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L'#Afghanistan di oggi è un Paese in cui una donna può essere percossa dai #Talebani attraversando la strada. La giovane accelera il passo, poi riprende a camminare con dignità.
Dignità, questa sconosciuta, per chi parlava di "atteggiamento abbastanza distensivo" del "nuovo
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corso" al potere. L'ultima speranza per l'#Afghanistan risponde al nome di Ahmad #Massoud, figlio di "quel Massoud", il Leone del #Panjshir.
Quando i Talebani hanno preso il potere approfittando della ritirata occidentale, il giovane figlio dell'eroe della resistenza
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ai sovietici, ha riorganizzato le milizie fedeli a suo padre, ha dato battaglia nelle valli, nelle pochissime province sfuggite al controllo degli "studenti coranici", e cercato (invano) di attirare l'attenzione della comunità internazionale per metterla in guardia: se non
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volete aiutarci per l'#Afghanistan, fatelo per voi stessi, perché i #Talebani non sono cambiati, e torneranno a dare ospitalità ad organizzazioni terroristiche in #Afghanistan.
L'Occidente è rimasto sordo a questi appelli, ma essere Ahmad #Massoud, figlio di Ahmad 'Shah'
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Massoud, dove Shah sta per capo, comandante, re, significa avere la responsabilità di continuare a combattere.
Gli anziani che hanno lottato accanto a suo padre per respingere i sovietici prima e i talebani poi, quelli che lo hanno visto bambino, si commuovono ritrovandolo
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adulto, finalmente pronto. D'altronde Ahmad Massoud è da sempre, per tutti, "il predestinato". Suo padre era l'incubo dei talebani e di Osama bin Laden. Per eliminarlo, il re del terrore dovette ricorrere all'inganno: due kamikaze si finsero giornalisti, attesero per giorni
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chiedendo di essere ricevuti per un'intervista e una volta accolti si lasciarono esplodere. Accadde pochi giorni prima degli attacchi dell'11 settembre: se per il gusto del male di bin Laden, per la volontà di lanciare un oscuro presagio, o più semplicemente per
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assicurarsi che gli americani - nella loro reazione - non potessero contare su un valido alleato come Massoud, non è dato sapere. Ma è un fatto che dopo la morte del padre, il giovane Ahmad, allora 12enne, sentì piombare sulle sue fragili spalle il peso dell'eredità
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paterna: "Ora devo prepararmi, devo studiare, capire, essere all’altezza del futuro", disse. Quel futuro è arrivato. E ad un anno dalla presa del potere talebana Ahmad #Massoud ha compreso che la guerriglia - la tattica preferita dal padre - questa volta non basterà.
Ecco
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perché ha iniziato a muoversi da politico, oltre che da condottiero. In Austria, a Vienna, ha riunito capi di altre fazioni, intellettuali, esuli afghani, con un obiettivo: mettere insieme quel mondo che, per dirla alla nostra maniera, "non vuole morire talebano".
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Tre giornate di vertice hanno prodotto un documento che pone le basi per costruire un governo alternativo a quello Taliban, "oggi in esilio, domani a# Kabul", per citare Ahmad #Massoud. Che non si nasconde le difficoltà del processo: per questo chiede ai grandi del mondo
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sostegno economico e militare. Perché ha bisogno di aiuto per dimostrarsi all'altezza del Leone del #Panjshir, suo padre, per far capire ai nemici del popolo che pure lui, il giovane #Massoud, sa ruggire.
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steadyhq.com/it/dangelodario
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