Per chi crede che sia una buona idea, dopo aver creduto per mesi che fosse una buona l'#Appeasement,
fare pressione affinché l'🇺🇦 sigli una tregua e ceda territori proprio ara che appare ovvio che la #russia sta perdendo la guerra, ho un altro precedente storico da segnalare:
Quello della 'vittoria mutilata'.
Ora che è chiaro che l'invasione di #putin é un fallimento, che il suo esercito avanza all'incontrario, e che gli ucraini cacciandoli a mano a mano dalla loro terra hanno la certezza non solo della vittoria,
ma degli orrori che troveranno nei territori liberati, credete davvero che forzarli in QUESTO momento a rinunciare alla liberazione dei propri connazionali sia un atto saggio e che favorisce la pacificazione dell'area?
Si è piú volte parlato, con uno sguardo alla storia, delle possibili ripercussioni di una sconfitta totale ed umiliazione per la 🇷🇺, ma non si è quasi mai discusso di quali (nefaste) conseguenze potrebbe avere strappare la vittoria dalle braccia degli ucraini, e se lo si è
fatto, è stato solamente in relazione a quali effetti avrebbe avuto sulle mire e politiche imperialiste del suo aggressivo vicino.
L'Ucraina, come sapete, non rivendica per sé un solo cm in piú del territorio a lei riconosciuto dal diritto e dalla comunità internazionale.
Non ha alcuna mira al di fuori dei suoi confini legalmente stabiliti.
Vedersi costretti a dover abbandonare la vittoria ora che finalmente hanno dimostrato di poter sconfiggere il nemico sul campo, e di poter liberare i propri cari dall'oppressione e dalle torture dell'invasor, sarebbe vissuto alla pari di un'enorme calamità,
una tragedia su scala nazionale, e per molti versi lo sarebbe, ancora piú tragica dopo la tragedia della guerra e delle bombe.
Nessuno si è fermato a pensare a quale disperazione, tensioni e veri e propri risentimenti, potrebbe creare in questa giovane democrazia che ha puntato tutto, la libertà ed il proprio futuro in primis, sulla prospettiva europea e la visione del modello filooccidentale?
Un paese che è vittima di un'ingiusta aggressione, e sta legittimamente difendendo la propria libertà e la propria popolazione,
avrebbe ben ragione nel suo rancore verso chi gli ha impedito di dare giusta sepoltura ai morti di #Mariupol, di riportare a casa i propri bambini?
Cosa proverebbero negli anni sentendo notizie di dei propri cari maltrattati nelle terre occupate, vedendo immagini degl'invasori marciare orgogliosi della loro aggressione criminale nelle loro strade, appropriarsi delle loro case, passare le vacanze sulle spiagge del loro mare,
sapendo che la loro terra oggi non è libera non perché mancò il coraggio o il valore sul campo,
ma perché noi ci rifiutammo di sostenerli come avevamo ripetutamente promesso ed assicurato?
Vogliamo parlare di miti, di precedenti storici? Perché non menzionare quello della 'pugnalata alla schiena'?
Con questo non voglio gettare ombre sulla società ucraina, la cui democrazia non è meno in pericolo della nostra o di altri paesi di lunga tradizione democratica,
come ci dimostra il caso degli Stati Uniti post-trump, ma per enfatizzare quanto legittimo quanto assicurato, e potenzialmente nocivo, sarebbe la rivolta morale e lo sdegno causato quando ad una causa legittima viene negata la giustizia.
Il fatto che la storia ci insegni come traumi, tensioni, rancori ed umiliazioni possano portare alla polarizzazione e alla destabilizzazione di una società e di uno stato, sembra essere una preoccupazione che ci siamo posti solo parlando dell'aggressore e mai della vittima,
e questa è un'altra nostra grave colpa che segnala un nostro atteggiamento verso un paese vicino ma che ci sforziamo di non voler conoscere.
Anche in prospettiva UE è non solo nostro interesse, ma nostro DOVERE e responsabilità assicurarci di sostenere il percorso europeo e
democratico di un candidato membro che oggi sta pagando col sangue e con la vita il suo futuro nella nostra casa comune che chiamamo Europa.
Inversamente, volerlo sottoporre a processi, imposizioni e stress destabilizzanti porterebbe non solo sofferenza,
ma sarebbe potenzialmente dannoso per la nostra collettività:
Mai mi stancherò di ripetere che, se davvero fossimo convinti europeisti, se davvero avessimo a cuore i nostri valori occidentali, tratteremmo l'aggressione all'🇺🇦 come se sott'attacco fosse una nostra regione;
come se a venir bombardati fossero i nostri fratelli e concittadini, come i siciliani o i piemontesi, come se tutto questo fosse qualcosa di personale. Perché lo é.
Il fatto che siamo pronti a sacrificare non solo l'integrità territoriale ucraina,
che poi giuriamo a parole di riconoscere e rispettare,
ma anche i nostri stessi valori fondanti, la dice lunga sulla nostra società e cultura,
non su quella di chi difende la propria esistenza e libertà, guardando a noi come ispirazione per il loro futuro.
Si parla spesso delle conseguenze e dei rischi di un 'umiliante sconfitta' russa, ma mai di una 'vittoria mutilata' (che suona tanto come 'pace forzata') ucraina.
Per quanto possa interessare, i miei 2 cent sulla (possibile) minaccia nucleare russa:
innanzitutto voglio sottolineare come la questione del nucleare fosse inevitabile dal momento in cui si è capito che l'#Ucraina avrebbe resistito e non sarebbe capitolata, e l'Occidente ha deciso di sostenere la loro causa:
"E se #putin minacciasse la guerra nucleare se non smettiamo di fornire armi? E se incapace di conquistare #Kyiv e i territori ucraini decidesse di raderli al suolo con degli ordigni nucleari?"
Vorrei fare un thread sulle parole di #Santoro ieri a #PiazzaPulita su nazismo nell'esercito ucraino. Direte: "ma perché dedichi tempo a quel rimbambito?" e avreste anche ragione, ma alcune delle cose che dice sono (purtroppo non sempre solo in malafede) condivise da molti:
In questo spezzone Santoro spiega che allo scoppio della guerra nel Donbas combattevano dalla parte ucraina milizie contenenti elementi estremisti e neonazisti. E fin qui tutto ok. MA il problema sarebbe arrivato con la decisione di incorporare...
... queste milizie nell'esercito come forze regolari. Cosí quei gruppi estremisti paramilitari sarebbero ora parte dei reparti delle forze armate ucraine, e da qui originerebbe e sarebbe giustificata la "denazificazione", non da un'invenzione casuale.