🚨🇨🇳
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Proteste con pochi precedenti - per portata, sostanza e forma - stanno diffondendosi a macchia d'olio in #Cina.
La scintilla è stata l'incendio verificatosi pochi giorni fa a #Urumqi, popolosa città dello #Xinjiang, dove almeno 10 persone hanno perso la vita.
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Nel mirino della popolazione sono finite le misure restrittive anti-#Covid che hanno impedito ai vigili del fuoco di intervenire per tempo e di prestare soccorso alle vittime.
Le proteste, da spontanee e sporadiche, sono diventate nelle ultime ore qualcosa di diverso.
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Da #Pechino a #Shanghai, da #Wuhan a #Nanchino: migliaia di persone, spesso studenti, sono scesi in strada per protestare contro le politiche "zero Covid" messe in atto dal governo. Il più delle volte mostrando cartelli bianchi: "Non dobbiamo scrivere nulla. È il
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simbolo della rivoluzione della gente".
Il vero dato politico delle proteste è la messa in discussione palese di #XiJinping, del Partito Comunista Cinese, del "sistema".
In migliaia hanno chiesto nella migliore delle ipotesi le "dimissioni" del presidente. Altri si sono
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spinti oltre, insultandolo pubblicamente, accettando il rischio di essere arrestate, pur di esprimere la propria opinione.
Da parte sua il regime non sembra intenzionato a fare concessioni. Un editoriale pubblicato sull'odierna edizione del "Quotidiano del popolo" afferma
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infatti che la Cina "persisterà fermamente" nella sua politica di tolleranza zero verso il Covid-19, ma alla vittoria assisterà solo "chi ha tenuto duro fino alla fine".
Pechino deve fare attenzione. Da protesta sanitaria, quella in atto rischia di trasformarsi in rivolta
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politica. Sono in particolare i più giovani in queste ore a chiedere "libertà di espressione e democrazia", una vera e propria messa in discussione del regime. Trovo perfette le parole del sinologo Francesco Sisci: "Le proteste (...) sono nervose, prive di coordinamento e
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assolutamente spontanee. Segnali di una pentola che bolle. L'acqua non ha ancora iniziato a uscire dalla pentola, ma siamo arrivati alla temperatura giusta".
È la prima volta che Xi Jinping si trova a fronteggiare qualcosa di simile. Occhio ai grandi centri abitati.
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Bonus 1⃣: l'emittente statale cinese Cctv Sports sta tagliando le inquadrature dei tifosi senza mascherina ai Mondiali. Si cerca di non alimentare la rabbia di milioni di persone sottoposte a restrizioni.
Bonus 2⃣: Ia Turchia ha chiesto alla Cina spiegazioni sui motivi dietro
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l'incendio nello Xinjiang. Motivo? Gli uiguri (perseguitati) del posto sono turcofoni.
Tutto è geopolitica.
steadyhq.com/it/dangelodari…
Vi aggiornerò sulle proteste in #Cina. Se ritenete che il mio lavoro sia utile iscrivetevi al Blog: è il solo modo per restare online. 🙏
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