SPECIALE FREDDIE MERCURY #Freddielivesinourhearts by @FabioLisci
Era il 24 novembre 1991 quando, il mondo intero, venne a conoscenza della morte di Freddie Mercury, leader indimenticabile -ed indimenticato- dei Queen. Solo il giorno prima, il cantante aveva voluto condividere
con i fans e il suo pubblico, le condizioni di salute. Lo ha annunciato venerdì 22 novembre 1991, ma la data che viene ricordata è il 23 perchè la notizia è diventata l'apertura di tutti i giornali. Freddie Mercury, dal letto della sua casa di Logan Place, a Londra, ventiquattro
ore prima di morire rilasciava questa dichiarazione:
“A seguito dell’enorme congettura sulla stampa nelle ultime due settimane, desidero confermare che sono stato testato per l’HIV e ho l’AIDS. Ho ritenuto corretto mantenere queste informazioni private fino ad oggi per
proteggere la privacy di coloro che mi circondano. Tuttavia, ora è giunto il momento per i miei amici e fans di tutto il mondo di conoscere la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai miei medici e a tutti coloro che nel mondo intero nella lotta contro questa terribile
malattia. La mia privacy è sempre stata molto speciale per me e sono famoso per la mia mancanza di interviste. Si prega di comprendere che questa scelta continuerà”.
Erano mesi che il frontman dei Queen, dio in terra del rock, era perseguitato dalla stampa inglese che si chiedeva
come mai fosse così dimagrito, come mai fosse scomparso dalle scene. Titoli su titoli che si inseguivano e che non gli davano pace. Ma il cantante, che ha contratto il virus dell'HIV nel 1989, aveva deciso di condividere la malattia solo con le persone più care: la famiglia,
la band, il compagno Jim Hutton, l'amico Dave Clerk, e l'amica ed ex compagna Mary Austin.
Peter Freestone, per 12 anni il suo assistente personale, nonchè grande amico, racconta: «Da dopo la diffusione del comunicato stampa, Freddie è cambiato totalmente. All'inizio della
settimana era teso, poi si è rilassato. In tutti quegli anni non lo avevo mai visto così sereno. Non c'erano più segreti, non si nascondeva più. Sapeva che avrebbe dovuto fare quella dichiarazione, altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare che lui considerasse l'AIDS come
qualcosa di sporco, da nascondere sotto il tappeto».
Finchè il corpo ha retto, fino a sei mesi prima del 24 novembre, Freddie ha continuato a creare la sua musica. L'ultimo regalo che ha fatto al mondo fu These Are the Days of Our Lives, di cui ha realizzato un video coi Queen.
Una canzone pensata dal batterista Roger Taylor, poi diventata il manifesto di addio del cantante. Le riprese gli costarono ore di trucco per mascherare i segni della malattia, motivo per cui il video è stato girato in bianco e nero. Ma Freddie Mercury voleva farlo a tutti i
costi. In These are the Days of our Lives, Freddie cantava “Non puoi tornare indietro nel tempo, non puoi tornare indietro nel tempo, non è un peccato?”. E, negli ultimi momenti, guarda dritto in telecamera e dice: “I Still love you”,
una sorta di messaggio finale emozionante, diretto ai suoi fans.
Freestone racconta che Freddie non ce la faceva più: «Aveva deciso di morire. Il 10 novembre 1991 aveva smesso di assumere le medicine che lo stavano mantenendo in vita. L'AIDS gli aveva cancellato ogni autonomia,
quello è stato il suo modo di riprendere il controllo della sua esistenza». L'ultima settimana gli amici non l'hanno mai lasciato solo. «Facevamo turni di dodici ore», racconta Freestone. Sabato 23 novembre Freddie Mercury è entrato in coma e accanto a lui c'era il compagno.
Domenica 24 novembre alle ore 18:48, Freddie morì nella sua casa per una broncopolmonite, complicanza dell'AIDS. La notizia ha scioccato milioni di fans che ancora non si erano ripresi dall’annuncio della malattia. Quel giorno i Queen perdevano il loro leader, con cui hanno
condiviso 15 album straordinari e con cui hanno scritto la storia della musica. Quel giorno il mondo perdeva il re del rock.
Alcuni sostengono che le ceneri del cantante siano a Kensal Green, a Londra, per una lapide che riporta il nome di battesimo Farrokh Bulsara.
In realtà solo una persona sa dove si trovino, ed è l'amica ed ex compagna Mary Austin che, come promesso a Freddie Mercury, continua a mantenere il segreto.
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#ItalianRock by @LorenzoManfro. Nel novembre del 1970 esce per la Ri-Fi Terra in Bocca – Poesia di un delitto dei Giganti terzo disco disco in studio della band. Il disco, impegnato in temi difficili e pesanti, viene registrato a Milano ed è composto di nove pezzi legati tra loro
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Il disco è un pesante j'accuse alla gestione mafiosa della privatizzazione dell'acqua in una Sicilia riarsa. Un sedicenne si ribella e viene ammazzato e viene vendicato dal padre. Il disco sparisce per questo quasi subito dalla programmazione radio e dai circuiti di vendite
#ProgRock@GrumpyOldRick by @LorenzoManfro. Nella seconda metà del 1970 gli Strawbs pubblicano per la A&M il disco live Just a Collection of Antiques and Curios registrato al Queen Elizabeth Hall a Londra l'11 Luglio del 1970
La Band è composta da Dave Cousins chitarre e voce (e leader del gruppo) Tony Hooper chitarre acustiche e voce John Ford basso e voce Rick Wakeman (prossimo ad entrare negli Yes) tastiere e Richard Hudson batteria e cori
Il Gruppo aveva mosso i primi passi nel 1964 sempre sotto la guida di Dave Cousins che oltre tutto scrive buona parte dei pezzi della band. Inizialmente suonano una sorta di country – folk che con il tempo verrà contaminato da pulsioni rock prog
#recommendedbyRockandOthers#sonofabyss#Abisso by @FabioLisci
Oggi vi presentiamo gli Abisso, un interessantissimo progetto, interamente femminile, composto da Valeria Ghisu e Debora Caputo rispettivamente EryaV e D’avy. Esordiscono il 3 Giugno 2022 con la loro opera prima
Son Of Abyss , un album strumentale, interamente auto-prodotto, di stampo dark ambient, dalle atmosfere molto poetiche e alienanti. Le dieci tracce dalle quali è composto sono legate da un filo conduttore costituito da molteplici elementi e sfumature, ognuna con una propria
precisa funzione; esse danno vita ad un vero e proprio “concept album” dai forti richiami cinematografici. Le, Un feeling oscuro fatto di atmosfere rarefatte e meste caratterizza i brani, e rende tangibile quell’inquietante abisso di cui canta il duo. La componente musicale,
#BritPop by @solar_constant7
“Lucky man” è il terzo singolo estratto dal terzo album dei Verve “Urban Hymns”.
Il brano è stato pubblicato il 24 novembre 1997 e ha raggiunto la 7^ posizione nella UK Singles Chart.
Richard Ashcroft ha dichiarato in un’intervista che la canzone è stata "ispirata dal rapporto con mia moglie e da quella sensazione di quando si supera quella sorta di danza del pavone che si ha all'inizio di una relazione. E si arriva alla vera essenza di noi stessi.”
Bono ha inserito la canzone dei Verve come uno dei sei brani pubblicati tra il 1986 e il 2006 che avrebbe voluto scrivere lui.
Prendo in esame la seconda fatica del quartetto di Liverpool, quel “With The Beatles” che a mio parere può definirsi a buona ragione come un’unità compatta insieme al primo “Please Please Me”. Infatti i suddetti album furono pubblicati a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro,
e hanno una struttura simile: quattordici concise caramelle pop, in cui si alternano alla maggioranza dei pezzi Di Lennon & McCartney una manciata di cover r’n’r, un minimo spazio per George Harrison (massimo due canzoni per l’intero album) ed eventualmente un angolo