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Putin ha iniziato a perdere influenza nello spazio post-sovietico, afferma una analisi di Bloomberg.

La guerra in Ucraina ha spinto le ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale e del Caucaso a cercare sempre più modi per ridurre la propria dipendenza dal Cremlino.

In questo contesto, la Turchia, l'Unione Europea e una serie di altri attori stanno rafforzando la loro influenza nella regione. Mosca è consapevole della situazione e sta reagendo nervosamente, anche duramente.

Per decenni, la Russia ha agito come "un cane da guardia nell'Eurasia settentrionale, dove non sarebbe accaduto molto se al Cremlino non fosse piaciuto", spiega la politologa Ekaterina Shulman (inclusa nel registro degli agenti dei media stranieri).

Ora, secondo lei, è improbabile che la Russia possa uscire dalla guerra "più forte di prima", il che significa che "sarà più difficile dettare la sua volontà ai suoi vicini".

Annette Bohr, analista per l'Asia centrale presso il centro britannico Chatham House, concorda sul fatto che un certo numero di paesi della regione, in particolare Kazakistan e Uzbekistan, stiano facendo tutto il possibile per diversificare le relazioni.

Tuttavia anche questi Paesi non possono "cambiare geografia” - ci sono legami profondi e confini estesi con Mosca. Pertanto, non saranno in grado di sbarazzarsi completamente della dipendenza da Mosca - "almeno per molti anni".

Bloomberg fornisce comunque diversi esempi di come i Paesi dell'Asia centrale e del Caucaso si siano allontanati dalla Russia.

- In #Kazakhstan 🇰🇿 il presidente Kassym-Jomart Tokayev, si è apertamente opposto alla giustificazione della guerra da parte di Vladimir Putin e ha persino accolto nel Paese centinaia di migliaia di russi fuggiti dalla mobilitazione.

Il Cremlino ha risposto bloccando le esportazioni di petrolio kazako verso l'UE attraverso un terminal russo a Novorossiysk. Tokayev ha successivamente ordinato un aumento fino a 20 milioni di tonnellate di forniture di petrolio aggirando la Russia.

Il Kazakhstan ha poi concluso un accordo sull'espansione dei propri legami di difesa con la Turchia.

- L'#Uzbekistan 🇺🇿 stava cercando di diventare meno dipendente dalle relazioni commerciali con la Russia anche prima della guerra, ricorda Bloomberg. In estate ha firmato un accordo di partenariato rafforzato con l'UE negoziato da diversi anni.

E a dicembre, gli Stati Uniti, a seguito dei risultati del secondo dialogo di partenariato strategico, hanno espresso sostegno all'Uzbekistan nella creazione di nuove rotte commerciali e nella diversificazione dei mercati di importazione ed esportazione.

- Infine, l’#Armenia 🇦🇲, dopo il rifiuto della CSTO di aiutarla nel conflitto armato con l'Azerbaigian lo scorso anno (battaglie di posizione al confine a settembre), ha annullato le esercitazioni dell'organizzazione nel Paese.

A beneficiare maggiormente dell’esitazione di Mosca è stata Ankara, osserva Bloomberg. A ottobre si è svolto il primo incontro ufficiale in 13 anni tra i leader di Armenia e Turchia sulla possibilità di raggiungere la normalizzazione delle relazioni e l'apertura delle frontiere.