere tempo, è "solo" una circolare. Se fosse stata violata (?) lo si faccia presente, esistono gli strumenti. Se tutto va bene invece è inutile e controproducente lamentarsi.
Rimane ancora un lungo percorso affinchè l'accordo produca
(3/n)
Il "voto elettronico" all'estero verrà sperimentato, aprendo una strada di cui abbiamo parlato spesso.
Anche qui dobbiamo fare attenzione a cosa si intende con il termine che vogliono imporci: "voto elettronico" cosa significa? --> (1/n)
(2/n) - E infatti FdI non ha risposto, lasciando spazio ad ogni ipotesi. Per il voto all'estero "voto elettronico" si sovrappone al problema di dove votare: in un seggio o da remoto? E' questo lo snodo fondamentale, che per il voto in Italia non si pone (?) -->
(3/n) - All'estero il voto in presenza è difficilmente realizzabile, in ragione della polverizzazione della presenza dei nostri connazionali. In Italia invece la presenza dei seggi è capillare, il problema non esiste. -->