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Con lo stile provocatorio che lo contraddistingue, Jean-Luc #Melenchon ha definito le elezioni #legislatives in #Francia come il "terzo round" delle presidenziali che sette settimane fa hanno eletto Emmanuel #Macron per un secondo mandato all'Eliseo.
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Per comprendere la strategia del leader della sinistra radicale, basta guardare gli slogan che campeggiano sui manifesti con cui ha tappezzato tutto il Paese: "#Mélenchon Premier Ministre".
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#Mélenchon suggerisce infatti che se la sua coalizione vincerà le #legislatives2022 , #Macron non avrà altra scelta che indicarlo come primo ministro.
Ne è derivata una discussione che investe allo stesso tempo Costituzione e politica.
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#Macron ha ricordato: "Nessun partito politico può imporre un nome al presidente".
E ha ragione: l'articolo 8 della Constitution française indica che spetta a lui, e solo a lui, indicare il nome del nuovo inquilino di #Matignon, la residenza ufficiale del primo ministro.
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Una vittoria della sinistra sarebbe un problema soprattutto politico. La Costituzione prevede infatti all'art. 49 che il Primo Ministro abbia l'obbligo di ottenere un voto di fiducia dall'Assemblea nazionale. Proprio quella di cui si rinnovano 577 deputati nelle prossime ore.
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L'acronimo da tenere d'occhio domani 12 giugno è #NUPES. Sta per Nuova unione popolare ecologica e sociale. È l'alleanza capeggiata da Mélenchon, che al momento della sua formazione si è impegnata a sostenere il leader de La France Insoumise come primo ministro.
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Qualora gli eletti di Nupes ottenessero la maggioranza assoluta, potrebbero imbastire una mozione di censura e, ottenendo più della metà dei voti dell'Assemblea, costringere il primo ministro indicato da Macron a rassegnare le dimissioni.
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Anche a quel punto, il presidente potrebbe comunque non piegarsi: un po' come accaduto nel 1962, quando De Gaulle rifiutò le dimissioni di Pompidou e scelse di sfruttare un'altra prerogativa presidenziale, lo scioglimento dell'Assemblea e l'indizione di nuove elezioni.
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Per capire quanto possa essere difficile una "cohabitation" tra un Presidente ed un 1° ministro di partiti diversi mi piace ricordare il precedente di Mitterrand e Chirac, presidente socialista uno, primo ministro repubblicano l'altro.
Nel 1988 i due si sfidano per l'Eliseo.
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Nel corso di un duello tv è Chirac a dire: "Stasera non sono il 1° ministro e Lei non è il presidente. Stasera siamo 2 candidati alla pari (..) Lei mi permetterà allora di chiamarla 'signor Mitterrand'".
Risposta di Mitterrand: "Ma lei ha assolutamente ragione, 1° ministro".
11/n
Nell'articolo approfondito trovate:
- Gli scenari in Francia sulla base degli ultimissimi sondaggi;
- Una guida più specifica sul voto delle #legislatives
dangelodario.it/2022/06/11/fra…
#legislatives2022
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