"È un diritto fondamentale avere cibo in tavola, assistenza sanitaria, istruzione e alloggio. Sono favorevole a un minimo di dignità e uguaglianza per tutti i brasiliani che non hanno avuto la mia stessa fortuna" ha detto #Richarlison, attaccante del Brasile.
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Queste frasi sono riemerse in questi giorni, dopo che giovedì sera la punta del Tottenham ha realizzato una doppietta ai Mondiali in Qatar contro la Serbia.
In realtà risalgono al 2020, in un'intervista che Richarlison rilasciò al giornale brasiliano O Globo. "Le persone, da dove vengo io, non hanno voce. Il calcio mi ha salvato".
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"Ho letto in un articolo che il 75% della popolazione povera in Brasile è nera, e che anche il 76% delle persone uccise ogni anno sono nere. Coincidenza? Non devi essere un re della matematica per realizzare l'ovvietà".
Ma Richarlison spesso ha preso posizioni politiche. Nel 2020 ha parlaro del razzismo e della violenza della polizia, collegando l'omicidio di George Floyd negli USA a quello simile avvenuto in Brasile ai danni di João Pedro.
"Il razzismo è qualcosa a cui chi viene da una favela è abituato. Le persone che protestano nelle strade negli USA fanno bene a chiedere giustizia. se fossi là, lo farei anch'io."
Ha parlato di nuovo chiaramente contro il razzismo a fine settembre, quando a Parigi gli hanno tirato una banana dagli spaltri durante un'amichevole tra Brasile e Tunisia.
È stato anche il primo calciatore brasiliano a invitare pubblicamente la gente a farsi vaccinare contro il Covid-19, spiegando di non credere a fake news e teorie del complotto.
"Penso sia giunto il momento di valorizzare e incoraggiare i nostri ricercatori e scienziati e tutti coloro che stanno combattendo questa battaglia" disse, nella campagna realizzata dall'Università di São Paulo.
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Nel gennaio 2021 Richarlison sensibilizzò la gente i merito alla campagna per far fronte alla grave crisi sanitaria di Manaus, dove era stato esaurito l'ossigeno negli ospedali, rendendo difficile intubare i malati gravi di Covid.
Ancora nel 2020 aveva denunciato sui social la crisi elettrica in corso nello stato di Amapá, dove la gente è rimasta senza corrente per due settimane.
Inoltre. Richarlison è impegnato anche sul fronte ambientalista ed animalista. Prima di partire per i Mondiali, l'attaccante ha adottato un giaguaro del Parco Nazionale di Pantanal, nel Mato Grosso.
È poi intervenuto, sempre nel 2020 in un caso di violenza di genere molto discusso in Brasile: "La violenza sulle donne è abominevole. Non importa chi la commette o perché. Non c'è motivo al mondo che possa giustificarla".
A giugno, è stato anche il primo calciatore brasiliano a chiedere pubblicamente verità e giustizia per Dom Phillips e Bruno Pereira, attivisti ambientalisti uccisi in Amazzonia.
Alcuni tifosi qatarioti, ieri sera durante #SpagnaGermania, hanno inscenato una protesta contro i tedeschi, mettendosi polemicamente la mano sulla bocca e mostrano immagini di Mesut Ozil, ce si è ritirato dalla Nazionale tedesca denunciando il razzismo subito.
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Il gesto della mano sulla bocca rimanda chiaramente alla protesta dei calciatori tedeschi nel match d'esordio al Mondiali, contro il divieto della FIFA e del Qatar verso la fascia arcobaleno della campagna #OneLove.
Il riferimento a Ozil è per le accuse che il centrocampista tedesco d'origine turca rivolse alla Germania e alla sua Federcalcio nel 2018, quando decise di lasciare la Nazionale.
Ieri, durante Croazia - Canada dei Mondiali i tifosi balcanici hanno esposto questa bandiera contro il portiere canadese Milan Borjan. Knin è la città in cui è nato, in Crozia, in cui nel 1995 avvenne una discussa battaglia.
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L'Operazione Tempesta fu condotta dall'esercito croato contro la minoranza serba della Krajina, dove si era formata una repubblica separatista. Per i croati servì a liberare la zona dall'occupazione straniera, per i serbi fu pulizia etnica.
Borjan proviene da una famiglia croata di origini serbe, che come molte altre fu costretta a lasciare il paese dopo la battaglia di Knin, trasferendosi in Canada. All'epoca dei fatti, il portiere aveva 8 anni.
Oggi Alphonso #Davies ha segnato il primo gol della storia del #Canada ai Mondiali di calcio. Un traguardo storico, per un giovane rifugiato politico, scappato dalla guerra in Liberia assieme alla famiglia.
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Davies è nato nel 2000 nel campo profughi di Buduburam, in Ghana, dopo che la sua famiglia era scappata dalla seconda guerra civile liberiana, scoppiata nel 1999. Il calcio è stato fondamentale per integrarsi in Canada, dove è arrivato nel 2005.
Oggi è uno dei migliori giocatori al mondo, e ha scritto un pezzo di storia del calcio canadese. È anche un ragazzo che, in passato, si è schierato contro il razzismo, nei giorni successivi all'omicidio di George Floyd negli Stati Uniti.
Giovedì sera, in occasione della partita col Brasile, esordio ai Mondiali di #Qatar2022, i giocatori della Serbia hanno esposto nello spogliatoio questa bandiera: si vede la mappa del Kosovo, con la scritta "Mai arrendersi" e i colori serbi.
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La questione del Kosovo è ancora molto sentita in Serbia, e in generale le tensioni tra i due paesi sono ancora oggi molto forti, soprattutto nel periodo più recente.
Tensioni che si riflettono bene anche nel calcio. La canzone di Ana Kokic "Mitrogol", una sorta di inno non ufficiale della Nazionale per i Mondiali, in mezzo a veri riferimenti calcistici inserisce anche la frase "Kosovo è Serbia".
Poco fa l'#Iran ha ottenuto una importantissima vittoria sul Galles, che gli apre le porte di una possibile prima qualificazione agli ottavi dei Mondiali. Mentre sugli spalti proseguono le proteste contro il governo di Teheran.
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La sicurezza dello stadio è intervenuta per impedire a questa tifosa di mostrare la maglietta per #MahsaAmini. Il Qatar è un importante alleato geopolitico dell'Iran.
Nella giornata di ieri, la #Danimarca ha annunciato, per voce del presidente della Federcalcio, la possibilità di uscire dalla FIFA per protesta contro le decisioni di Giani Infantino sulla fascia #OneLove ai Mondiali in Qatar.
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“Ci sono le elezioni presidenziali della FIFA. Ci sono 211 paesi nella FIFA e l'attuale presidente ha dichiarazioni di sostegno da 207 paesi. La Danimarca non è tra quei paesi" ha aggiunto.
Il dibattito su una possibile (clamorosa) uscita dalla FIFA avrebbe coinvolto innanzitutto le federazioni scandinave, ma ora ieri notte tutte le sette federcalcio coinvolte nella campagna #OneLove hanno discusso possibili azioni contro la FIFA.