#23agosto Vorrei sapere che dovrò far la fila, mettermi in coda e forse farà ancora caldo. La vorrei vedere uscire fuori dalla scuola dove vado a votare, la coda di gente con la scheda elettorale e il documento in mano. #ElezioniPolitiche2022 1/17
Ci vuole tempo e allora ci si ferma davanti ai manifesti con le liste elettorali, a scorrere uno per uno i nomi di quelle persone anche se si è già scelto. A scuola aspettavo i 18 anni perché avrei fatto quella fila e pensavo a mia nonna che ha votato solo dopo la guerra. 2/17
Temo che saremo pochi, sempre meno, perché in tanti sono stanchi. Lo capisco, l’abbiamo ridotta quasi a una parolaccia, la parola “politica”. Questo sì, è il successo del più deteriore del potere: farci credere che non serva più a niente. 3/17
Lo scrivo ogni volta il perché vado a votare, forse perché a forza di vedere miseria e guerra s’impara che è alla politica, nel suo senso più alto e nobile del termine che dobbiamo quel benessere che ci sembra tanto poco. 4/17
Politica è immaginare di organizzare la nostra vita perché sia migliore, la vita che abbiamo insieme, per forza. Si fa dentro i palazzi e fuori, inizia da noi, prima di andare alle urne e dopo, quando chi ha votato s’impegna a osservare cosa fa chi in quei palazzi è seduto. 5/17
Imperfetta, come siamo, esseri uomani, ma questo c’è. Con questa legge elettorale andremo alle urne, tra quelle persone andremo a scegliere, un governo ci sarà con o senza la nostra crocetta sulla scheda. E per fortuna, perché dove non c’è si vive peggio, credetemi. 6/17
Per avere un’idea della portata del diritto al voto e di quanto questo sia sotto attacco nel mondo, basta dare uno sguardo alle storie pubblicate dall’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu ohchr.org/en/elections 7/17
Il potere ha sempre fatto questo: cercato di impedire alle persone di scegliere. Lo si fa anche coltivando la disillusione, facendoci credere che “tanto è uguale”, “che tanto non cambia nulla”, “che sono tutti uguali”, togliendolo così a noi il potere. 8/17
Lo si fa rendendoci indifferenti. “Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti … 9/17
… Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare …10/17
lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare”. Antonio Gramsci 11/17
In Italia possiamo scegliere, possiamo anche farla la politica che dobbiamo tornare a rendere “arte”. Ma la vera battaglia è vincere la tentazione di considerare naive il credere che si possa immaginare una vita collettiva migliore. 12/17
Facciamo tutti politica, nel senso più ampio del termine. Lo fa il giornalismo nella sua funzione di controllo del potere. La fa la chi sceglie, chi si spende. E no, non sono tutti uguali. 13/17
Come giornalista ho avuto il privilegio di incontrare attivisti, sindaci, amministratori, “politici” quelli che siedono nei palazzi, e società civile in molte parti del mondo (anche qui) capaci di praticare quell’arte. 14/17
Non è naive volere la pace, non è naive andare a votare pensando che ne valga la pena (anche con questa legge elettorale). Varrà la pena anche solo per un “giusto”, per un sognatore. Abbiamo privilegi che il mondo non ha, anche per quella x su una scheda. 15/17
Voto perché ho visto chi è ancora disposto a morire per quella “politica” che noi guardiamo con tanto disprezzo, per quel diritto di scegliere. E poi, la #guerra è sempre possibile se smettiamo di costruire la pace e anche questo passa da nomi su liste. 16/17
E poi, per le donne nel mondo, andare a votare è stata una lunga e difficile battaglia. Anche solo per in diritto formale (che poi nella sostanza, votare non è affatto scontato). 17/17
#21agosto 18° 31’ Est di Greenwich. Ogni volta in #Salento mi fermo a #PuntaPalascia dove c’è sempre vento e l’Albania dista 71 km. A guardarlo, l’#Adriatico, il “mare dell’intimità” - Predrag Matvejević, Breviario mediterraneo - dovrebbe ricordarci che siamo mescolanza. 1/14
Palascia, forse da Pelagico, il mare dei greci, Capo d’Otranto, punto più a Est d’Italia. Ponte, da sempre, il Canale.
Come ponte è stato sempre il #Mediterraneo. La “Via delle Puglie”, rotta dei Fenici su cui poi sono passati tanti altri. 2/14 fenici.net/viadellepuglie…
Koinè mediterranea, o forse umana. Filo che ci lega all’Est, all’Europa, ma anche all’Africa, oltre il deserto, e all’Asia. 3/14 treccani.it/enciclopedia/l…
#1agosto#diariodipace Anche solo per quell’arco a sesto acuto, varrebbe arrivare sin qui. #Arpino, piccolo centro del Lazio meridionale, con la sua acropoli, è uno scrigno per chi cerca di capire la storia fatta di tracce di #guerra e costruzione di #pace. 1/19 @peoplepubit
In una notte calda di qualche settimana fa, lasciato Palazzo Boncompagni dove riflettevamo nel progettare in modo intenzionale un mondo senza guerra al @VisionThinkTank, siamo saliti fino alla cima della Civitas Vetus. 2/19 (Per rivedere 👉 bit.ly/3OO0q95)
Arpino, Civitavecchia, dove le mura ciclopiche nella loro imponenza sono memoria dell’ingegno dell’uomo, ma anche della sua paura di perder la vita e la #libertà. Munumento alla bellezza e al privilegio del tempo di #pace che viviamo. @ComunediArpino 3/19
#18luglio#diariodipace. Parole usate senza rendersi conto che fanno la vita e la morte, che fanno la #guerra. Questo è ciò che accade quando “#pace” diventa in modo scellerato “resa”, “filoputinismo”, pace dei “pacifinti”, degli “amici di Putin”. 1/14
Facciamo un esercizio, per una volta. Facciamo che ognuno si tiene le sue idee e ci concentriamo solo sulle parole. Perché a forza di dire che “#pace” è essere dalla “parte di Putin” sta succedendo qualcosa di mai visto prima in tale scala. 2/14
A forza di dire che chi vuole la pace è “amico di Putin” stiamo togliendo inevitabilmente ogni dignità e ogni possibilità alla #pace negoziata. Ma non la stiamo togliendo solo in #Ucraina, anche nel resto del mondo. Perché sul “fare pace” stiamo facendo caos semantico. 3/14
1/17 #5luglio. #Diariodipace.
Il confine si è sbiadito fino a perdersi tra le montagne, ma resta inciso nella pietra, memoria della #ValleStura e di quel sangue che è stato tributo alla frontiera dell’odio.
2/17 Valloriate, Piemonte di Cuneo, si affaccia su un ruscello. Una vecchia casa con il tetto spiovente e ornata da un terrazzo di legno che sembra scricchiolare ad ogni passo, ne sente di certo il gorgoglio: luglio 1893, si legge su una targa di intonaco bianco bordata di rosso.
3/17 Alla fine dell’800, la valle era già stata troppe volte attraversata dal rumore della #guerra, dal passaggio dei soldati, per via di quell’odio che aveva opposto popoli fratelli, l’uno contro l’altro.
L’Italia, quando ancora non era Italia e la Francia, dall’altra parte.
Una serata preziosa. Cosa ha condotto all’epilogo che ha travolto l’#Afghanistan dopo vent’anni di guerra? Dobbiamo rileggere la storia, guardare quella sofferenza e imparare. A #NuoviMondiFestival ho avuto la possibilità di porre questa domanda e molte altre a @pontecorvoste
Un percorso non facile e doloroso, ma necessario,quello del libro “L’ultimo areo da Kabul” di @pontecorvoste e del dialogo di Valloriate, attraverso gli errori commessi da un Occidente che ha sempre guardato con le sue lenti L’ #Afghanistan di storia e cultura profonde, complesse
La storia dell’#Afghanistan insegna molto e la dobbiamo ascoltare per sperare nella #pace lì e altrove.
Insegna, per esempio, che una vittoria militare, anche rapida, non è vittoria a lungo termine e non è necessariamente pace.