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Jan 15, 2023 10 tweets 5 min read Read on X
2 #ghiacciai su 3 potrebbero sparire entro il 2100 a causa del cambiamento climatico: è lo scenario peggiore previsto da un nuovo modello messo a punto grazie a una enorme quantità di dati su tutti i ghiacciai della Terra e sui vari scenari di aumento della T globale (1/8) Image
È quanto emerge in questo studio già citato ▶️ bit.ly/3Wwid2S. Il futuro ritiro di tutti i singoli ghiacciai della Terra è stato proiettato fino al 2100 sulla base degli scenari SSP. La perdita di ghiaccio dipende quasi linearmente dalla velocità di riscaldamento. (2/8) Image
Anche nello scenario migliore, con un aumento di T < a 1,5 gradi C in più rispetto ai livelli preindustriali, andrà comunque persa la metà dei ghiacciai. A essere colpiti saranno soprattutto quelli di dimensioni < a 1km^2 in Europa centrale, Canada occidentale e USA. (3/8)
Anche se la differenza nella perdita complessiva di ghiaccio dei ghiacciai entro il 2100 tra un riscaldamento di 1,5 e 4 gradi C non è enorme (26% vs 41 %), la sopravvivenza dei piccoli ghiacciai dipende fortemente dall'evoluzione climatica. #ClimateCrisis (4/8) Image
Nelle #Alpi, secondo gli esperti, è possibile salvarne solo una piccola parte, come già si supponeva, vedi per es. questi recenti studi il secondo dei quali dedicato al futuro dell’#Aletsch ▶️ bit.ly/3iIMe7u ▶️ bit.ly/3CR1Nkl (5/8)
I tassi di fusione sono continuati ad aumentare negli ultimi decenni e questi processi influenzeranno profondamente, tra le altre cose, l'innalzamento del livello del mare e la disponibilità di acqua dolce per miliardi di persone. #Clima (6/8)
Riuscire a prevedere in modo il più possibile accurato la perdita di massa dei ghiacciai è quindi fondamentale per capire come cambierà l'ambiente e per guidare i futuri sforzi globali di adattamento e mitigazione del clima. #ClimateAction (7/8)
Il “Take home message” dello studio: anche se il destino di gran parte dei ghiacciai è segnato, una rapida riduzione delle emissioni può prevenire gli impatti peggiori! ▶️ bit.ly/3Xs3eNK #ClimateActionNow (/end)
Vedi anche l'intervista a Johannes Oerlemans, premio Balzan 2022 insieme a Dorthe Dahl-Jensen @BalzanPrize swissinfo.ch/ita/economia/-…
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Jun 11
Domenica è stato il #WorldOceansDay @WorldOceansDay. 🌊
Per l’occasione, in questo lungo 🧵 parlerò di un importante lavoro di attribuzione che è uscito lo scorso 4 giugno e che riguarda gli oceani, in particolare uno. 👇(1/29) 🌊 🔥🌡️
nature.com/articles/s4158…
Si tratta di un lavoro che stabilisce le cause della potente e protratta heatwave marina che ha colpito il Nord Atlantico (NATL) fra metà 2023 e gran parte del 2024, con strascichi che ancora oggi persistono. Se ne è parlato tanto, ora il punto. (2/29) Image
Questa ondata di calore marina (MHW) senza precedenti registrata nel NATL è stata, a sua volta, all’origine di una sorta di caos meteorologico estremo e di heatwaves atmosferiche, soprattutto in Europa, in particolare durante l’estate 2023 ma anche nei mesi a seguire. (3/29)
Read 30 tweets
Jun 7
In attesa della prima #heatwave nella regione alpina di questa nascente estate, segnalo 2 studi appena pubblicati che corroborano ulteriormente la crescente tendenza dei fenomeni #ClimateWhiplash. Il primo viene dal gruppo #IACETH 👉 , con altri. (1/7)tinyurl.com/mrxbzfs
Ti dice che l'impatto della siccità improvvisa sugli ecosistemi globali viene amplificato dal caldo estremo – che implica un’elevata domanda di umidità atmosferica – portando a un calo più netto della produttività degli ecosistemi, in particolare nei terreni coltivati. (2/7)
Read 9 tweets
Jun 1
La gigantesca #frana di #Blatten è molto probabile che sia riconducibile al riscaldamento climatico, che 📉 la tenuta del #permafrost e rende quindi meno stabile il terreno roccioso e le stesse montagne. 🧵(1/12)
Riscaldamento che, per come sta proseguendo, rischia di far perdere i 3/4 di tutti i ghiacciai presenti sulla 🌍. È quanto prevede una ricerca appena pubblicata. 👇(2/12)
science.org/doi/10.1126/sc…
Un draft di questo lavoro ho avuto occasione di seguirlo su poster in occasione del recente summit dell’#EGU un mese fa, ne ho parlato qui 👇 / (3/12)
Read 13 tweets
May 29
Tra il 2015 e il 2022 è scomparso circa il 15% del ghiaccio perenne (#permafrost) sul pendio dello Stockhorn sopra Zermatt. Nei fori di trivellazione, la T è 📈 di ~ 1°C negli ultimi 20 y e il punto di congelamento è ora di diversi m + ⬇️ nel sottosuolo.
iopscience.iop.org/article/10.108…
Una singola estate calda, come quella del 2003, 2015 o 2022, può portare alla perdita irreversibile del permafrost sulle montagne di tutta Europa. Per rigenerare il permafrost servono condizioni molto specifiche, difficili da ottenere. /
In molti luoghi, il permafrost alpino ha già raggiunto il punto di non ritorno o è sul punto di farlo. Ciò significa che da questo momento in poi la sua scomparsa accelera autonomamente e non può essere arrestata senza cambiamenti significativi nel clima. /
Read 5 tweets
Apr 29
Excerpts & insights from #EGU2025.
Direttamente dalle sessioni segnalate col pallino blu 👇(la dimensione è correlata al numero di presentazioni / poster seguiti). Coming soon, stay tuned! @EuroGeosciences / EGU on bsky Image
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Nell’ambito della sessione AS (scienze atmosferiche), mi sono concentrato sulla sezione dedicata agli impatti dei vulcani sul clima (AS3.16). Nella 1a parte di questo resoconto, mi concentrerò sui più recenti studi relativi all’eruzione dell’Hunga. Poi aggiungerò altro🌋🌦️🧵(1/n) Image
L’eruzione vulcanica dell’#Hunga Tonga-Hunga Ha’apai (HTHH) del 2022 ha iniettato circa 150 Tg di vapore acqueo direttamente nella stratosfera (al di sopra di circa 25 km dal suolo) e un quantitativo assai inferiore, di 2 ordini di grandezza, di aerosol solfati. (2/n)
Read 46 tweets
Apr 16
Campione di anelli di un albero di larice subfossile ricuperato da sedimenti glaciali morenici del ghiacciaio dell'#Aletsch in🇨🇭,h/t @subfossilguy. ↙️
Notare l'anno 536, uno dei + freddi degli ultimi 2k anni, una specie di 2023 al contrario.↘️
nature.com/articles/s4158…Image
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Il 536, come sanno bene gli storici, ha dato inizio alla “age of darkness” (il decennio più freddo on record), periodo che coincise anche con la peste di Giustiniano. Dal punto di vista climatico, ci sono di mezzo importanti eruzioni vulcaniche, ma ci tornerò.
Da tempo si sapeva di una gigantesca eruzione vulcanica e della “age of darkness” (LALIA). Però, prima si parlava solo della “mystery cloud” osservata nelle regioni mediterranee (+ alcune delle anomalie climatiche iniziate proprio nel 536). 🧵(3/20) tinyurl.com/4w2m4husImage
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