#19febbraio 1937. #AddisAbeba, Etiopia. È mattina. Due uomini della resistenza etiope, Abraham Deboch e Mogus Asghedom, durante una celebrazione, tentano di uccidere la massima autorità in città: il viceré, l’italianissimo Rodolfo Graziani.
Facciamo un passo indietro: è il 9 maggio 1936. Il capo del governo italiano, Benito Mussolini, è a Palazzo Venezia. Parla alla folla, parla agli Italiani. C’è una guerra in corso, in Etiopia, la sta combattendo il generale Badoglio.
Quel giorno, però, anche se la guerra non è finita, perché la resistenza degli Etiopi è più forte del previsto, Mussolini proclama l’Impero. Vittorio Emanuele III diventa imperatore.
Badoglio, ansioso di tornare in patria, lascia sul posto il generale Graziani. Diventa viceré.
Graziani ha fretta di conquistare l’Etiopia ed è pronto a usare qualsiasi mezzo, anche più di quanto avesse fatto Badoglio, che già non si era contraddistinto per umanità, con bombardamenti ai civili e agli ospedali. Aveva usato l’iprite, Badoglio.
Ecco, Graziani fa di peggio. Per chiudere la pratica della guerra, inizia a eseguire esecuzioni sommarie di tutti coloro che identifica come ribelli. E non importa che alcuni si fossero arresi.
È in questo clima che il 19 febbraio 1937 due giovani etiopi tentano di uccidere, senza riuscirci, il viceré Graziani: è in questo clima che iniziano i tre giorni che ad Addis Abeba ricordano ancora.
A partire dal 19 febbraio gli Italiani prendono i manganelli e picchiano e uccidono tutti coloro che trovano per strada. Nel pomeriggio, poi, la repressione diventa scientifica. gli Italiani si muovono in gruppi, bruciano le case, finiscono chi fugge con le bombe a mano.
Continua così per tutta la notte: la mattina dopo, il generale Graziani ordina di scavare le fosse comuni per i cadaveri - tanti, troppi per essere seppelliti in altro modo.
Continua così per tutta la notte, e poi per altri due giorni. Per ordine di Mussolini, pare.
Poiché si ritiene che alcuni membri della resistenza siano nascosti a Goggetti, una cittadina poco distante da Addis Adeba, tutti gli uomini che si trovano lì vengono uccisi. Dal 19 al 21 febbraio '37 i morti in Etiopia per mano italiana, secondo gli storici, furono circa 19.000.
Dal 2006 giace una proposta di legge per istituire una Giornata Nazionale in ricordo delle vittime del Colonialismo italiano, nata da un appello di Angelo Del Boca. La data scelta era quella del 19 febbraio, ricordata da tutti in Etiopia e conosciuta da pochissimi in Italia.
Riprendere quella proposta di legge sarebbe doveroso, per non dimenticare.
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Prima chiamata a raccolta di disponibilità per il progetto di cui avevamo parlato in campagna elettorale.
Il numero (verde) è quello che conoscete: 3477676501. Scrivete su WA per segnalare disponibilità, soluzioni o proposte, per denunciare ritardi o situazioni critiche. @Ciwati
"Che cosa farai dopo le elezioni?
La mia risposta è: farò Clima.
Sottotitolo: soluzioni politiche per il cambiamento.
E lo farò per i primi 100 giorni dopo il voto, i primi 1000, i primi 10000 e fin quando ce ne sarà bisogno.
Raccoglierò e promuoverò informazioni, ricerche, leggi, modelli stranieri, norme che fanno spazio all’energia pulita, rinnovabile. Alla ricerca. Al climate proofing, che vuol dire integrare le misure contro il cambiamento climatico nello sviluppo di progetti infrastrutturali.