#26giugno c'è grande indignazione su cancellazione del diritto all' #aborto. Purtroppo non c'è una grande analisi sul contesto, tutto viene ridotto ad una vicenda legale e al massimo all'eredità di Trump. Non è cosí ma nessuno pare interessato ad andare al fondo del problema
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Anche in questo la guerra non aiuta perchè dopo mesi in cui ci hanno descritto gli Usa come baluardo della democrazia contro la dittatura russa, oggi le critiche sono chiaramente frenate. Insomma è solo questione burocratica mica ritorno all'800! Del resto poi "se una donna
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vuole abortire si mette in auto fa un paio di migliaia di chilometri e cambia stato cosa sarà mai!" E poi "negli Usa c'è libertà e quindi la politica vincerà sui parrucconi della Corte Suprema!"
Ecco le cose non stanno cosí. Proviamo a ragionarne. Siamo in una fase di
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profonda erosione della rappresentanza democratica, soprattutto negli Stati del sud e in quelli più conservatori, con uno sprint negli ultimi mesi, si sta limitando il diritto di voto dei più poveri, tra nuovi obblighi e ridisegno collegi elettorali su base etnico reddituale
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Sono gli stessi poveri che vivono di "food stamps" (MalcomX pensava fosse una marca di cibo il logo del governo sui pacchi di aiuti) in assenza di salario minimo e di sindacalizzazione (arrivata solo ora all'Apple Store, immaginatevi nell'ultimo dinner del Nevada)
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e che non hanno i soldi per mettersi in auto (un auto spesso non ce l'hanno) per andare ad abortire in uno Stato liberal. Non è colpa solo di Trump, si sommano gli anni di errori dei democratici che hanno dimenticato la red neck america e la rust belt, il cui revanscismo
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ha fatto la fortuna del palazzinaro fallito diventato presidente. A ciò si aggiunga la crisi del giornalismo, metà dei posti di lavoro si è perso negli ultimi dieci anni per lo più nell'informazione locale lasciando aree enormi presidiate solo da radio evangeliche e dalla
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Jungla di internet popolata dai vari InfoWar e Qanon che hanno dato sfogo alle paure dei bianchi poveri. Hanno riacceso la partita storica mai chiusa del dopo Ulysses Grant, della lost cause dei confederati, del sogno politico di Lindberg che solo forza politica di un uomo
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(che nascondeva al pubblico la sua sedia a rotelle) riuscí a fermare con una stagione di progresso.
Nella loro innata presunzione certi giornalisti sono convinti che siano loro a scegliersi le notizie. È vero l'esatto contrario. Quando nell'autunno 2016 arrivo a New York
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senza uno straccio di indizio da cui partire per raccontare le presidenziali (che all'epoca significava Hillary Clinton e basta) nemmeno il tempo di passare la dogana che ero già pronto ad andarmene il più possibile lontano dalle due coste (e da quell'isola europea sulla
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costa Usa) per andare in mezzo a quel nulla dove nessuno va mai ma dove si decidono guerre e presidenti. Arrivo a Springfield, Ohio, la città più infelice d'America (stando alle statistiche). Ho trascorso un mese e migliaia di chilometri ad ascoltare elettori e comizi
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di Trump con i piedi nella segatura dei padiglioni per le fiere del bestiame o negli hangar di qualche aeroporto privato. È lí che ebbi la certezza che avrebbe vinto il palazzinaro. L'America è attraversata da una faglia ormai tipica delle società moderne non più divise
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per classi ma nella contrapposizione tra città e aree rurali, proprio come in Afghanistan o in Thailandia. Nel cuore sconfinato d'America la pandemia (e la conseguente crisi) hanno rafforzato l'idea del governo unico mondiale (che poi gira e volta sempre all'antisemitismo
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si finisce), della sostituzione della razza bianca, dell'omosessualizzazione forzata contaminando l'acqua (mentre a Flynt, Michigan, l'acqua è avvelenata per davvero ma per colpa della politica), dei mass shooting come messe in scena dei federali per "toglierci le armi"
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Sono città e villaggi dove dai libri di scuola viene cancellato l'evoluzionismo a favore della teoria del creazionismo (sette giorni e affare fatto). Luoghi dove il diritto a possedere armi è sempre più sacro perchè ci si prepara all'implosione del governo federale e
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alla rinascita di una società patriarcale e ancestrale fatta di feudi protetti non di uno stato nazionale. Sono luoghi dove incontri persone bianche con i segni inequivocabili della povertà, obese e senza denti, ma che pensano che il pericolo per loro vengano dai
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messicani, quelli che giocano a pallone non a football. Eppure di messicano non ne vedi uno per migliaia di km. Incontri I sindacalisti dell'ultima vera fabbrica dell'area, la Good Year di Acron, Ohio, e capisci come il lavoro regolare e regolato possa salvare una comunità
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anche nel mezzo di quel cimitero industriale chiamato rust belt. Incontri gente che crede che la sua povertà dipenda dagli ecologisti perchè il carbone non si può estrarre più dagli Appalachi (dove intanto con una macchina si fa il lavoro di 100 minatori) e il fracking
19/30
Rende molto si più. Sono tutte cose che se le guardi dalle due coste non le capisci a vedere una società molto più europea e progressista del "core" americano (dove pure le cose cambiano come dimostra l'Arizona diventato blu).
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Ma in quel "nulla" si torna sempre alla lost cause, la guerra civile, la fine della schiavitù e quindi l'indebolimento della razza bianca che si ripete ad ogni evento storico come l'11/9 quando altri "neri" (cioè i mussulmani) si avvantaggiarono della debolezza americana.
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E allora bisogna tornare alle origini, ad una società razzista, segregazionista, una "god fearing" country, dove l'aborto è il peccato suprema perchè impedisce ai bianchi (ormai rammolliti dal vizio) di riprodursi e tornare dominanti. No non è solo Trump che è stato
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bravissimo (chi vi ricorda)?
A passare da noto "puttaniere" della città del città del vizio NY a uomo del destino (in senso letterale, mandato dal signore) per gli evangelici (da qui anche la sua grande attenzione per la Terra Santa). Trump ha solo capitalizzato anni di
23/30
deserto politico dei democratici che oggi danno la colpa ai poveri vittima delle teorie del complotto e non alle elitè che hanno condotto una lotta di classe (cit Warren Buffet) e l'hanno vinta. No la vicenda dell'aborto non è una questione burocratica
24/30
È il segno della profonda crisi dell'America che ha avrà effetti a cascata nel mondo e su molti altri settori. La vicenda dell'aborto non è solo una questione che riguarda le donne ma tutti noi. A cosa mi riferisco? Un esempio facile estate 2001
25/30
Alla Casa Bianca c'è un ex-alcolista (imboscato in Texas ai tempi del Vietnam ma futuro guerrafondaio) che qualche hanno prima stava morendo soffocato guardando una partita di football in tv per via di una nocciolina andata di traverso. Si salva e arriva la conversione
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Con la fede rinuncia alla bottiglia conquista una base che sarà cruciale (gli evangelici e le loro radio) per la sua non scontata rielezione nel 2004 ma torniamo all'estate 2001. La Casa Bianca è nel pallone, tutti a parlare di cellule staminali, ossessione di GW Bush
27/30
Pare che gli allarmi dell'intelligence sull'11/9 siano stati trascurati perchè obiettivo totalizzante era la messa al bando della ricerca sulle cellule staminali (da feto quindi di nuovo l'aborto). Cosí fu per la gioia anche di qualche disgustoso personaggio italiano
28/30
Quel provvedimento uccise in culla la ricerca che avrebbe potuto cambiare la vita a milioni di disabili nel mondo e che non si è mai davvero ripresa. Ecco gli effetti della sentenza sull'aborto si espanderanno in ogni settore della società americana. Sembra una previsione
29/30
azzardata e spero sinceramente lo sia, temo che l'incubo di Paul Auster sia sempre+vicino. Di questo passo sarà sempre più difficile una federazione unita (vedi per ora solo boutade scissione Texas). Ineguaglianze e deficit di rappresentanza politica. All'Italia dice nulla?
30/30
Confesso che quando ho citato Paul Auster mi riferivo al suo "Uomo nel buio" non avevo visto queste sue dichiarazioni a Taormina ma confermano il quadro adnkronos.com/paul-auster-ne…
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#25giugno Su #guerra e #pace in #Ucraina#Russia quello che sta accadendo sarebbe curioso se non fosse tragico. Mi riferisco alle camice aperte (in salotto) per mostrare il petto ai cannoni del nemico senza paura e in nome di principi sacri che fanno di noi dei veri uomini
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e dei veri alfieri della civiltà. Non ho mai visto negli ultimi vent’anni sostenere le ragioni di una sola (dico 1) causa in Italia con la stessa veemenza e fede incrollabile. Non è stato fatto sulle morti sul lavoro, sullo sfascio della scuola pubblica, su un Sud che cresce
2/17
meno della Grecia, sul cambiamento climatico e la desertificazione di parti del Mezzogiorno, sulla gerontocrazia, sulla corruzione diffusa, sull’evasione fiscale, sulla crisi della sanità pubblica, sulla fuga dei giovani all’estero, sulla ricerca, sullo sfruttamento nelle
3/17
#24giugno ieri sono stato ospite di @common___home alla @UniLUISS mi sono sentito un astronauta in mezzo a tante donne e uomini d’impresa. Soprattutto perchè parlavo di una cosa che loro conoscono meglio di me, il marketing. 1/6
Sono partito dal tema del mio“Maledetti Pacifisti”, cioè il marketing della guerra. Ho detto che se vogliamo rinsaldare la democrazia nel nostro Paese dobbiamo rendere trasparente il marketing che è attivissimo sul mercato delle idee. 2/6 peoplepub.it/pagina-prodott…
Dobbiamo favorire “consumo consapevole”. Siamo nell’era dell’iperinformazione il cui risultato è che spesso le persone sanno tanto ma capiscono poco. Le scelte finiscono così con il venire orientate dall’emotività (stato che rende le persone facilmente manipolabili).
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#22giugno stiamo entrando nel quinto mese di #guerra e come previsto il conflitto in #Ucraina si è afghanizzato, è cioè un conflitto che si trascina lentamente senza una soluzione militare in vista. La modalità del combattimento è quella tradizionale, forse la più
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tradizionale (artiglieria e fanteria meccanizzata) a cui assistiamo dalla Seconda Guerra Mondiale. Al fianco di questo scenario, sta emergendo quello della guerriglia con l’esplosione di alcune IED nelle zone controllate dai russi. Poche numericamente ma segna inizio trend
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La Nato domenica ci ha avvisato che la guerra potrà durare per anni. Su questo i governi dovrebbero chiedere un minimo di trasparenza all’Alleanza visto che era facilmente prevedibile, cosa è successo? E’ stato un errore? Oppure si è preferito dilazionare la comunicazione
3/25
#14giugno in questo 🧵 faccio il punto sulla situazione sul campo e un ragionamento parallelo sulla vicenda Azovstal, raccontata come una sorta di telenovela bellicista ma che forse merita un’analisi diversa. Non possiamo però non cominciare da @Pontifex_it che anche oggi
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si conferma essere da capo di Stato l’unico politico rimasto all’Occidente e da Pastore di anime l’unica voce con il coraggio della Pace, scelta molto più difficile della guerra. “Dobbiamo allontanarci dal normale schema di Cappuccetto rosso” dice il Papa a @antoniospadaro
2/30
L’intervista anticipata in parte dalla stampa viene pubblicata oggi su @civcatt
Bellissimo questo passaggio che è un sollievo per tutti i veri pacifisti che si sono opposti al #PUB al Pensiero Unico Bellicista e sono stati trattati da filo-putiniani, amici del nemico
3/30
#13giugno Parliamo di grano. Prima un rapido aggiornamento militare la situazione in Donbass è stabile cioè con un continuo, lento, progresso russo e la battaglia di Severodonietsk che mette a rischio un aliquota importante di truppe ucraine.
1/25
Il destino della città è segnato, la resistenza ora serve solo a rinviare il guado del vicino fiume (fallito tragicamente nei mesi scorsi ma che oggi è reso più facile dall’abbassamento estivo del livello delle acque).
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Da segnalare però che a Mellitopol (prima città a cadere sul mar d’Azov per la resa della locale guarnigione) ieri - su ammissione anche della stampa russa - c’è stata un esplosione davanti alla caserma della polizia. L’afghanizzazione del conflitto (da me prevista
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#12giugno non casualmente nella giornata della Russia (festa nazionale) riapre McDonald's ma in versione autarchica. 30 anni fa si inaugurava a piazza Pushkin il primo fast food americano di Russia, simbolo dell'apertura dell'economia post sovietica e della vittoria del
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capitalismo. Per via delle sanzioni il "doppio arco dorato" ha lasciato il Paese al suo posto "Delizioso e Basta" cui slogan è "Il nome cambia, l'amore rimane". Comprati i ristoranti cambiato il marchio. Storia che racconta di reazione russa a sanzioni che avrebbero dovuto
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far implodere l'economia russa ma che al momento non hanno sortito tale effetto. Me ne sono occupato in dettaglio in questo thread 👇 Comunque sia bisognerà attendere autunno per vedere un completo dispiegamento delle sanzioni e delle contromosse attuate da Mosca
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