10 anni fa, il #3novembre 2010, Filippo #Inzaghi giocava la sua ultima partita in @ChampionsLeague contro il Real Madrid e segnava gli ultimi due dei suoi 70 gol nel torneo. Come ci sia riuscito, contro una delle difese più forti d'Europa, è una storia che va raccontata. Thread!
E' la quarta partita del girone che il Real Madrid comanda a punteggio pieno e senz'aver mai subito gol contro Ajax, Auxerre e Milan, battuto 2-0 al Bernabeu due settimane prima. Quando Mourinho aveva fiutato i guai: "Del Milan mi fa paura solo Inzaghi".
Il 3 novembre Mou torna per la prima volta a Milano dopo il triplete e mostra le tre dita al pubblico milanista. Nel primo tempo il Real Madrid gioca meglio ma non sfonda: CR7 si fa notare per questa scenata orrenda con Abate (e Inzaghi, in panchina, fa capolino nella mischia).
A pochi istanti dall'intervallo Di Maria imbecca un magrissimo Higuain e il Pipita gela San Siro. Vantaggio meritato contro un Milan bloccato dalla tensione, con Ronaldinho e Pato impalpabili.
Il Milan rientra con gli stessi 11. Ma dopo cinque minuti, dopo un lancio sbagliato da Ronaldinho, San Siro nota con la coda dell'occhio che Inzaghi ha iniziato il riscaldamento e si scalda, facendosi coraggio: "Oi oi oi/oi oi oi oi/Pippo Inzaghi segna per noi...".
Al 60' entra dunque Superpippo Inzaghi per un Ronaldinho spentissimo, che da quel momento in avanti giocherà una sola partita da titolare (contro l'Ajax, a qualificazione già avvenuta) e Natale farà le valigie per il Flamengo.
Inzaghi è carico come una mina, o forse è una mina a essere carica come Inzaghi: già alla prima azione semina caos e nervosismo nella difesa del Real Madrid, abbattendo senza motivo Xabi Alonso, prendendosela con l'arbitro e incendiando vieppiù San Siro.
68': l'aria diventa elettrica, i cani ululano alla luna, Pepe scivola, Casillas smanaccia malamente fuori tempo e Inzaghi è ovviamente lì, dov'è sempre stato nei secoli dei secoli, a spingere una palla in rete a mezzo metro dalla linea di porta. Dove volevate che fosse?
E quel maledetto di Inzaghi - che ovviamente, da Grande Ottimista, aveva preparato tutto - si precipita a sventolare una maglietta personalizzata con il 69, il numero aggiornato dei suoi gol in Champions League.
A Inzaghi sono bastati dieci minuti per diventare l'incubo della difesa più forte d'Europa: ora è Marcelo ad abbatterlo maldestramente a centrocampo. Mourinho fa un gesto nervoso con la mano destra.
78': Inzaghi scatta sul filo del fallo laterale su lancio di Gattuso e fa rotolare la palla sotto i piedi di Casillas in uscita più che maldestra. Il PippoVirus colpisce anche la terna arbitrale inglese, talmente nel pallone da non vedere che Inzaghi è in fuorigioco di un metro.
San Siro pure ne ha viste tante, ma non crede ai suoi occhi. Pochi secondi dopo parte un lunghissimo "chi non salta è nerazzurro" di pura adrenalina, nell'ultima grande notte di Champions della storia rossonera (insieme a Milan-Barcellona 2013, via).
Inzaghi è dappertutto, Marcelo lo sgambetta e lui si contorce per terra nell'eccitazione della folla. I giocatori litigano, il grande Real Madrid è irretito da un solo giocatore. Mourinho è impietrito a bordo campo con la tipica faccia del "ve l'avevo detto".
Un'altra delle specialità della casa, per l'ultima volta della sua carriera europea: tenere palla vicino alla bandierina il più a lungo possibile.
Schiumante di rabbia il Real Madrid si riversa in attacco: su tiro al volo di Ozil Abbiati risponde con una parata d'altri tempi, bloccando il pallone e reagendo con una linguaccia isterica.
Ma al 94' Benzema trova il varco giusto per servire Pedro Leon e qui Abbiati è tutt'altro che impeccabile. Mourinho festeggia lo scampato pericolo grazie al suo canterano che tornerà presto nel dimenticatoio (oggi ha 33 anni e fa panchina nell'Eibar).
Al fischio finale San Siro rifiata e Inzaghi si accascia da solo a centrocampo: chissà se immagina, chissà se ha già un presagio che quelli sono stati i suoi ultimi 35 minuti nella sua competizione preferita.
Una settimana dopo, in un Milan-Palermo di campionato, si fa male al ginocchio sinistro. Non sembra un infortunio grave, ma gli esami tolgono il fiato: lesioni del crociato anteriore e del menisco esterno del ginocchio sinistro. A 37 anni, in pratica, finisce qui.
L'attacco del pezzo post Milan-Real di @PaoloCond è una frase che starebbe bene addosso a un Michael Jordan, a un Federer o all'Ibrahimovic attuale. E sta benissimo addosso a Filippo Inzaghi, la sera del 3 novembre 2010.
PS: dopo aver sventolato la maglia per il gol numero 69, dopo il 2-1 quel matto di Pippo Inzaghi aveva sventolato anche la maglia per il gol numero 70. Chissà quante altre maglie aveva già pronte, col 71, 72, 73, 74...

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