Per salvare lo shopping e il cenone di Natale non servono "deroghe ai commercianti" e "accordi con le regioni".
Sarebbe servito invece un sistema di contact tracing digitale...
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... O almeno potenziare il tracciamento analogico (che è già saltato), l'assistenza sanitaria e sociale decentrata, le strutture di testing e separate dagli ospedali, i Covid hospitals per il trattamento in isolamento dei pazienti...
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... i trasporti pubblici per gli spostamenti in sicurezza di lavoratori e studenti, la raccolta di dati individuali (campionari e non) e la loro condivisione con la comunità scientifica nella sua interezza (non con piccole cricche di accademici amici)...
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... far arrivare la broadband in tutte le scuole, campagne di informazione massicce e capillari per l'alfabetizzazione COVID" dei cittadini.
Non è stato fatto, nonostante le palate di appelli della comunità scientifica e le raccomandazioni dei tanti comitati tecnici.
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Così siamo ridotti ad assistere a questo suk indegno in cui sindaci e governatori, commercianti e ristoratori contrattano misure che dovrebbero basarsi esclusivamente sull'analisi dei dati.
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I media e la comunicazione governativa sono così imbevuti da questa retorica oscena del "salvare il Natale" che qualcuno finirà davvero per credere che si possa contrattare col virus "una tregua".
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Mi rivolgo a lei perché ho saputo che, pur essendo un uomo di straordinaria importanza, è così sensibile da aver risposto personalmente alla missiva di un bimbo di cinque anni che le chiedeva un'autocertificazione speciale per Babbo Natale.
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Forse quindi risponderà anche a me.
Sarò sincero, l'autocertificazione non mi preoccupa molto. Ho solo cinque mesi e nessuno mi ha mai parlato di questo Babbo Natale. Né potrò scoprire di che si tratta, visto che sono annegato.
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Quei volontari erano quasi riusciti a salvarmi. Ma ero troppo provato dal naufragio e avrei avuto bisogno di cure che in mezzo al mare non ci sono. Purtroppo nessuno è venuto a prendermi per portarmi sulla terraferma.
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Non solo stiamo ripetendo tutti gli errori di febbraio e il 2020 sembra ricominciato da capo. Non solo siamo ancora impreparati e abbiamo potenziato troppo poco la capacità di testing, il contact tracing, le terapie intensive, i trasporti pubblici e le strutture scolastiche...
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... i Covid-hospitals e l'assistenza decentrata sul territorio. Non solo non stiamo stati capaci di organizzare e rendere pubblici i dati della pandemia per consentire alla comunità scientifica di svolgere il suo ruolo...
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Non solo a nove mesi dall'inizio dell'emergenza ancora non abbiamo un piano se non chiudere cose a caso, fino a chiudere tutto e sperare che il vaccino arrivi il prima possibile...
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In Francia, Germania e Regno Unito le scuole rimarranno aperte durante il lockdown.
Sono impazziti?
Forse no.
[Thread 👇]
I governi sanno (o dovrebbero sapere) che la chiusura delle scuole ha costi che gli studenti pagheranno nel corso intero della propria vita e inasprisce le disuguaglianze.
Obiezione: ancora non abbiamo evidenza sulle chiusure da Covid, le prime con la didattica a distanza.
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Risposta: le prime evidenze purtroppo non sono incoraggianti.
[Thread della domenica e appello alle istituzioni 👇]
I dati diffusi nel bollettino delle 18 sono fuorvianti, a causa delle differenze regionali nelle regole del contact tracing e nella capacità di somministrazione dei tamponi, nei tempi di restituzione dei risultati e di trasmissione alle autorità sanitarie.
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I bollettini non contengono informazioni cruciali: dove e come è avvenuto il contagio? Chi sono i contagiati? Che lavoro fanno, che abitudini hanno, qual è il loro stato di salute?
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Mi vergogno per De Luca, ma vorrei rassicurarlo. Fuori dalla sua bolla di qualunquismo e ignoranza, il mondo è migliore di come lo immagina ed è pieno di bimbi che trepidano per imparare a scrivere. Come ricercatore non ragiono mai per aneddoti ed esperienze personali, ma...
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... mia figlia è una di tali bimbi. Quindi posso stabilire con certezza e senza un'analisi ecometrica che l'affermazione di De Luca (sull'"unica bimba al mondo" che trepida per andare a scuola e imparare a scrivere) è falsa. Ce ne sono almeno due.
Ora, pensate a quei bimbi piccoli che senza la scuola non hanno grandi speranze di alfabetizzazione e integrazione, per esempio perché vivono in famiglie in cui non si parla italiano, e che non possono fare DAD perché i genitori non ne hanno gli strumenti.
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È chiaro che, se la comunità è già infetta la scuola diventa pericolosa. Chi frettolosamente addita la scuola come responsabile della seconda ondata però non ha capito che è la comunità a infettare la scuola, non viceversa.
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E che la scuola potrebbe perfino essere un presidio contro il contagio, se i protocolli di protezione e distanziamento fossero rigidamente rispettati ovunque, se il sistema sanitario garantisse testing e tracing tempestivi e se i trasporti fossero adeguatamente potenziati.
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Se le istituzioni si fossero preparate a tutto il possibile per preservare l'istruzione insomma. Lo hanno fatto?
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