Come si è capito ieri, la mia idea di scuola secondaria superiore parte dal #liceoclassico per formulare un progetto didattico basato su ambiti tematici di interesse da selezionare attentamente per ogni studente e da rendere terreni veicolari di competenze e abilità fondamentali
E' un percorso difficile da gestire, che si distacca moltissimo da un'altra idea, solitamente molto cara a chi fa riferimento al senso comune della pedagogia scolastica (uso questi riferimenti generali così nessuno se la prende...). Di fatto l'idea che spesso circola è:...
..."perché non prolunghiamo il tronco di formazione secondaria uguale per tutti, mettendoci dentro tutte le discipline che servono nella vita sociale contemporanea, magari limitando quelle che ci trasciniamo dietro dalla tradizione come centralità della letteratura o persino...
...il calcolo a mano, visto che coll programmino giusto ti spari delle equazioni della Madonna senza sforzo? E non limitiamo l'esplorazione degli interessi personali agli ultimi anni, senza particolare struttura, in scuole in cui Greco o Cinese valgono ballo caraibico?"
Questa versione, più che caricaturale spinta alle estreme conseguenze, fa sorridere, ma bisogna stare attenti. Più o meno dagli anni '80 si è fatta strada anche nella legislazione questa idea che per preparare gli studenti a qualcosa che li aspetta bisogna...
...aggiungere una materia a scuola, o un corsetto tra le pieghe dell'orario. Gli esperti dicono che da quando le istituzioni educative non formali sono entrate in crisi quasi tutte (dalla famiglia, alla Chiesa, ai partiti politici organizzati) sulla scuola...
...si è riversato un sovraccarico di domanda di formazione, che spesso prescinde sulle effettive possibilità dell'istituzione di offrirla. E allora giù di educazione alimentare, educazione stradale, educazione ambientale, ecc. L'idea di scuola che ho abbozzato sopra, alla fine...
...è figlia di questa tendenza. E si fonda su due grossi punti deboli tra loro intrecciati. Il primo è l'idea che la scuola possa insegnare tutto, mentre essa è una istituzione che riesce daal bene al decentemente a veicolare un certo tipo di contenuti e di strutture cognitive...
...ma non altre, e non può essere che il debole surrogato di altre esperienze educative che gli studenti dovrebbero trovare e vivere al di fuori. A meno di non trasformare la scuola in un enorme contenitore che organizza tutto, dallo sport al volontariato...
...e mantiene gli studenti nello stesso contesto a fare cose tra loro diversissime per 8-10 ore al giorno. Il che può anche essere un'idea, e può essere proposto e modulato, a patto di dare alle scuole le infrastrutture e i fondi necessari per questa responsabilità.
Il secondo limite è interpretare il rapporto tra docente e discente un po' che quella che negli studi di comunicazione è la teoria dell'ago ipodermico, ovvero pensare che messa a scuola una materia con un certo nome e un certo programma...
...e obbligato uno studente a seguirla per un certo numero di ore a settimana lo studente possa impararla senza difficoltà. Così, inevitabile corollario, se esce da scuola senza averla imparata la colpa è sua
Evidentemente decenni di studenti che uscivano dal classico senza sapersi raccapezzare in una versione di Greco, o dallo scientifico senza saper riconoscere un'equazione di secondo grado, anche se in quelle materie si erano perse varie ore per 5 anni, non ha insegnato niente
Il profilo di scuola che ho proposto in questi giorni, invece, quantomeno cerca di riportare l'istituzione al suo funzionamento, e si pone qualche problema su come favorirlo.
Con questo io avrei anche finito questa serie di thread, ma c'è un'ultima cosa che spero di mettere a punto domani: qualche spiegazione per evitare luoghi comuni sulle responsabilità di Giovanni Gentile. In fondo, vista la mia storia, un po' glielo devo
@threadreaderapp unroll please
