Di #Gorbachev sono purtroppo rimasti solo i fallimenti - e molto del mondo attuale è purtroppo figlio di quegli anni. Gorbachev aveva intuito - ma era sotto gli occhi di tutti - che il sistema sovietico fosse ormai marcio. I vari tentativi, tra cui quello di Kosygin di riformare
la struttura economica erano stati sconfitti dall'opposizione interna della nomenklatura, diventata una "classe" assai particolare - che godeva del controllo ma non della proprietà dei mezzi di produzione. Ed in un sistema a cui era stato tolto prima il terrore e poi la capacità
di mobilitazione, risultava quasi impossibile un controllo centralizzato. La #perestroika altro non fu che un altro tentativo di ridurre il peso della nomenklatura per riaffermare la leadership politica di Mosca. Fallita quella, la #glasnost, o ancora meglio il tentativo di
democratizzazione fu un espediente politico per dare legittimità e potere al governo del Paese. Gorbachev non si rese però conto che quella legittimità era ormai persa e la democratizzazione si sarebbe poi trasformata in anarchia. E le riforme economiche furono di fatto prese
in ostaggio proprio dalla nomenklatura, che viveva su reti di rapporti di potere informali. E che passò armi e bagagli con Yeltsin. Quello che venne dopo non fu infatti una Russia democratica, ma un far west dove i potenti rubarono tutto il rubabile
fino poi all'inevitabile sbocco autoritario. Gorbachev rimane una figura tragica, apprezzata in Occidente per aver messo fine alla Guerra Fredda ma disprezzato in Russia, che in pochi anni passò da essere la seconda potenza mondiale ad un mendicante con la ciotola in mano.
Il contrasto con Deng, in quegli anni detestato in Occidente per Tienamen ma che seppe garantire un futuro luminoso alla Cina, non può essere più sfavorevole. Il tentativo di salvare e riformare l'Urss fu fatto in buona fede, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
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Su #Zaporizhzhia penso ci sia bisogno di una riflessione. La centrale nucleare è in mano russa - a seguito dell'invasione illegale di Putin - da diversi mesi. E viene, probabilmente, usata come base militare facendosi scudo di essa. Un atto particolarmente odioso.
Non si può però dire che siano i russi a bombardarla, è piuttosto chiaro che sono gli Ucraini a farlo. La domanda da porsi è se usare uno scudo che mette a repentaglio la sicurezza per vantaggi militari sia più o meno lecito, e se dunque lo sia attaccarla.
Il che però ci dovrebbe portare anche ad altre considerazioni. L'esercito ucraino ha usato, a Mariupol in particolare, ma un pò ovunque, scuole, ospedali, edifici civili come "scudo"per portare attacchi ed evitare di essere bombardati, mettendo a rischio la sicurezza dei civili.
Da leggere questo pezzo lirico-delirante del @Corriere, che ci dice pero' cose importanti su questa guerra. Un elogio sperticato dei nazisti di Azov, una completa riscrittura della storia, un manifesto della peggior propaganda che nulla ha da invidiare a quella del Cremlino. 1/
"«L’Ucraina è nostra madre e Stepan Bandera è nostro padre», cantano nella seconda strofa, riferendosi al leader fondatore del loro movimento (assassinato da un agente del Kgb a Berlino nel 1959), accusato dai filorussi di aver collaborato con la Germania nazista..... 2/
....per combattere i sovietici durante la Seconda guerra mondiale, e che oggi viene rivalutato dalla resistenza come patriota dell’Ucraina libera, irredenta e democratica." Si tratta di libera interpretazione storiografica, o meglio di fiction di bassa qualità. 3/
Trovo particolarmente preoccupante che un personaggio così ridicolo sia il leader di partito, che per altro, almeno nominalmente, dovrebbe essere progressista. "Ignominoso"? Eppure ne parlano un pò tutti e non certo putiniani.
Iniziamo col @NewYorker newyorker.com/news/daily-com…
Se ne parla sulla @NBCNews
E questo solo per stare nel mainstream liberale. @EnricoLetta può essere legittimamente di una altra opinione. Non puo' dire che sia ignominiosa e rivoltante. Usare toni da esaltato cold warrior è pericoloso populismo.
Un ottimo articolo di @BMarchetich su @jacobin parla del problema di supportare e armare quella che non e' solo resistenza ma anche una milizia fascista in funzione anti-russa. 1/ jacobinmag.com/2022/03/left-a…
Si tratta chiaramente di un argomento controverso, c'e' una invasione in atto e chi combatte contro l'invasore. In Occidente si punta in maniera strumentale al parallelo tra le milizie ucraine e i partigiani durante la seconda guerra mondiale. 2/
Marcetic invece fa un paragone a mio parere molto più scomodo ma che deve far riflettere: quello con i mujahideen (o anche con Isis in Siria): estremisti pericolosi che sono funzionali agli obiettivi strategici dell'Occidente. 3/
Breve storia triste del giornalismo di guerra - propaganda senza neanche guardare le fonti. Su @Linkiesta (Stefanini) e su @larepubblica5 (a firma @riotta) escono due articoli su i filo-Putin in Italia, citando un libro recentemente pubblicato. 1/
Pubblicato da chi pero'? Entrambi parlano di Columbia University (Press)
Eppure il libro non e' pubblicato da Columbia, ma da Ibidem Verlag, una casa editrice tedesca. ibidem.eu/en/russian-act… Gli standard di pubblicazione non sono certo gli stessi, e si fa passare un quasi sconosciuto editore tedesco come una famosa università americana.
3 sconfitti, e un vincitore. Breve thread su #Russia e #Donbass. La situazione sembra molto simile a quella in Georgia, dove ci sono due repubbliche secessioniste, Abkhazia ed Ossezia riconosciute solo dalla Russia, e controllate di fatto da Mosca. C'e' una annessione di fatto.
Ugualmente in #Ucraina c'è una sostanziale annessione del Donbass. Come la Georgia, l'Ucraina non ha i mezzi per ripristinare i suoi confini. Non riconosce quelli nuovi ma li accetta. E' un equilibrio instabile ma pur sempre un equilibrio che difficilmente potrà essere toccato.
In questa ottica Kiev è chiaramente la prima sconfitta, perdendo definitivamente una parte del paese, come già successo con la #crimea. Non è cambiato nulla sul terreno, ma una soluzione politica è ormai impossibile.