#28aprile | «Non solo io ma tutti noi ci auguravamo che, una volta preso, lo fucilassero subito, perché era un testimone della vergogna sua e dell'Italia. Se non l'avessero ucciso e lo avessero processato, chissà che discredito avrebbe gettato sul paese.
Non solo è stata una scelta giusta, è stata una scelta necessaria. Io trovo che tutti i discorsi che si fanno sulla fucilazione di Mussolini sono assolutamente ridicoli, perché la verità è stabilita.
Io ho parlato con tutti i comandanti che hanno deciso
la fucilazione, come Longo, Solari, e non ci fu alcun dubbio. Ricevettero la notizia che era stato arrestato, presero il primo che era lì, Audisio, e gli dissero "vai su e ammazzalo". Non c'è stata nessuna esitazione».
Giorgio Bocca
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Quanto ignobili e ridicoli sono i fasci e i commentatori da social scandalosamente indignati per “l’inaccettabile rifiuto antidemocratico” del Presidente dell’ANPI di Viterbo di stringere la mano al noto critico d’arte?
Ci sono diversi motivi per cui il gesto del Presidente dell’ANPI è legittimo ed eticamente - e democraticamente- corretto:
Dal punto di vista umano, VS è una persona maleducata, scorretta, irrispettosa, offensiva e si sa, chi semina vento - prima o poi - raccoglie tempesta.
Dal punto di vista politico, sarebbe sufficiente citare le sue stesse parole (di VS) che mistificano la Storia e la realtà per qualificarlo e per capire e appoggiare il gesto del Presidente dell’ANPI di Viterbo.
«Dobbiamo tornare a raccontare la Resistenza per quello che è stata realmente. Una guerra civile contro gli italiani che rimangono fedeli al fascismo, una guerra di classe contro le componenti più reazionarie della società, una guerra contro gli occupanti tedeschi
per la liberazione della nazione, una guerra di genere per la liberazione della donna dalle strutture patriarcali della società, una guerra per la democrazia reale, fatta di partecipazione diretta delle masse popolari alla vita politica del paese.
Se vogliamo fermare questa nuova
Della vicenda che ha coinvolto il rugbista della Nazionale e del Benetton Cherif Traoré, a cui un compagno di squadra ha regalato una banana marcia, ciò che mi ha più colpito è stata questa frase della denuncia di Cherif:
«Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male è stato vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale».
Risate. Normale.
È inquietante, lo so ma è così, e il rugby non è il paese delle favole, è inserito in questa società e gli atleti del Benetton in una realtà come Treviso, notoriamente non troppo aperta alle differenze culturali.
#Peru | Dopo 14 giorni, primo rimpasto di governo per la presidente Boluarte che nomina primo ministro Otárola, l’ex ministro della difesa responsabile dei 27 morti della repressione di queste settimane. ojo-publico.com/ultimas-notici…
#Peru | Intanto continuano le mobilitazioni: ad Andahuaylas moltitudinaria marcia per chiedere elezioni anticipate.
#Peru | Persistono anche i blocchi stradali: manifestanti hanno infatti chiuso la via che collega Cusco e Sicuani all’altezza del distretto di San Pedro.
#Peru | Nel frattempo il Congresso ha approvato il riesame del voto sul progetto di riforma costituzionale che propone di anticipare le elezioni generali e di tenerle nel dicembre 2023: 94 voti a favore, 25 contrari e 5 astenuti.
#Peru | Sul tema delle elezioni anticipate si è espresso anche l’organo del Sistema Elettorale dichiarando che, al fine di riportare la pace nel paese, è pronto ad organizzare le elezioni in breve tempo.
#Venezia | Oggi Coordinamento Studenti Medi del Nordest ed @adlcobas sono stati in presidio davanti alla sede della BC Service di Noventa di Piave dove è stato ucciso Giuliano De Seta.
Di seguito il comunicato del Coordinamento Studenti Medi Nordest sull’iniziativa #NoPCTO
DON’T CLEAN UP THIS BLOOD
CI VOGLIAMO VIV3, CONTRO IL VOSTRO MODELLO DI SCUOLA
Oggi in tantə siamo andatə sotto la sede della BC Service, azienda nella quale venerdì é morto Giuliano, uno studente di 18 anni, uno di noi, durante le ore di PCTO .
Abbiamo visto morire i nostri compagni di scuola l’anno scorso, Lorenzo e Giuseppe, abbiamo visto quanto il sistema scolastico si faccia complice di un mondo di sfruttamento e morte come quello del lavoro.
Abbiamo portato le nostre voci in piazza, in occupazioni e iniziative.