Thread by @Ander_Bruckes

🧵Fra le tante medaglie ricevute in questi giorni dall'ottima @NonaMikhelidze, c'è quella di aver fatto sbroccare #Orsini, che in un lungo piagnisteo su Facebook si scaglia contro "manipolatori dell'opinione pubblica" e "propagandisti della NATO",

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in un ribaltamento della realtà in stile sovietico in cui accusa di servilismo (lui!) tutti coloro che non si sono inzerbinati alla propaganda russa che infetta lo spazio informativo italiano dal 2014.

Volevo concentrarmi su tre passaggi del suo post farneticante:

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1) Il "massacro dei russi in Donbass";
2) Il fatto che secondo lui questo "massacro" sarebbe una delle cause più importanti della guerra;
3) Quella che definisce "manipolazione mediante confusione".

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1) L'espressione "massacro dei russi in Donbass", oltre che una fesseria, è un esempio di come Orsini contribuisca a diffondere la propaganda putiniana.

In primo luogo perché quelli del Donbass sono ucraini, non russi. Solo un russo/filorusso li definirebbe "russi".

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Orsini vuole forse buttarla sull'etnico, altrimenti non si spiega. Ma la cosa sarebbe illogica sotto molteplici punti di vista, e i colpi di mortaio non cambiano traiettoria sulla base del ceppo etnico di appartenenza del target.

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La fantomatica identità etnico-linguistico-politica (👇) che farebbe coincidere russofoni, persone di etnia russa e filorussi è un'invenzione del Cremlino.

La questione è nazionale e politica: ad essere uccisi erano in parte i separatisti ucraini.

eastjournal.net/archives/126075

Ma soprattutto, ad essere uccisi erano quei miliziani prive di insegne (probabilmente della Wagner) che hanno invaso varie città ucraine dal 2014: ecco, quelli sì, erano russi.

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A proposito, @orsiniufficiale e @danielaranieri: cosa ci facevano delle milizie russe in Ucraina ben prima dell'inizio del fantomatico "genocidio"?

https://twitter.com/Francesco_3941/status/1659697091101483009?s=20

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In secondo luogo, oltre all'utilizzo della parola "russo", è anche l'utilizzo della parola "massacro" a dimostrare come #Orsini porti avanti gli argomenti della propaganda putiniana.

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Quello che è avvenuto in Donbass non è affatto un "massacro" (né tantomeno un "genocidio"): è una risposta delle milizie ucraine all'invasione di milizie straniere sostenute da gruppi separatisti.

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Partiamo dai numeri, oramai stranoti, ma che ci consentono di smascherare la propaganda orsiniana.

Dei 14.000 morti del Donbass, circa 3400 sono civili, e sono stati uccisi anche dai russi/separatisti (aspetto che filorussi, curiosamente, dimenticano sempre).

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La precisazione è necessaria, non perché si vada a precisare "3000 anziché 2955", come scrive Orsini con la sua retorica stantìa e insulsa; ma perché i propagandisti russi continuano a parlare, nonostante tutto, di "genocidio con 14.000 morti",

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o se va bene di "massacro con 3000 morti".

Come se tutti questi morti li avessero fatti le milizie ucraine in un'azione monodirezionale diretta contro dei cittadini inermi, per chissà quale motivo. In realtà è l'esatto contrario:

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l'innesco della guerra è stato la presenza degli "omini verdi" che hanno invaso militarmente le istituzioni ucraine in Donbass e Crimea, e che hanno provato a fare lo stesso anche altrove (es. Odessa).

https://twitter.com/Francesco_3941/status/1639972949082898433?s=20

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Inoltre la metà dei morti, sia civili che miliziani, è da ascrivere all'azione dei terroristi russi/separatisti.

Perché è importante precisare questi aspetti e perché la precisazione fa triggerare così tanto i vari Orsini, Ranieri & company?

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Perché raccontando i fatti, si passa dalla rappresentazione di un'azione monodirezionale degli ucraini contro i russi inermi (come la dipinge la propaganda russa), alla descrizione di un'azione bidirezionale innescata dai russi/filorussi e a cui gli ucraini hanno risposto.

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Si ribalta cioè la narrazione dei propagandisti russi che si è incancrenita in questi 9 anni grazie alle quinte colonne occidentali e all'attività delle troll factory sui social.

Questo è uno dei punti chiave su cui dovrebbe basarsi il contrasto alla propaganda russa.

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2) Orsini afferma inoltre che "una delle cause più importanti della guerra è stato il massacro dei russi in Donbass", confidando nell'ignoranza del lettore sul fatto che il conflitto si sia sostanzialmente congelato negli ultimi anni,

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con meno di 80 morti civili tra il 2019 e il 2021 (morti fatti da entrambi gli schieramenti e dovuti per lo più allo scoppio di mine). Più che "una delle cause più importanti" sembra a tutti gli effetti "uno dei pretesti più importanti".

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Come è un pretesto quello dell'espansione ad Est della NATO (o la 🇫🇮 verrà invasa?), quello dei nazisti (al fronte la gran parte dei nazisti combatte per la 🇷🇺), quello dei biolaboratori (argomento che serve ad innscare il riflesso pavloviano dei complottari-filorussi),ecc.
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La causa più importante della guerra è rappresentata dal fatto che i russi considerano l'Ucraina come loro proprietà: secondo loro l'identità ucraina non esiste e quello che c'è va cancellato.

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Secondo Putin, e di conseguenza secondo la gran parte dei russi (e dei filorussi d'Occidente), la lingua ucraina è un dialetto; ucraini e russi sono un unico popolo; l'Ucraina è Russia.

en.kremlin.ru/events/preside…

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Non è un caso che la retorica genocida abbia AMPIO (cit.) spazio nella TV russa: le idee folli e criminali dell'èlite russa e dei suoi propagandisti sono largamente condivise dalla popolazione.

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Inoltre, fra le cause dell'invasione, c'è verosimilmente lo sfruttamento dei giacimenti di terre rare del Donbass, che si stima essere tra i più grandi al mondo.

mei.edu/publications/u…

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Infine Putin vuole dividere ed indebolire l'Occidente (che è la sua vera ossessione). Ci sta provando disperatamente e in tutti i modi.

I filorussi agiscono nello stesso senso, quindi sono da considerare a tutti gli effetti delle quinte colonne.

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Questo è: una guerra imperialista che mira al contempo a danneggiare l'Occidente (cioè noi).

Pensare che sia una guerra "a difesa dei russi del Donbass" è ridicolo e stupido.

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3) Infine, altro aspetto ridicolo del piagnisteo orsiniano è la denigrazione del fatto che @NonaMikhelidze abbia citato numerose fonti ufficiali. Fonti che nelle lamentele di Orsini, notare, sono quasi sempre assenti, a parte qualche sporadico cherry-picking.

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@NonaMikhelidze I link riportati dalla Mikhelidze, tra l'altro, non erano certamente alla rinfusa, ma perfettamente adeguati a fornire supporto documentale alle affermazioni della giornalista.

La confusione era (anzi, è) tutta nella testa di Orsini.

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Chiudo dicendo che il nervosismo palesato da Orsini in quest'ultimo piagnisteo induce all'ottimismo: è evidente che l'epoca d'oro della propaganda putiniana (Brexit, Trump) si sia conclusa, e che finalmente chi si occupa di contrastarla abbia iniziato a fare sul serio.

Era ora.