#25giugno Su #guerra e #pace in #Ucraina#Russia quello che sta accadendo sarebbe curioso se non fosse tragico. Mi riferisco alle camice aperte (in salotto) per mostrare il petto ai cannoni del nemico senza paura e in nome di principi sacri che fanno di noi dei veri uomini
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e dei veri alfieri della civiltà. Non ho mai visto negli ultimi vent’anni sostenere le ragioni di una sola (dico 1) causa in Italia con la stessa veemenza e fede incrollabile. Non è stato fatto sulle morti sul lavoro, sullo sfascio della scuola pubblica, su un Sud che cresce
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meno della Grecia, sul cambiamento climatico e la desertificazione di parti del Mezzogiorno, sulla gerontocrazia, sulla corruzione diffusa, sull’evasione fiscale, sulla crisi della sanità pubblica, sulla fuga dei giovani all’estero, sulla ricerca, sullo sfruttamento nelle
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campagne, sulla deMeritocrazia. Nulla. Sul sostegno alla guerra invece, gli indignados sartoriali si fanno sfuggire lo spritz da bocca, accigliati perchè la vittoria dell’Ucraina è l’unica soluzione possibile per salvare la civiltà Occidentale e la democrazia, l’Europa
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e magari pure la ricetta originale dell’amatriciana, una questione identitaria e strutturale per la sopravvivenza stessa dell’Italia e della libertà. E’ l’approccio del Pensiero Unico Bellicista per cui la guerra rigenera la nostra civiltà e se non sei proguerra, potresti
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essere talmente anti-italiano da mangiare gli spaghetti con il ketchup. Questa overdose di vibrata indignazione, emozionata riflessione, virile partecipazione sta ipotecando il dibattito politico in una maniera a mio avviso tragica. Rifiutando l’idea di qualsiasi compromesso
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(se solo ne parli ti trattano come un mercenario della Wagner) stanno prolungando un conflitto che non ha soluzione militare. Stanno dopando l’Ucraina, facendogli credere che il sostegno occidentale sia a tempo indeterminato quando la lezione afghana (si sempre quella)
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ci insegna che l’Occidente risolve i problemi irrisolvibili con l’oblio. La mia grande paura è il rischio è che tra “n” anni di fronte ad una non sostenibilità da parte ucraina dello sforzo bellico (la Russia ha spalle più larghe per guerra d’attrito) si arrivi a compromesso
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ben peggiore di quello che si sarebbe potuto raggiungere dopo il ritiro da Kyev o negli otto anni precedenti. Di mezzo: decine di migliaia di vittime civili, la distruzione di un Paese, miliardi da trovare per la ricostruzione, il caos economico globale (pagato al solito
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dai Paesi poveri e dai poveri nei Paesi ricchi). Chi chiede pace oggi vuole evitare che il prezzo del (inevitabile) compromesso sia più basso in termini di dolore, sangue innocente, destabilizzazione economica di quello che si potrebbe raggiungere tra “n” anni di guerra,
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sempre che intanto il conflitto non si ampli territorialmente (Kaliningrad è possibile scintilla) e non si arrivi all’incidente nucleare.“Combatteremo fino a che l’ultimo soldato russo avrà lasciato l’Ucraina” dicono opinionisti con l’elmetto recitando il mantra del sindaco
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di Kyev (un pugile quindi abituato alla logica del KO che qui però non funziona perchè le riprese non sono 11 e il gong potrebbe non suonare mai). Io vorrei che tutti ricordassimo quelli che oggi sostengono che qualsiasi compromesso (=“cedimento a Putin”) che tolga 1 cm a🇺🇦
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sia un oltraggio solo a pensarlo. Quando il compromesso sarà inevitabile, cosa diranno? Faranno giravolta come con #DiMaio insultato da bibitaro (che vergogna togliere dignità a qualcuno per aver fatto un lavoro umile) e oggi riabilitato statista? Sono gli stessi che quando
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USA invasero Afghanistan, no non era un’aggressione ma un’operazione anti-terrorismo (se ci pensate è stessa favoletta di Putin sull’Ucraina, non è un’invasione ma un’operazione anti-nazisti). Sono gli stessi che godono a vedere le scie luminose dei HiMars nei cieli ucraini
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dimenticando che quelle armi (come tutte le armi) saranno pure intelligenti ma sono guidate da uomini stupidi, non servono solo a liberare la patria dall’invasore ma, per forza di cose, uccideranno anche innocenti come sta accadendo in questi giorni a Donetsk, come accade
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in ogni maledetta schifosa guerra, che può essere giustificata ma mai sarà giusta perchè la guerra è quanto di più ingiusto ci sia sulla faccia della Terra.
Sono gli stessi che, bava alla bocca, chiedono ai pacifisti: allora datecela voi la soluzione!
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Come se non avessimo un ministero, pieno di diplomatici di professione specializzati nel tessere accordi. Come se non fosse lecito esprimere un orientamento politico: vogliamo la pace. Come se quando siete al ristorante e ordinate un piatto di risotto al cameriere non
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dovete solo dire “un risotto grazie” ma recitargli a memoria anche la ricetta, con dosi in grammi perchè del resto voi mica siete clienti, siete lo chef.
Maledetti pacifisti, la colpa è sempre vostra, sarà così anche quando i bellicisti molleranno l’Ucraina al suo destino.8
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#26giugno c'è grande indignazione su cancellazione del diritto all' #aborto. Purtroppo non c'è una grande analisi sul contesto, tutto viene ridotto ad una vicenda legale e al massimo all'eredità di Trump. Non è cosí ma nessuno pare interessato ad andare al fondo del problema
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Anche in questo la guerra non aiuta perchè dopo mesi in cui ci hanno descritto gli Usa come baluardo della democrazia contro la dittatura russa, oggi le critiche sono chiaramente frenate. Insomma è solo questione burocratica mica ritorno all'800! Del resto poi "se una donna
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vuole abortire si mette in auto fa un paio di migliaia di chilometri e cambia stato cosa sarà mai!" E poi "negli Usa c'è libertà e quindi la politica vincerà sui parrucconi della Corte Suprema!"
Ecco le cose non stanno cosí. Proviamo a ragionarne. Siamo in una fase di
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#24giugno ieri sono stato ospite di @common___home alla @UniLUISS mi sono sentito un astronauta in mezzo a tante donne e uomini d’impresa. Soprattutto perchè parlavo di una cosa che loro conoscono meglio di me, il marketing. 1/6
Sono partito dal tema del mio“Maledetti Pacifisti”, cioè il marketing della guerra. Ho detto che se vogliamo rinsaldare la democrazia nel nostro Paese dobbiamo rendere trasparente il marketing che è attivissimo sul mercato delle idee. 2/6 peoplepub.it/pagina-prodott…
Dobbiamo favorire “consumo consapevole”. Siamo nell’era dell’iperinformazione il cui risultato è che spesso le persone sanno tanto ma capiscono poco. Le scelte finiscono così con il venire orientate dall’emotività (stato che rende le persone facilmente manipolabili).
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#22giugno stiamo entrando nel quinto mese di #guerra e come previsto il conflitto in #Ucraina si è afghanizzato, è cioè un conflitto che si trascina lentamente senza una soluzione militare in vista. La modalità del combattimento è quella tradizionale, forse la più
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tradizionale (artiglieria e fanteria meccanizzata) a cui assistiamo dalla Seconda Guerra Mondiale. Al fianco di questo scenario, sta emergendo quello della guerriglia con l’esplosione di alcune IED nelle zone controllate dai russi. Poche numericamente ma segna inizio trend
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La Nato domenica ci ha avvisato che la guerra potrà durare per anni. Su questo i governi dovrebbero chiedere un minimo di trasparenza all’Alleanza visto che era facilmente prevedibile, cosa è successo? E’ stato un errore? Oppure si è preferito dilazionare la comunicazione
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#14giugno in questo 🧵 faccio il punto sulla situazione sul campo e un ragionamento parallelo sulla vicenda Azovstal, raccontata come una sorta di telenovela bellicista ma che forse merita un’analisi diversa. Non possiamo però non cominciare da @Pontifex_it che anche oggi
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si conferma essere da capo di Stato l’unico politico rimasto all’Occidente e da Pastore di anime l’unica voce con il coraggio della Pace, scelta molto più difficile della guerra. “Dobbiamo allontanarci dal normale schema di Cappuccetto rosso” dice il Papa a @antoniospadaro
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L’intervista anticipata in parte dalla stampa viene pubblicata oggi su @civcatt
Bellissimo questo passaggio che è un sollievo per tutti i veri pacifisti che si sono opposti al #PUB al Pensiero Unico Bellicista e sono stati trattati da filo-putiniani, amici del nemico
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#13giugno Parliamo di grano. Prima un rapido aggiornamento militare la situazione in Donbass è stabile cioè con un continuo, lento, progresso russo e la battaglia di Severodonietsk che mette a rischio un aliquota importante di truppe ucraine.
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Il destino della città è segnato, la resistenza ora serve solo a rinviare il guado del vicino fiume (fallito tragicamente nei mesi scorsi ma che oggi è reso più facile dall’abbassamento estivo del livello delle acque).
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Da segnalare però che a Mellitopol (prima città a cadere sul mar d’Azov per la resa della locale guarnigione) ieri - su ammissione anche della stampa russa - c’è stata un esplosione davanti alla caserma della polizia. L’afghanizzazione del conflitto (da me prevista
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#12giugno non casualmente nella giornata della Russia (festa nazionale) riapre McDonald's ma in versione autarchica. 30 anni fa si inaugurava a piazza Pushkin il primo fast food americano di Russia, simbolo dell'apertura dell'economia post sovietica e della vittoria del
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capitalismo. Per via delle sanzioni il "doppio arco dorato" ha lasciato il Paese al suo posto "Delizioso e Basta" cui slogan è "Il nome cambia, l'amore rimane". Comprati i ristoranti cambiato il marchio. Storia che racconta di reazione russa a sanzioni che avrebbero dovuto
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far implodere l'economia russa ma che al momento non hanno sortito tale effetto. Me ne sono occupato in dettaglio in questo thread 👇 Comunque sia bisognerà attendere autunno per vedere un completo dispiegamento delle sanzioni e delle contromosse attuate da Mosca
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