La Resistenza di noi donne non fu marginale. Abbiamo subito arresti, torture, deportazioni, fucilazioni.
35mila le donne partigiane. 4.653 quelle arrestate e torturate. 2.750 deportate, 2.900 uccise. E poi io, Annunziata Verità. @JohannesBuckler -> peoplepub.it/pagina-prodott… 1/12
Ricordate i vostri 18 anni? Immagino di sì, e spero siano stati sereni. Un’età importante. L’affetto dei vostri genitori, gli amici, le giornate in biblioteca a studiare, le serate in discoteca. Una passeggiata a cavallo. Un momento della vita particolare, indimenticabile. 2/12
I miei 18 anni? Un ricordo nitido. Un giorno esatto. L’11 agosto 1944.
Il luogo? Villa San Prospero. Un salone, alle pareti i ritratti di Mussolini e Hitler. Non era una festa, ma un interrogatorio. Violento, perché io stavo zitta. E lui che mi picchiava. 3/12
“Lui” era il camerata Raffaele Raffaeli, un fascista caratterizzato da un estremo fanatismo ideologico, come suo padre. 4/12
Mi avevano arrestato alle dieci del mattino. Ero in bicicletta nei pressi di Marzeno quando i fascisti mi avevano riconosciuto. In tre mi avevano tirata giù dalla bicicletta e picchiata. E portata con altri contadini a Villa San Prospero. 5/12
E poi la scelta. Per la fucilazione.
Io, Annunziata Verità, 18 anni, Carlo Casalini, Emilio Nanni, Luigi Sangiorgi, Giuseppe Savini.
«Condannata a morte.» Quelle parole mi risuonarono nella testa tutta la notte. Fino alle 4 del mattino, quando ci caricarono su un camion. 6/12
Ci misero davanti al muro del cimitero. Girati di schiena come si fa con i traditori. Le braccia sollevate in alto contro il muro. Non riuscivo nemmeno a piangere. E poi l’ordine di Raffaeli: «Plotone, attenti. Caricare. Puntare. Fuoco!» 7/12
Non so se fu voluto, ma la scarica mi colpì tutte e due le braccia che tenevo in alto. Sentii un gran bruciore e mi lasciai cadere. Ho ancora le cicatrici dei proiettili che mi trapassarono le braccia. Mi finsi morta. 8/12
Raffaeli diede il colpo di grazia in testa a tutti. Ma la mia testa era finita sotto i corpi e il proiettile la prese di striscio.
Non credo ai miracoli. So solo che sono sopravvissuta. Quando i fascisti scoprirono che non ero tra i cadaveri, ero già in fuga verso i monti. 9/12
Raffaele Raffaeli che mi aveva picchiata durante l’interrogatorio e che aveva esploso i colpi di grazia sui miei compagni? È morto tranquillamente nel suo letto nel 1981. Mai condannato, come gli altri otto fascisti responsabili. 10/12
È difficile oggi raccontare l’orrore e la paura di quella notte. Condannata a morte, a soli 18 anni. Oggi sono tornata al cimitero di Rivalta. A fianco del cancello di ingresso, c’è una lapide con le foto e i nomi dei miei compagni. «Qui caddero fucilati il 12 agosto 1944» 11/12
Una dei racconti di "Non esistono piccole storie", di @JohannesBuckler. Se acquisti i libri di Johannes su peoplepub.it/pagina-prodott… (o in generale se fai un ordine di più di 30 euro sul nostro sito) ricevi in omaggio shopper e taccuino realizzati da Mauro Biani per il #25aprile.
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Sostituzione etnica: teoria del complotto secondo la quale i poteri forti, le élite europee e facoltosi ebrei starebbero organizzando la sostituzione del popolo europeo con una sorta di “meticciato globale”
favorendo e finanziando l’immigrazione verso l’Occidente. 2/9
Si scrive “sostituzione etnica”, si legge “piano Kalergi”, oppure “George Soros”.
Nella retorica dell’estrema destra e del neofascismo, infatti, le tre locuzioni vengono utilizzate come sinonimi, per quanto ciascuna nel contesto più appropriato. 3/9
Un omaggio alla luce inarginabile delle rivoluzioni sociali, dall'autrice, attrice e regista già allieva di Dario Fo, Franca Rame e @Pennacchiiiii.
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Nel libro tratto dall’omonimo spettacolo, Giorgia Mazzucato ci accompagna con ironia tagliente tra le tappe fondamentali del suo percorso di vita da persona queer. Una storia personale, ma che può parlare a tantə. Una storia semplice, quella di una donna che ama un’altra donna.⬇️
E mentre il racconto scorre, le risate si alternano a momenti drammatici, portando in superficie diverse sfaccettature dell’omobitransfobia che attanaglia il nostro Paese. Komorebi è una parola giapponese che significa ‘la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi’.
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"Sicuramente è violenza, poi la matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione, sarà fascista, non sarà fascista." Così Giorgia Meloni commentò l'assalto contro la CGIL del 9.10.2021 a Roma. @AlekosPrete -> peoplepub.it/pagina-prodott… 1/7
Secondo il politologo Mario Giro, il rifiuto di scorgere nei fatti di Roma la matrice fascista rappresenta già di per sé un'emergenza costituzionale. 2/7
Già, perché i movimenti sociali e/o politici nati dopo la Seconda Guerra Mondiale con l'intento di rianimare e attuare l'ideologia fascista sono caratterizzati da una forte impronta eversiva e anti-Stato. 3/7
"A me, mio padre, mi era simpatico, anche se mi faceva alzare presto. La mattina apriva tutte le finestre, anche a meno dieci gradi. Non amava il buio. Mi svegliava con ordini gutturali: Achtung, gema, raus, auf. @Pennacchiiiii#Thread 1/10 -> peoplepub.it/pagina-prodott…
E ogni tanto gli scivolava via un po’ di tedesco: spazieren, Essen, Kartoffel, Brot, Abort... che significa ‘latrina’. L’aveva imparato a Ebensee, ed era una lingua brutta, fatta di abbai e ordini, perfetta per svegliare un adolescente. 2/10
Mio padre mi era simpatico, ma la mattina alle sei, ecco, quando mi urlava addosso in tedesco, mi urtava, parecchio. Soprattutto la domenica, quando – in teoria – si può dormire, e lui mi svegliava lo stesso, o il 25 aprile. 3/10
Renata Viganò, autrice de L’Agnese va a morire, definì la mia morte come «la più ignominiosa disfatta della loro sanguinante professione». Si riferiva ai fascisti della Compagnia Autonoma Speciale, guidati dal capitano Renato Tartarotti. #Thread#8marzo@JohannesBuckler 1/13
Ero a casa di mio zio, insieme ad altri due partigiani, quando i fascisti mi hanno arrestato. Inizialmente mi avevano rinchiuso nelle scuole di San Giorgio, poi mi hanno portato a Bologna. Speravano di ottenere da me informazioni sulla Resistenza. 2/13
Prima di essere interrogata, ho ripensato a tutta la mia vita. Per quel poco che è durata, fino ad oggi. Sono nata a Bologna l’8 aprile 1915, da una famiglia benestante. C’era papà Angelo, capomastro edile, poi la mamma, Argentina di nome, e mia sorella Nastia. 3/13
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