Nello scontro perde la vita la signora Myrtle Ann Darvall e sua figlia Denise, 25 anni, riporta gravissime ferite.
La ragazza è in coma depassé.
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Ma il suo cuore batte ancora.
È quel cuore, che interessa a Christiaan Neethling Barnard, chirurgo di 45 anni.
"Trapiantarlo".
Gli studi sono in corso da tempo, l'intervento è considerato tecnicamente possibile, ma mancano troppe certezze sull'esito. Senza contare il dilemma etico...
Ma per Barnard: “Un individuo è il suo cervello, non il suo cuore”.
Non avvisa il direttore dell’ospedale di Groote-Schuur di Città del Capo dove lavora, decidendo di informarlo a cose fatte.
Barnard prepara l’uomo, poi, alle 2.20, chiede a suo fratello Marius, anche lui chirurgo, di staccare le macchine che tengono in vita Denise.
Il cuore, dopo 12 minuti, si ferma.
Lavora sull’uomo per oltre 3 ore con un’equipe di 30 persone.
“Cristo, funzionerà” dice alla fine.
Dopo 2 giorni il droghiere si mette a sedere e parla.
Dopo 12 giorni si alza in piedi, ma inizia a stare male, per una polmonite.
Ma la strada aperta e Barnard insiste a percorrerla.
Dei primi 10 pazienti trapiantati da Barnard, 4 non superano l’anno di vita, 4 vivono più di un anno, uno per 13, uno per 23.
E l'utilizzo della ciclosporina riuscirà nel tempo a limitare il rigetto.
“Il sabato ero un medico del Sudafrica ben poco noto. Il Lunedì ero conosciuto in tutto il mondo”.
Incontra il presidente USA e il Papa, vive tra viaggi, conferenze, fama, libri best seller, 3 matrimoni e 6 figli.
Prima di morire a Cipro per un attacco di asma, si lancia in pionieristiche ricerche sull’età e le possibili cure dell’invecchiamento. Spregiudicato sino alla fine, si imbarca in percorsi discutibili che ne minano la credibilità.
O forse, ancora di più, tra la non-vita e la non-morte.