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Jun 11, 2022 12 tweets 7 min read Read on X
1/n
Con lo stile provocatorio che lo contraddistingue, Jean-Luc #Melenchon ha definito le elezioni #legislatives in #Francia come il "terzo round" delle presidenziali che sette settimane fa hanno eletto Emmanuel #Macron per un secondo mandato all'Eliseo.
2/n
Per comprendere la strategia del leader della sinistra radicale, basta guardare gli slogan che campeggiano sui manifesti con cui ha tappezzato tutto il Paese: "#Mélenchon Premier Ministre".
3/n
#Mélenchon suggerisce infatti che se la sua coalizione vincerà le #legislatives2022 , #Macron non avrà altra scelta che indicarlo come primo ministro.
Ne è derivata una discussione che investe allo stesso tempo Costituzione e politica.
4/n
#Macron ha ricordato: "Nessun partito politico può imporre un nome al presidente".
E ha ragione: l'articolo 8 della Constitution française indica che spetta a lui, e solo a lui, indicare il nome del nuovo inquilino di #Matignon, la residenza ufficiale del primo ministro.
5/n
Una vittoria della sinistra sarebbe un problema soprattutto politico. La Costituzione prevede infatti all'art. 49 che il Primo Ministro abbia l'obbligo di ottenere un voto di fiducia dall'Assemblea nazionale. Proprio quella di cui si rinnovano 577 deputati nelle prossime ore.
6/n
L'acronimo da tenere d'occhio domani 12 giugno è #NUPES. Sta per Nuova unione popolare ecologica e sociale. È l'alleanza capeggiata da Mélenchon, che al momento della sua formazione si è impegnata a sostenere il leader de La France Insoumise come primo ministro.
7/n
Qualora gli eletti di Nupes ottenessero la maggioranza assoluta, potrebbero imbastire una mozione di censura e, ottenendo più della metà dei voti dell'Assemblea, costringere il primo ministro indicato da Macron a rassegnare le dimissioni.
8/n
Anche a quel punto, il presidente potrebbe comunque non piegarsi: un po' come accaduto nel 1962, quando De Gaulle rifiutò le dimissioni di Pompidou e scelse di sfruttare un'altra prerogativa presidenziale, lo scioglimento dell'Assemblea e l'indizione di nuove elezioni.
9/n
Per capire quanto possa essere difficile una "cohabitation" tra un Presidente ed un 1° ministro di partiti diversi mi piace ricordare il precedente di Mitterrand e Chirac, presidente socialista uno, primo ministro repubblicano l'altro.
Nel 1988 i due si sfidano per l'Eliseo.
10/n
Nel corso di un duello tv è Chirac a dire: "Stasera non sono il 1° ministro e Lei non è il presidente. Stasera siamo 2 candidati alla pari (..) Lei mi permetterà allora di chiamarla 'signor Mitterrand'".
Risposta di Mitterrand: "Ma lei ha assolutamente ragione, 1° ministro".
11/n
Nell'articolo approfondito trovate:
- Gli scenari in Francia sulla base degli ultimissimi sondaggi;
- Una guida più specifica sul voto delle #legislatives
dangelodario.it/2022/06/11/fra…

#legislatives2022
12/12
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Jun 24
🇺🇸Tutti i segreti del dibattito Biden-Trump

1/11

Nell'ottobre del 2016, Joe #Biden è un uomo ancora forte. Lo zio d'America che vacilla sotto i colpi della vita, ma non si piega. Chi lo conosce sa bene cosa sta passando: la morte di Beau, suo figlio, è una ferita che non si rimargina. E al confronto, l'amarezza provata nei confronti di Barack #Obama è quasi una carezza.Image
2/11
🇺🇸 Eppure il rancore, ogni tanto, si riaffaccia. Soprattutto adesso che Donald #Trump sembra davvero poter mettere le mani sulla Casa Bianca.

Biden credeva e sperava di essere lui, la scelta del suo presidente, l'uomo giusto al posto giusto per sfidare The Donald. Pensava di meritarlo. Credeva di poter vincere. Ma è nell'agone politico da troppo tempo per non capire che non è questo il momento di combattere questa battaglia.

Così, quando sale sul palco di Wilkes-Barre, Pennsylvania, per tirare la volata a Hillary #Clinton, la rabbia in purezza che fa capolino sul suo volto è quella che prova verso l'America, la sua America. Non si capacita che i suoi connazionali possano prendere in considerazione di scegliere un individuo come Trump per la presidenza. Li conosce, è uno di loro da sempre. E pagherebbe per potere sfogare una parte, una minima parte, del suo dolore in questa guerra che è sua soltanto in parte:

"La stampa mi chiede sempre se non vorrei essere io a dibattere con lui. No, vorrei che fossimo al liceo: così potrei portarlo dietro la palestra. Ecco cosa vorrei".
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Nel gennaio di quasi otto anni dopo, quando un Premio Pulitzer come Evan Osnos lo raggiunge all'interno dello Studio Ovale, è chiaro che il furore di quel giorno sia svanito. Se n'è andato insieme al vigore e alla bellezza di un uomo che sulla propria pelle ha sperimentato più di altri quanto i dolori della vita siano in grado di segnare il cuore, la mente e pure il fisico.Image
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Jun 6
🚨🇺🇸🇬🇧🇨🇦🇩🇪🇫🇷

6 giugno 1944.

#Utah, #Omaha, #Juno, #Sword, #Gold. Il vento della Storia soffia forte sulle spiagge di #Normandia. Più di 150mila soldati Alleati sono pronti per lo Sbarco. Conoscono i rischi dell'operazione anfibia più ambiziosa che sia stata mai tentata. Sanno che molti di loro non toccheranno terra, né torneranno a casa. Ma non c'è altra scelta per cambiare le sorti della Guerra, per costringere le truppe del Terzo Reich ad alleggerire la pressione sul fronte orientale, dove da tre anni l'Armata Rossa sostiene il peso di feroci combattimenti contro l'esercito nazista.

Così il portellone sta per spalancarsi, soldato, amico mio. Ci attendono acque gelide, grandinate di colpi nemici. E questo Cielo, sopra di noi, adesso fa paura. Pare così vicino che forse ci finiremo dentro.

Via, via, non adesso, non qui. Siamo troppo giovani per morire.

Lo so, hai ragione tu, siamo preparati, addestrati: "I migliori del mondo", dici sempre. E voglio crederci: la Vittoria sarà nostra. Perché non abbiamo altra scelta. Perché combattiamo per un ideale più grande della mia vita, pure più della tua.

Ma il fatto è che non si è mai veramente pronti, no? Come potremmo esserlo?

Dammi la mano, soldato, amico mio. Un'ultima stretta. E mentre chiudi gli occhi, dimmi: a chi stai pensando? Chi è che a casa già ti aspetta? Ora riaprili. Il futuro è arrivato troppo in fretta. Andiamo a prenderci la Libertà, non è lontano, è solo oltre queste spiagge.

Il Blog rivive il D-Day. Al racconto del 6 giugno 1944 si alterneranno le dichiarazioni dei leader mondiali presenti oggi in Normandia per celebrare l'80esimo anniversario dello Sbarco Alleato.👇

dangelodario.it/2024/06/06/80-…Image
🚨🇺🇸🇬🇧🇨🇦🇩🇪🇫🇷 2/n
Non siamo i primi ad entrare in azione: è dall’alba che l’aviazione bombarda le postazioni nemiche. I tedeschi ci aspettano. Sanno che arriveremo. Ma non sanno il luogo e il giorno. Adesso ci sentiranno, eccome se lo faranno! Eppure le nuvole sono troppo basse. Così sarà difficile colpirli. I nostri colpi vanno troppo lunghi. Le difese nemiche sono quasi intatte. Dovremo ritentare.Image
🚨🇺🇸🇬🇧🇨🇦🇩🇪🇫🇷 3/n

Lo Sbarco è imminente. Doveva essere ieri, il 5 giugno, il giorno della Storia. Ma il meteo conta. E non era dalla nostra. Forse era un segno. Siamo noi, gli americani, i primi a lanciarci. La spiaggia è quella di Colleville-sur-mer. Ma per noi è semplicemente un nome in codice: Omaha Beach. Siamo stanchi, sfiniti da estenuanti ore trascorse in mare. Ma questo non è neanche l'inizio. Il mare è agitato. Lotteremo pure con lui, se necessario. Non guarderemo indietro, ma solo avanti.Image
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May 23
🚨🇨🇳🇹🇼🇺🇸
1/9 Importanti sviluppi dall'Indo-(poco)Pacifico. Nelle ultime ora la #Cina ha lanciato esercitazioni militari su larga scala intorno a #Taiwan. A definire la gravità di quanto sta andando in scena sono le parole del tenente generale Stephen Sklenka, numero due dell'esercito USA nella regione: "Ci aspettavamo qualcosa del genere, francamente", ma questo "non significa che non dobbiamo condannarlo" perché "è una cosa preoccupante".Image
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🇨🇳🇹🇼🇺🇸 Contesto: perché è importante quanto accade a #Taiwan? Perché è il possibile punto di rottura dell'equilibrio internazionale, il fronte più caldo delle tensioni tra USA e Cina.
La novità delle ultime ore è l'arroganza con cui Pechino motiva le sue esercitazioni. Il portavoce dell'Esercito Popolare di Liberazione parla senza timidezze di "severa punizione per gli atti separatisti delle forze indipendentiste di Taiwan" e di "forte avvertimento contro l'interferenza e le provocazioni di forze esterne".
3/9
🇨🇳🇹🇼🇺🇸 L'obiettivo dichiarato delle esercitazioni è quello di "testare le capacità di combattimento reali", mediante "pattuglie di preparazione al combattimento mare-aria, l'acquisizione dell'intero campo di battaglia e colpi di precisione su obiettivi chiave". Le esercitazioni "coinvolgeranno il pattugliamento di navi e aerei che si avvicinano intorno all'isola di Taiwan e operazioni integrate all'interno e all'esterno dell'arcipelago di isole per testare le capacita' di combattimento congiunto reale delle forze di comando".

Con una battuta si potrebbe dire che questa "non è (solo) un'esercitazione".Image
Read 9 tweets
Apr 30
🚨🇬🇪 Attenzione. Scontri tra polizia e manifestanti in #Georgia. Le forze dell'ordine usano idranti e spray al peperoncino contro le persone scese in piazza per protestare contro la "legge russa" sugli agenti stranieri. Effettuati diversi arresti. Tensione altissima.
2/n
🚨🇬🇪 Situazione che sta diventando selvaggia.

#Georgia #Tbilisi
3/n
🚨🇬🇪 Secondo i media georgiani, uomini con passamontagna neri, senza distintivi di polizia, si starebbero sganciando dai ranghi della polizia per cercare di catturare i singoli manifestanti. Nelle immagini si può notare un massiccio utilizzo degli idranti.

#Georgia #Tbilisi
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Mar 27
1/6
🚨🇮🇹 L'allarme di Cavo Dragone: "Siamo troppo pochi". Come aumenterà l'impegno militare italiano. L'analisi degli scenari: in gioco "il nostro modello di vita"

Quando parla il Capo di Stato maggiore della Difesa, l'Ammiraglio Giuseppe #CavoDragone, il consiglio è quello di sempre: prendere appunti.

Eppure sarà un pregiudizio errato, forse un cattivo pensiero, ma tra i parlamentari riunitisi ieri a Montecitorio, pochi sembrano comprendere l'importanza dell'occasione. Lì, a un passo, vi sarebbe l'opportunità straordinaria di aumentare il proprio bagaglio di conoscenze, nonché il grado di consapevolezza delle sfide che, ebbene sì, minacciano l'Italia.

Però, pensandoci bene, meglio lo smartphone.

Avranno ragione loro, i distratti (a voler essere gentili), ma il contenuto della Relazione analitica sulle missioni internazionali italiane presentata da Cavo Dragone meriterebbe, almeno a detta di chi scrive, altro tipo d'attenzione. Non fosse altro che per un motivo: questo signore è un top player di livello internazionale.

Signore e signori, è il prossimo Chairman del Comitato Militare #NATO, che vi parla.Image
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🇮🇹 Si formò in Accademia Navale, vi tornò molti anni dopo coi gradi di Comandante. Volò negli USA, prese confidenza col cielo, lo rese amico, divenne abile al punto da meritare la qualifica di "pronto al combattimento" presso gli squadroni dei Marines, non esattamente gli ultimi arrivati. Esperienze durissime lo hanno forgiato: ha sfidato i pirati (non avranno orecchino e bandana, ma esistono ancora), frequentato teatri di conflitto tra i più complessi e rischiosi al mondo. No, vi fermo: questo non vuol essere un pezzo agiografico, ma solo premessa utile a restituire il contesto.

Per dire che Cavo Dragone conosce la guerra, e proprio per questo sa che non è scritto da nessuna parte che la pace sia per sempre.Image
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🇮🇹 La previsione è limpida, cristallina: l'impegno italiano in campo internazionale è "destinato ad aumentare". L'Ammiraglio chiede per questo "un sano esercizio di realismo". C'è chi pensa che il mondo occidentale debba svegliarsi, prepararsi al peggio per preservare il meglio. Nella narrazione dominante viene spesso scambiato per "guerrafondaio". Eppure Cavo Dragone riconosce nella NATO "il solo e vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia".

Ripetiamo: difesa, della libertà, della democrazia.

Sono parole che derivano a maggior ragione dall'esperienza di questi anni, dalle lezioni apprese in particolare dalla guerra in #Ucraina. La più importante, spiega Cavo Dragone, è che "la difesa della libertà è doverosa, necessaria, e riguarda tutti. C'è un Paese che combatte per la sua, e anche per la nostra, libertà di poter scegliere il proprio futuro".

Il blogger autorizza il lettore a respirare a pieni polmoni: questo è ossigeno puro.Image
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Mar 23
1/7
🚨🇺🇸🇷🇺"Duty to warn": perché gli Stati Uniti hanno avvisato la Russia dell'attentato a Mosca. Dettagli e retroscena

Sullo sfondo di una strage che colpisce civili inermi, falchi del Cremlino già disegnano ampi cerchi in volo. La traiettoria non è chiara, non ancora. Segno tangibile dell'indecisione di Vladimir #Putin in persona, non a caso rivoltosi al popolo russo in attesa dopo ore di snervante silenzio. E soltanto per lasciare aperto più o meno ogni scenario.Image
2/n
🇺🇸🇷🇺 Eppure è un fatto che il Palazzo abbia deciso di inviare un primo segnale, soprattutto interno: per quanto improbabile da sostenere, occorrerà stabilire un legame fra gli autori dell'attacco al Crocus City Hall e l'odiata #Ucraina. Quanto marcato lo si capirà presto, probabilmente già nelle prossime ore, quando Mosca dovrà scegliere se convertire lo shock dell'attentato subito in vantaggiosa opportunità nella sua guerra con Kyiv, benché consapevole della sua estraneità ai fatti. Possibile stratagemma volto a mascherare il fallimento dei Servizi russi, ancora più doloroso poiché accompagnato dal trionfo di quelli USA.Image
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🇺🇸🇷🇺Per capire, bisogna forse partire da più lontano. E più di preciso dal nome di un generale americano sconosciuto ai più: Michael Kurilla. Trattasi dell'uomo alla guida del Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM), attore chiave della potenza a stelle e strisce. È proprio Kurilla, esattamente un anno fa, nel mezzo di un'audizione alla Commissione Servizi Armati del Senato ignorata pressoché universalmente, a mettere in guardia l'America e i suoi Alleati: la rete dell'#ISIS-K, dice, è in espansione. E lo è al punto che i terroristi del Khorasan potrebbero attaccare gli interessi americani o occidentali al di fuori del Paese in meno di 6 mesi, "con poco o nessuno preavviso".Image
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