Se i #Maya hanno indovinato la profezia e i conti rivisti sono giusti, ci dovremmo essere: oggi finisce il mondo.
Quindi sarà il caso di prepararsi per bene e magari procurarsi una colonna sonora per l’evento. Questa è la mia proposta.
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E’ un brano che parla proprio della fine del mondo, senza interpretazioni. Forse immagina una fine del mondo dovuta a guerre nucleari ma del resto è figlia del suo tempo: 1987. In realtà la genesi di questa canzone parte prima.
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E’ vero che colui che l’ha scritta e la canterà dirà di aver sognato tutte le situazioni raccontate nel brano, ma il sogno è figlio di un ricordo più lontano.
Michael Stipe e I #REM , ad inizio carriera, vengono invitati a una festa cool newyorchese di inizio anni ’80.
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Quelle feste dove tutti perdono l’aplomb davanti al buffet. Quelle che racconta mirabilmente @_DAGOSPIA_ . La star della serata è il mitologico critico musicale Lester Bangs e al buffet solo di dolci e marshmallow. Bangs ha una parola per tutti, spesso è un insulto pesante.
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E questa è la festa vera. Quella che Michael sogna ha solo invitati con le stesse iniziali, L e B: Lester Bangs, Lenny Bruce, Leonard Bernstein e Leonid Breznev. Tutti tranne lui. Il dolce che viene servito è il preferito di Ronald Reagan. Fuori, disastri e distruzione.
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Nasce così It's the End of the World as We Know It (And I Feel Fine), e i flash delle strofe sono immagini rimaste impresse nella retina di Stipe durante un frenetico zapping notturno. Il risultato non è male, così come bellissimo è l’album che la conterrà, #Document
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E’ addirittura profetico, specie quando parla di informazione, disastri ambientali e destra guerrafondaia al potere.
Ognuno si scelga la fine del mondo che preferisce.
#UnaCanzoneAlGiorno #23novembre
1️⃣Nel romanzo Vita d'artista di Carlo Cassola il protagonista è uno scultore, dietro al quale molti hanno visto Guttuso e altri artisti del periodo (siamo nella seconda metà dei ’70). Anche l’artista di oggi è una scultrice.
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2️⃣Oltre ad essere una cantante, ovviamente. E dunque il senso del suo essere artista, le emozioni che prova e che cerca di mettere nella sua arte non li rappresenta con una scultura, ma con una canzone. Si presta meglio e raggiunge più persone.
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3️⃣Una passeggiata notturna, solitaria, piena di sensazioni e spunto per riflettere sul fuoco che brucia dentro. Esprimersi prima come necessità personale che come ricerca dell’approvazione degli altri. Un equilibrio sempre precario tra euforia e profonda malinconia.
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#UnaCanzoneAlGiorno #22novembre
1️⃣Vi ricordate il finale di Mars Attacks di Tim Burton? Dopo l’invasione aliena, la pochezza della classe dirigente che avrebbe dovuto contrastarla, la gente comune che trova il modo di salvare l’umanità, tutto torna idilliaco. Lo so, è un film.⬇️
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Ma un film divertente, necessario di questi tempi. Quindi usiamo la canzone benaugurante che chiude il film, perchè mette allegria, come la faccia del cantante che la canta dal 1965, sempre con lo stesso effetto.
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E’ il secondo singolo del gallese Tom Jones, che la intercetta mentre era destinata ad essere cantata da Sandy Show e la incide con il suo vocione. Conquista prima l’Inghilterra poi gli Stati Uniti, e da allora non passerà più di moda.
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#UnaCanzoneAlGiorno #21novembre
1️⃣La canzone scelta oggi spiega in parte lo scarso successo di questa rubrica e il mio essere geneticamente e fottutamente (nel senso che me ne fotto) di nicchia. Perchè l’album nel quale è contenuta questa canzone io l’ho amato perdutamente.
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Al punto che per scegliere una sola canzone da questo disco ci ho messo ore. E ho fatto la scelta più popolare.
Questo disco esce nel #1993, subito dopo il festival di #Sanremo, il primo che ho seguito da inviato.
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3️⃣Lei era tra le nuove proposte. Ci arrivò dopo anni di gavetta, di palchi, di dischi da corista. E non dischi qualunque. Quelli di Dalla, degli Stadio, di De Gregori. Infatti quella canzone l’aveva già cantata a Radio Rai, nel mezzo di un concerto di Dalla.
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#UnaCanzoneAlGiorno #20novembre
1️⃣Contrariamente a quanto si possa pensare, l’adagio ”Roma non è stata costruita in un giorno” non ha origini italiane, e men che meno antiche quanto l’impero romano. Appare nella raccolta di poesie Proverbe au Vilain, in Francia nel 1190.
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2️⃣E’ una pubblicazione simile al calendario di frate indovino, con poesie francesi medievali seguite da un proverbio o da un detto popolare e dalla frase "O così dice il contadino". In lingua inglese apparve in una pubblicazione del 1500, che trasse in inganno anche la regina.⬇️
3️⃣Elisabetta (Prima, non l’attuale, anche se potrebbe sembrare) citò la frase tradotta in latino in un discorso a Cambridge nel 1563, pensando ad una origine risalente all’antica Roma. La band di oggi la canta in inglese, e senza fronzoli la utilizza nel modo giusto.
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0️⃣Qualcuno mi ha detto che questa rubrica (#UnaCanzoneAlGiorno) è troppo di nicchia. Non mi pare, ma per tutta risposta oggi entriamo con tutti e 280 caratteri per volta in una nicchia vera. E vediamo di allargarla.⬇️
⬆️ #UnaCanzoneAlGiorno #19novembre
1️⃣Mario Caserini è uno dei primi registi del cinema italiano. E’ ancora il cinema muto, e a lui si deve uno dei capolavori del periodo. E’ del 1913, ed è anche il primo film di un’attrice destinata a diventare una diva, Lyda Borelli.
2️⃣Si intitola Ma l'amor mio non muore ed è la melodrammatica storia di Elsa Holbein, figlia di un alto militare e cantante di successo che non potrà coronare il suo amore con un principe per via di un passato di torbidi intrighi marziali.
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#UnaCanzoneAlGiorno #18novembre
1️⃣Hadj Brahim è lontano dalla sua Algeria, a Parigi. Fa il musicista e nel suo paese è abbastanza noto. E’ il portabandiera del raï, genere di musica araba molto contaminato con i suoni spagnoli e francesi, con testi molto libertini. E’ in fuga.⬇️
2️⃣Per anni ha suonato la sua musica nei luoghi turistici della costa, ma di passaggi in radio neanche a parlarne. Troppo audaci i suoi testi, specie su temi come la liberazione delle donne dalle limitazioni delle leggi islamiche. Ma i problemi sono arrivati dopo.
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3️⃣A metà degli anni ottanta il governo algerino decide di valorizzare il festival della musica raï che si teneva in forma semiclandestina a Orano, la città natale di Hadj Brahim, che di cognome fa Khaled e in arte aggiunge Cheb, il giovane. Il festival ha una vasta eco.
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