🇫🇷 Dunque #Macron ha già vinto? È certo di prolungare la propria permanenza all'Eliseo per altri 5 anni? La risposta è complessa. Ne parlo in un breve THREAD su quella che sarà la sua strategia elettorale.
Il 27,2% ottenuto da #Macron (questo il dato quando è stato scrutinato il 97% delle schede) è una risposta agli scettici. Quello di Macron non si è rivelato un consenso volatile. Il presidente non è una bolla di sapone scoppiata alla prima occasione utile.
Macron ha i voti.👇
Nel 2017, da perfetto outsider, ottenne il 24,01%. Oggi, in condizioni enormemente più difficili, dopo una presidenza funestata da varie crisi, con candidati in grado di coprire l'intero spettro elettorale, #Macron si è mostrato capace di creare la sua constituency.👇
Ciò non vuol dire che #Macron abbia già vinto. Ne è consapevole lui per primo. Non a caso, ieri sera, ha finalmente smesso i panni del presidente e indossato quelli del candidato: "Nei prossimi 15 giorni bisogna essere umili, determinati. Bisogna convincere tutti", ha detto. 👇
La vera campagna comincia oggi. La segreteria politica di #Macron ha annunciato che questo lunedì vedrà il presidente trascorrere l'intera giornata negli Hauts-de-France, nell'Alta Francia che rappresenta la roccaforte di Marine #LePen. Questo ci segnala un dato importante👇
#Macron ha intenzione di contendere a #LePen ogni singolo voto. Potrebbe sembrare un concetto scontato, ma non lo è. Significa che Macron ha già considerato la "variabile #Melenchon".
Il leader della sinistra radicale ha chiarito con inedita fermezza ai suoi elettori 👇
che "non bisogna dare nemmeno un voto a Marine #LePen". Perché fosse abbastanza chiaro, ha ripetuto la frase per 4 volte. Ma l'imprevedibilità di un ballottaggio è che qualsiasi "apparentamento" su carta si scontra con l'indipendenza dell'elettorato. Vi mostro un grafico: 👇
Questo sondaggio è stato svolto da Ipsos subito dopo i risultati del 1° turno. Fra gli elettori di #Melenchon, alla domanda "quale candidato avete più chance di votare?", il 34% dice #Macron, il 30% dice #LePen, il 36% non si esprime. Tutto è in gioco, per usare un eufemismo.👇
Questione cruciale. In gioco c'è il 22% di #Melenchon. Per cercare di avvicinare i suoi elettori, #Macron ha fatto delle aperture. "Sono pronto ad inventare qualcosa di nuovo per unire le diverse convinzioni e sensibilità". Di cosa parla? Di un nuovo partito? Presto per dirlo.👇
Quel che è certo è che #Macron dovrà camminare sul filo. L'analisi dei flussi suggerisce che abbia ereditato buona parte dei voti del cdx tradizionale, evaporato sotto la guida #Pecresse. Macron dovrà essere bravo a non alienarsi questo elettorato, aprendo a sinistra. Auguri.👇
Con ogni probabilità, comunque, il momento clou, quello in cui milioni di francesi decideranno per chi votare, indipendentemente dagli appelli dei leader estromessi dal ballottaggio, sarà il dibattito televisivo fra #Macron e #LePen. Si terrà il prossimo 20 aprile.
Solo allora capiremo se il fronte repubblicano si riattiverà, solo allora intuiremo se l'union sacrée di tutti (o quasi) i partiti sbarrerà la strada ad una presidenza #LePen.
Solo allora, sì.
Ma #Macron ha battuto un colpo. Ed è ancora il favorito di queste #presidentielles2022
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🚨🇮🇱🇮🇷🇱🇧 Documenti pensati per restare segreti. Diapositive di piani ambiziosi, forse arditi, per cancellare lo Stato Ebraico dalle mappe. Verbali salvati su un computer che mai avrebbe dovuto finire tra le mani dei soldati israeliani. E invece, nel bel mezzo di una perquisizione in un centro di comando sotterraneo di Hamas a Khan Younis, nelle profondità di Gaza, ecco l'IDF nell'atto di scoprire informazioni esplosive, alcune così gravi da mettere nuovamente sotto accusa il lavoro dell'intelligence; altre capaci di riscrivere (almeno in parte) la storia della pianificazione degli attacchi del 7 ottobre rispetto al coinvolgimento dei nemici di Israele.
E allora: quali sono le novità più importanti? 👇
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🚨🇮🇱🇮🇷🇱🇧 Iniziamo dai fatti. I verbali, recuperati in un'operazione risalente allo scorso gennaio, riguardano 10 riunioni di pianificazione tenute da un piccolo gruppo di leader politici e militari di Hamas. Ad ognuna di queste riunioni ha preso parte Yahya #Sinwar in person. Le informazioni provengono da 30 pagine di dettagli precedentemente non divulgati. Ma anche da lettere, registrazioni, presentazioni illustrate. A confermare l'autenticità dei documenti e la pratica di tenere traccia delle riunioni all'interno di Hamas è stato - tra gli altri - Salah al-Di al-Awawdeh, ex componente dell'ala militare dell'organizzazione terroristica, ora analista con sede ad Istanbul.
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🚨🇮🇱🇮🇷🇱🇧 I primi riferimenti all'azione che avrebbe poi avuto luogo il 7 ottobre del 2023 vengono registrati molto tempo prima dell'attacco.
Nel gennaio del 2022 i leader di Hamas discutono della necessità di evitare di essere trascinati in scaramucce minori. Il motivo è chiaro: occorre concentrarsi su quello che i protagonisti definiscono in più di un'occasione il "grande progetto" di Yahya Sinwar.
🚨🇮🇱🇱🇧 Clamoroso. Si parla di decine di feriti tra i membri di #Hezbollah a #Beirut e in tutto il #Libano. Le ricetrasmittenti dei componenti dell'organizzazione terroristica filo-iraniana sarebbero esplose contemporaneamente per effetto di un hackeraggio eseguito a distanza. Il Blog apre la diretta.
2/n 🚨🇮🇱🇱🇧 Al-Arabiya citando una fonte della sicurezza libanese: #Hezbollah sta invitando la sua gente ad abbandonare le radioline dopo le esplosioni simultanee di diverse ricetrasmittenti. Potremmo essere in presenza di un attacco ad alto tasso tecnologico orchestrato da #Israele pensato per far saltare il coordinamento dell'organizzazione terroristica filo-iraniana. Anche in prospettiva di una guerra.
3/n 🚨🇮🇱🇱🇧 Immagini cruente dal #Libano. Molte delle quali non pubblicabili. Una fonte di #Hezbollah al quotidiano qatariota Al-Arabi Al-Jadeed: "#Israele ha hackerato le radio degli operativi di Hezbollah e le ha fatte esplodere; si tratta della più grave violazione di intelligence fin qui registrata".
🚨🇺🇸 Dinastia Cheney. Una promessa per fermare Trump. Kamala Harris e il rapporto con gli Ultimi Repubblicani (incluso George W. Bush)
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Il 26 dicembre 2020, la magia del Natale avvolge ancora Casa #Cheney. Ma Liz resta pur sempre la figlia di un Vicepresidente. E da terza repubblicana più alta in grado della Camera degli Stati Uniti sono pensieri cupi quelli che affollano la sua mente. Forse mai così cupi.
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Insieme a Phil, suo marito, un passato al Dipartimento di Giustizia, ha trascorso le vacanze lavorando a un documento che ritiene di massima importanza. Perché è chiaro che Joe #Biden ha vinto le elezioni. È chiaro, sì, ma a Donald #Trump, il leader del suo partito, non sembra interessare.
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La questione si trascina da settimane. Ma da qui a poco tempo non si tratterà più di spararla grossa su un social, di infiammare questa o quell'altra platea. Il passaggio del testimone incombe. La transizione da un'amministrazione americana all'altra è là da venire. Si tratta ora di assicurarsi che tutto avvenga in maniera pacifica. D'altronde non è per questo che Liz Cheney si trova nel suo studio il giorno dopo Natale?
🇸🇦 Mohammed bin Salman e il Gioco del Trono: gli intrighi di corte, l'anello avvelenato, il golpe. Dentro i segreti del Regno saudita - 1^ PARTE
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È un fatto: non si può prescindere dalla figura di Mohammed bin Salman per capire il Medio Oriente. Quello di ieri, quello di oggi, soprattutto quello di domani. Poche ore fa, la BBC ha presentato uno straordinario documento sull'uomo più potente del Regno saudita, il Principe della Corona, l'erede al trono di Re Salman. Lo ha fatto beneficiando delle rivelazioni del più importante dissidente saudita in esilio, un uomo vicinissimo al rivale per eccellenza di MBS, suo cugino, Mohammed bin Nayef, oltre che ai vertici degli 007 occidentali. E allora sul taccuino hanno fatto capolino alcune domande: chi è Mohammed bin Salman? Un "riformista" o un assassino? Un impostore o un visionario? Un alleato dell'Occidente o un suo nemico? Dal documentario della BBC trae ispirazione un approfondimento del Blog in due puntate denso di retroscena.
Altre anticipazioni sono forse superflue: benvenuti al Gioco del Trono. E buona lettura.
🇸🇦 2/11
Narra la leggenda che per estrarre dalle dune un Regno a propria immagine e somiglianza Ibn Saud attinse da carisma e abilità fuori dal comune. Una taglia imponente per incutere terrore ai nemici, valore in battaglia per meritare il rispetto dei propri, e talento politico in eccesso, per riunire innumerevoli tribù, rigorosamente sotto il proprio tacco.
🇸🇦 3/11
Giunto in età da pensione, chiamato ad indicare un erede, Saud optò da tradizione per il primogenito: unica garanzia di sangue puro.
Ma 22 mogli e 45 figli maschi imposero il pagamento di un dazio, la ricerca di una soluzione ingegnosa, pena la messa a repentaglio di già fragili equilibri coniugali, per ragioni facilmente intuibili.
Di qui la pensata: una volta scomparso il primogenito, il passaggio di testimone sarebbe avvenuto per via orizzontale. Non di padre in figlio, ma da un fratello all'altro, così da concedere una chance più o meno all'intera stirpe. Le madri espressero consenso, il compromesso fu raggiunto.
Eppure nemmeno una spartizione di potere così peculiare potrebbe spiegare oggi la presenza sul trono saudita del 26esimo figlio del Fondatore. Figurarsi l'influenza nazionale e regionale della sua discendenza diretta, ovvero del 38enne divenuto nel frattempo talmente celebre da essere riconosciuto (e temuto) al pronunciare tre semplici lettere: emme, bi, esse, semplicemente Mohammed bin Salman.
🚨🇻🇪Attenzione, importante. Il Consiglio Nazionale Elettorale dichiara Nicolas #Maduro vincitore delle elezioni presidenziali in #Venezuela con 5.150.09 di voti e il 51,20% contro il 44,02% (4.445.978 di voti) di Edmundo González. Estrema attenzione adesso alla possibile reazione della piazza, dinanzi a quello che appare l’ultimo colpo di mano del dittatore.
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🚨🇻🇪Prime dichiarazioni di Nicolas #Maduro da Palazzo Miraflores dopo la comunicazione del risultato elettorale: “Non hanno potuto con le sanzioni, con le aggressioni, con le minacce, non hanno potuto ora e non potranno mai con la dignità del popolo del #Venezuela”.
3/n 🚨🇻🇪🇨🇱 Il #Cile è il primo Paese a mettere ufficialmente in discussione il risultato delle elezioni in #Venezuela. Il presidente #Boric annuncia che non riconoscerà i risultati fino a quando non saranno resi verificabili con la messa a disposizione dei verbali dai seggi.