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11 Nov, 26 tweets, 10 min read
Le domande scottanti del mercoledì mattina: dove mai avrà comprato il suo cappuccio verde Robin Hood? Questa e altre curiose storie a colori in una nuova puntata di #artistantecolore
Il commercio più fiorente dell’Inghilterra, fin dai romani e anche dopo la scoperta dell’America, era costituito dalla lana. La lana europea di maggior pregio proveniva dall’Inghilterra, inclusa quella che arrivava nelle Fiandre e a Firenze.
Già ai tempi del grande censimento di Guglielmo il Conquistatore, la ricchezza di una proprietà si misurava in capi di bestiame.
Nel duecento, un poeta francese aveva usato l’espressione “portare la lana in Inghilterra” con la stessa accezione che noi oggi intendiamo dicendo “ vendere il ghiaccio agli eschimesi”.
Nel XII e XIII sec, uno dei centri più famosi per la produzione della lana era Lincoln, nell’East Midlands. Il nome della cittadina potrebbe non dirvi niente, eppure compare in ben due episodi noti anche al pubblico più distratto.
Il primo riferimento è storico, e si tratta della Magna Charta (1215): si da il caso che uno dei firmatari fosse il vescovo di Lincoln, e che una copia sia ancora conservata nel castello della città.
L’altro riferimento è ad una storia meno illustre, ma forse ancora più famosa, sebbene si tratti di poco più di una leggenda: stiamo parlando di Robin Hood.
Su chi fosse realmente Robin, bandito o nobile decaduto della seconda metà del XIII sec, non vi è certezza. Le ballate e le fonti tramandate oralmente sono discordi quasi su tutto, tranne su un dettaglio:
il vestiario della banda aveva a che fare con colori precisi, il rosso e il verde Lincoln. A volte era Robin a vestirsi di verde, a volte i suoi uomini, e lui di rosso.
Insomma, che fosse rosso o verde, Robin Hood aveva comprato il suo mantello con cappuccio a Lincoln. Ma perché per i cantastorie era importante specificare questo genere di dettaglio?
Nel medioevo, i tessuti e i colori dell’abbigliamento designavano la classe sociale. A seconda del posto che si occupava nella società, le leggi suntuarie stabilivano se si era o meno autorizzati ad indossare la seta, ad esempio, o vesti di colore rosso.
Nel caso dell’Inghilterra del XIII sec, nominare il verde e il rosso di Lincoln significava far indossare alla banda di Robin capi griffati, come oggi parleremmo di Valentino o Armani. La gente doveva raffigurseli come dei banditi glamour, non certo dei pezzenti qualsiasi.
La lana tinta di rosso carminio della lana di Lincoln si otteneva con la cocciniglia mediterranea e veniva decantata come più rossa del sangue e del fuoco, merce ambitissima dai mercanti veneziani.
Il verde Lincoln è il precursore di quello che oggi chiamiamo verde inglese. Si otteneva miscelando il blu ottenuto dal Guado (Isatis Tincotoria) con il giallo della Guadrella (Reseda Iuteola).
La sua tonalità, una sfumatura medio scura di verde turchese, non era merito solo della ricetta della tintura, ma di una lana particolarmente bianca e satinata, capace di assorbire il colore e di riflettere come seta.
La pregiata razza di pecore di Lincoln, di cui tutt’oggi gli abitanti della zona vanno fierissimi, la troviamo ritratta nel Salterio di Luttrell, una raccolta di salmi ricca di illustrazioni, che ci ha tramandato alcune scene di vita quotidiana del XIV sec nella zona di Lincoln.
Come si vede dall’illustrazione, la pecora è riccia. Direi boccolosa, stando ad immagini più recenti: non è simpatica?
Il prestigio dei colori di Lincoln, però, non ebbe vita lunga, e conosciamo già la ragione della sua decadenza. Se seguite il ColorBlog, sapete già che la scoperta dell'America significò l'afflusso in Europa di ingenti quantità di tinture.
artistante.com/colore-storia-…
Intere aree rurali dedicate alla coltivazione delle piante tintorie persero la loro fonte di sostentamento economico e andarono incontro ad una pesante crisi. È il caso anche di alcune zone del centro Italia, legate al commercio della lana sull’asse della transumanza Abruzzese.
Ma non temete: nonostante i tintori di Lincoln persero il loro primato, la qualità della lana sostenne l’economia della città, anche dopo che i suoi colori erano diventati desueti.
Nota1: Se, come me, vi divertite a sfogliare antichi manoscritti, vi consiglio di dare un’occhiata al sopracitato Salterio di Luttrell, disponibile integralmente grazie alla biblioteca nazionale inglese, qui:
bl.uk/manuscripts/Vi…
Nota2: Ho nominato l'Abruzzo. La lana abruzzese era talmente preziosa che, per controllarne il commercio, i Fiorentini erano disposti a sborsare ingenti somme di denaro, utili a stabilire degli avamposti al di fuori dei propri territori.
È il caso della bellissima Rocca Calascio, con il vicino borgo di Santo Stefano di Sessanio, ottenuta dai Medici nel 1579 per 106.000 ducati. La rocca passò in seguito ai Borbone.
Nota3: Lincoln era famosa anche per un primato architettonico. La torre centrale della cattedrale è ancora fra le più alte d’Europa. Prima del crollo della guglia originale (1549), era la più alta costruzione del mondo, primato che aveva strappato alla Piramide di Cheope.
Bibliografia: Per raccontarvi questa storia ho preso ispirazione da "La trama del mondo: I tessuti che hanno fatto la storia" di Kassia St Clair
Trovate questa e altre amene storie sui colori raccolte nel ColorBlog. Grazie della lettura!
artistante.com/colore/

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12 Sep
Il Nero non è un colore, ma eccoci a parlarne nella rubrica #artistantecolore, per un sacco di buone ragioni che immaginate e altre sulle quali, forse, non avete mai riflettuto. Image
Se si parla di sintesi additiva, il nero è semplicemente l'assenza di luce, e se si parla di sintesi sottrattiva nero è un materiale che, non riflettendo alcuna lunghezza d'onda della luce che lo investe, non restituisce nessun colore. In pratica, il tutto o il niente: la base.
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23 Aug
Per #artistantecolore voglio parlarvi del marrone. Anche se è impopolare, brutto, smorto, anche se è il colore della merda, il marrone è il colore che ogni pittore, in cuor suo, ama e teme. Sebbene, a dirla tutta, non sia neppure un colore.
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2 Aug
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Il primo dato che salta all’occhio è che Viola è il nome di un fiore, così come Malva, che è il nome del colorante viola più diffuso, e come eliotropo, che è un altro fiore la cui tonalità influenzò la moda dell’800 e oltre.
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14 May
L’ultima volta abbiamo parlato del colore più amato, il Blu. Per compensare il vostro entusiasmo, ho deciso di dedicare questa puntata di #artistantecolore al Giallo, il colore “infame”.
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9 Apr
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