Il #fascismo è "un regno della parola".
La definizione dello storico Franco Venturi sintetizza un tratto fondamentale del #regime: l'uso della parola, delle liturgie e dei riti come base per una religione civile.
Ma #Mussolini copia anche questo. Da Gabriele D'Annunzio.
1/19
Il letterato abruzzese è il rappresentante culturale di una Italia che, fra la retorica risorgimentale, la politica morale tipica ad esempio dei mazziniani, le parole e dichiarazioni roboanti, da decenni si travisa da "potenza europea" ma è semplicemente povera e arretrata.
2/19
Il culmine sembra giungere allo scoppio del primo conflitto mondiale quando nel campo interventista D'annunzio emerge come figura innovativa, capace di portare non solo la retorica, ma la capacità di gestire le masse tramite una rappresentazione fra il mistico e il teatrale.
3/19
Così il 5 maggio 1915 a Quarto, in occasione dell'anniversario della Spedizione dei Mille, arringa la folla:
«Udite, udite: la Patria è in pericolo, la Patria è in un punto di perdimento. Intendete? Avete inteso?»
«Si!».
«Questo vuole il mestatore di Dronero!»
«A morte!».
4/19
Il "mestatore di Dronero" è Giovanni Giolitti, allora contrario all'entrata in guerra, ma anche completamente alieno allo stile comunicativo dannunziano.
Un vero scontro fra la politica del XIX secolo, basata sui rapporti personali, e quella del XX basata sulle masse.
5/19
Pochi giorni dopo, il 17 maggio, D'Annunzio al Campidoglio a Roma arringa nuovamente la folla:
«O miei compagni ammirabili, ogni buon cittadino è oggi un soldato della libertà italiana. E per voi e con voi abbiamo vinto. Con voi e per voi abbiamo sgominato i traditori.»
6/19
«Il Re d’Italia ha riudito nel suo gran cuore l’ammonimento di Camillo Cavour: L’ora suprema per la Monarchia sabauda è sonata.
SI, è sonata, nell’altissimo cielo, nel cielo che pende, o Romani, sul vostro Pantheon, che sta, o Romani, su questo eterno Campidoglio.»
7/19
«Ottaviano trionfante confermò la sommessione dì tutto il bacino mediterraneo a Roma, da questa mèta d’ogni trionfo, offriamo noi stessi alla Patria, celebriamo il sacrifizio volontario, prendiamo il presagio e l’augurio, gridiamo: Viva la nostra guerra!»
8/19
Vediamo nel discorso dannunziano non solo la prosa, ma anche i topos stessi della futura retorica mussoliniana: il mito di Roma imperiale, i traditori della patria, il Mediterraneo Mare Nostrum, l'ora fatidica, la guerra come risposta ai nemici esterni, ma anche interni.
9/19
Finita la guerra e deluso dalla "Vittoria Mutilata", come D'Annunzio chiama gli insoddisfacenti risultati per l'Italia delle trattative fra i vincitori, si mette alla testa di un variegato gruppo di volontari, i suoi "legionari", per occupare la contesa città di Fiume.
10/19
Egli è oramai il leader del nazionalismo italiano, ma non solo. A lui si rivolgono l'ammirazione e le speranze di chi si aspettava che la vittoria portasse non solo una Italia riconosciuta "potenza europea" ma anche una modernizzazione della stantia società italiana.
11/19
D'Annunzio fonde tradizione cristiana, mitologia classica, la religione civile risorgimentale e la "romanità" in una nuova teologia politica celebrante il dogma della patria, inventando, con la sua immaginazione artistica, nuovi simboli e rituali per il suo culto.
12/19
Mussolini lo sostiene nella sua impresa fiumana dalla cui esperienza, continuazione dell'arditismo di guerra, ruba riti come il giuramento dei miliziani, gesti come il saluto romano, simboli come il pugnale e motti ad effetto come "Me ne frego", "A noi!", "Eia eia alalà"
13/19
i fascisti assegnano al simbolismo politico una funzione predominante attribuendogli un significato esplicitamente religioso e non si preoccupano della originalità dei riti e dei simboli, ma guardano alla loro efficacia come strumenti di lotta e come forme di propaganda.
14/19
Ma mentre D'annunzio antepone il fatto alla ragione, ponendosi in contrasto diretto col governo, che alla fine lo fa sloggiare con le cattive da Fiume, Mussolini gioca su un doppio binario, usa le parole come fossero fatti, ma i fatti li sottomette all'opportunità.
15/19
Così l'opportunismo di Mussolini gli fa avere l'appoggio delle elite economiche ma anche politiche, basti pensare l'alleanza elettorale con Giolitti, del Paese, mentre la stella di D'Annunzio, meno malleabile e prigioniero del suo personaggio, si eclissa rapidamente.
16/19
Per approfondire consiglio per il tema della costruzione di una religione civile fascista:
Emilio Gentile "Il culto del littorio. La sacralizzazione della politica nell'Italia fascista", @editorilaterza, 1991
17/19
Per una analisi sulla comunicazione verbale del fascismo e il crearsi una sua lingua:
Enzo Golino "Parola di Duce. Il linguaggio totalitario del fascismo e del nazismo. Come si manipola una nazione", @BUR_Rizzoli, 1994
18/19
Mentre per la figura di D'Annunzio come precursore del fascismo il testo fondamentale rimane:
Michael A. Ledeen "D'Annunzio a Fiume", @editorilaterza , 1975
19/19
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Sulla facciata del municipio di Colonia sono rappresentati in statua diversi illustri cittadini, ma l'occhio più attento può notare che una di esse è sostenuta da una grottesca che, ohibò, sta facendo un'oscena autofellatio!
Vediamo la storia che c'è dietro...
/1
La statua raffigura il vescovo Corrado di Hochstaden.
Figlio di Lotario, conte appunto di Hochstaden, come tanti altri cadetti della nobiltà venne indirizzato alla carriera ecclesiastica tanto da diventare nel 1226 canonico della cattedrale di Colonia.
/2
Una decina di anni dopo nel 1238, non ancora ordinato sacerdote, riceve direttamente dall'Imperatore Federico II a Brescia, dove lo aveva seguito in una delle sue tante imprese militari contro i comuni del nord Italia, le insegne arcivescovili della diocesi di Colonia.
/3
Nel video sotto è la scena della famosa "Battaglia del Lago Ghiacciato" del 5 aprile 1242 sul Lago dei Ciudi, presso l'attuale confine fra Russia ed Estonia, dove le forze della Rus di Novgorod guidate dal principe Aleksandr Nevskij sconfissero i Cavalieri Teutonici.
/1
Come potete vedere anche dalla scena del film i Teutonici erano guidati da un vescovo, Hermann von Buxhövden, che aveva condotto fino ad allora con successo la Crociata di cristianizzazione delle terre baltiche, sanzionata ufficialmente dal papa Innocenzo III.
/2
La Rus di Novgorod era in quel momento il principale principato della oramai frammentata Rus di Kiev, che aveva visto la sua capitale, appunto Kiev, invasa e distrutta dall'Orda d'Oro mongola solo due anni prima.
/3
Il Reichstag vota unanimemente a favore dei crediti di guerra, permettendo così all'Impero tedesco di avere le risorse economiche per combattere la guerra appena dichiarata all'Impero Russo e alla Francia.
L'SPD vota compattamente sì.
/1
Torniamo indietro per capire come si è arrivati a questa situazione.
Dopo l'assassinio a Sarajevo dell'erede al trono Franz Ferdinand di Asburgo il 28 giugno, l'Austria-Ungheria minaccia il regno di Serbia, che ritiene il "mandante" dell'atto terroristico.
/2
Da anni Austria-Ungheria e Serbia sono fra loro ostili, dopo che la prima ha annesso nel 1908 la Bosnia dall'Impero Ottomano.
Per tutto luglio le cancellerie europee tentano di disinnescare la crisi per evitare una terza guerra nei Balcani in cui partecipi una Grande Potenza.
/3
Cosa c'è di più tradizionalmente africano che i tessuti a stampa wax colorati con motivi "tribali" a tonalità sgargianti?
Ebbene, non solo non sono di origine africana, ma non erano nemmeno prodotti in Africa.
Sono infatti un prodotto del colonialismo olandese.
/1
Tutto ha inizio con la colonizzazione olandese dell'arcipelago indonesiano dove, specialmente nell'isola di Java, le popolazioni locali producono tradizionalmente tessuti batik con la tecnica della cera (da cui wax printing).
Sul telo bianco viene stesa della cera...
/2
... nelle aree che non devono ricevere il colore dalla successiva immersione nel pigmento, e via così fino al completamento del disegno in diverse tonalità che, rispetto ai tessuti occidentali, ha la caratteristica di essere identico sia al recto che al verso.
/3
La crisi del maggio 1947 è uno dei fatti storici più iconici del dopoguerra.
Cosa succede?
In Italia, Francia, Belgio e Lussemburgo, dove dopo la guerra sono stati creati governi di unità nazionale antifascista, i partiti comunisti ne sono espulsi.
/1
Il momento politico internazionale sta cambiando precipitosamente: dalla politica di alleanza e collaborazione con l'URSS dell'amministrazione Roosevelt, una volta conclusa vittoriosamente la guerra, si passa velocemente ad una di scontro sotto la presidenza Truman.
/2
La nuova stance USA verso l'URSS è sancita ufficialmente col discorso di Truman del 12 marzo 1947: "La politica degli Stati Uniti deve essere quella di sostenere i popoli liberi che resistono ai tentativi di sottomissione da parte di minoranze armate o da pressioni esterne".
/3
In una nazione in cui possedere un'arma è un fatto politico, diventa quasi ovvio che le armi entrino spesso nelle vicende politiche, anche al livello più alto come quello della presidenza e delle relative elezioni.
/1
L'intreccio fra armi, violenza e presidenza degli USA inizia in pratica dalla loro fondazione col famoso duello in cui Aaron Burr, all'epoca vicepresidente in carica, ferisce Alexander Hamilton, già primo segretario al tesoro dal 1789 al 1795.
Hamilton morirà il giorno dopo.
/2
Il duello ha motivi profondamente politici: Hamilton è uno dei principali oppositori di Burr che gli hanno appena impedito di diventare presidente.
La morte di Hamilton segnerà la fine politica definitiva di Burr, considerato un vero e proprio assassino.
/3