Nel 2014, l'allora eurodeputato Lorenzo #Fontana, già osservatore del referendum in Crimea, inviava alla Commissione europea un'interrogazione scritta:
— Considerando che il sì al referendum sopraccitato ha raggiunto quota del 96.6 %;
europarl.europa.eu/doceo/document…
— Considerando che il sì al referendum sopraccitato ha raggiunto quota del 96.6 %;
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— considerando il «principio di autodeterminazione dei popoli» sancito dall'articolo 28 della Carta delle Nazioni Unite e
— considerando i contenuti delle conclusioni del Consiglio «Affari esteri» tenutosi a Bruxelles in data odierna;
— considerando i contenuti delle conclusioni del Consiglio «Affari esteri» tenutosi a Bruxelles in data odierna;
Può l'Alto Rappresentante comunicare quanto segue:
1. Quali sono le motivazioni politiche sulla cui base i ministri degli Esteri UE hanno concordato a Bruxelles, in occasione del Consiglio «Affari esteri» odierno, di infliggere sanzioni a ventuno personalità russe ed ucraine?
1. Quali sono le motivazioni politiche sulla cui base i ministri degli Esteri UE hanno concordato a Bruxelles, in occasione del Consiglio «Affari esteri» odierno, di infliggere sanzioni a ventuno personalità russe ed ucraine?
2.Quali sono le ragioni sulla cui base l'UE dimostra avversione politica al referendum?
Cathrine Ashton gli rispose così:
La sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina devono essere tutelati come previsto dal diritto internazionale e come convenuto da Russia, Stati Uniti e Regno Unito nel Budapest memorandum del 1994.
europarl.europa.eu/doceo/document…
La sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina devono essere tutelati come previsto dal diritto internazionale e come convenuto da Russia, Stati Uniti e Regno Unito nel Budapest memorandum del 1994.
europarl.europa.eu/doceo/document…
Le sanzioni sono state imposte alle persone responsabili di azioni che compromettono o minacciano illegalmente la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, nell'ambito della condanna dell'UE all'aggressione russa
nonché degli inviti alla Russia a ritirare le sue truppe nelle zone in cui sono stazionate in permanenza, in conformità degli accordi pertinenti.
Il «referendum» in Crimea era illegale e illegittimo.
Il «referendum» in Crimea era illegale e illegittimo.
Non era conforme alla costituzione ucraina, secondo quanto confermato da una sentenza della Corte costituzionale ucraina e altresì dal parere della Commissione di Venezia del 21 marzo.
Il «referendum» non ha rispettato i principi democratici di libera espressione e di libera volontà: numerosi casi di brogli, campagna elettorale squilibrata, assenza di una reale discussione sulle problematiche e presenza intimidatoria di soldati armati senza insegne distintive.
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