IL DISCORSO DI FINE ANNO CHE VORREI

«Care concittadine e cari concittadini,

dopo un anno particolarmente duro come quello che si sta avviando alla conclusione, è con particolare commozione che vi annuncio il piano pluridecennale “Italia libera”.
Ancora una volta l'Unione Europea ha dimostrato non solo la sua inutilità, ma addirittura la sua perniciosità. Soprattutto per il popolo italiano.
Proprio nel momento di maggiore bisogno per il nostro amato Paese, anziché aiuti immediati abbiamo ricevuto mascherine e respiratori sequestrati o bloccati al confine da Paesi che avrebbero dovuto esserci fratelli.
Per troppo tempo questo Paese è rimasto fermo, schiacciato sotto il peso di false credenze e leggende popolari.
Per troppi anni alla sua popolazione, a voi tutti, sono stati richiesti sacrifici non necessari.

È tempo di voltare pagina.
Il progetto Italia libera segna il ritorno dell’intervento dello Stato nell’economia in una misura che, in questo Paese, non era mai stata vista prima. Segna il per troppo tempo rimandato ritorno dell'IRI.

Abbiamo un intero Paese da unire, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta.
L'anno nuovo vedrà il potenziamento del nostro SSN messo a dura prova da decenni di tagli orizzontali che non ci hanno permesso di affrontare come avremmo dovuto l'emergenza sanitaria, portando alla colpevole ed evitabile morte di migliaia di nostri concittadini.
L’anno che sta arrivando vedrà l’apertura simultanea in tutta Italia di cantieri per affrontare definitivamente l'annoso problema del dissesto idrogeologico e del rischio sismico.

Non solo, care concittadine e cari concittadini.
Assisteremo all'apertura di decine di cantieri dell’alta velocità.

L’obiettivo è quello di dotare il Paese della più moderna ed estesa rete ad alta velocità d’Europa nel giro di 10 anni.
Contemporaneamente inizieranno i lavori per la realizzazione nel Sud Italia di nuovi distretti industriali che ruoteranno intorno al mega-polo portuale che unirà le città di Gioia Tauro, Taranto e Crotone.
Un sistema di distretti collocati su tutto il territorio, collegati con le più moderne tecnologie di trasporto, che consentiranno un salto di qualità inimmaginabile anche al Nord che potrà finalmente crescere senza limitarsi a essere il produttore terzista della Germania.
L’estensione della rete di produzione di energie rinnovabili e le nuove tecnologie verranno finanziate, nei prossimi anni, con investimenti pubblici nell’ordine di almeno 50 miliardi di nuove Lire ogni anno.
Nei prossimi 10 anni saranno assunti 3 milioni di dipendenti pubblici, una media di 300.000 l’anno, nei settori strategici per lo sviluppo del Paese. Ci sarà lavoro e salari dignitosi per tutti, da coloro in possesso di qualifiche specifiche ai profili meno specializzati.
Nessuno verrà lasciato più indietro, in questo Paese. Nessuno sarà costretto ad abbandonare la propria terra e le proprie radici per cercare un lavoro.
Care concittadine, cari concittadini, come Presidente della Repubblica mi impegno a far sì che la dignità della vita e del lavoro non vengano mai più sostituiti, in Italia, con la criminosa stabilità dei prezzi.
Vi annuncio quindi con la solennità richiesta dal momento, che questa mattina è partita la lettera che comunica alla UE l’immediato recesso della Repubblica italiana dal trattato di Maastricht e, quindi, dall’Eurozona, poiché in insanabile contrasto con la Costituzione italiana.
Se la BCE dovesse intraprendere azioni atte a impedire la normale transizione da un regime sovranazionale a uno nazionale, sappia che questo Governo è disposto a qualsiasi cosa pur di tutelare gli interessi e i risparmi dei suoi cittadini.
Care concittadine e cari concittadini, da oggi l’Italia torna a essere un Paese sovrano. Da oggi, questa riconquistata sovranità, torna ad appartenervi, come avevano sempre voluto i nostri Padri costituenti.
È questo il regalo per l'anno che sta per nascere. È questo il regalo che vogliamo lasciare alle generazioni future».

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27 Nov 20
LO STATO, LA FAMIGLIA E IL BUONSENSO

L’austerità consiste nell’assunto che quando l’economia va a rotoli - di solito per colpa di una crisi finanziaria o di un altro grande shock che causa una recessione - lo Stato debba tirare la cinghia e smettere di spendere.
Questo ristabilirà la fiducia degli investitori, la disoccupazione calerà e se ne verrà fuori più velocemente. Non si tratta di una teoria astratta. È quello che è stato fatto alla Grecia, all’Europa del sud, all’Italia.
È quello che è stato fatto negli anni 30 e che ha portato al nazismo. Ed è quello che si continua a fare. Si tratta di un’idea particolarmente pericolosa perché nonostante la grande quantità di confutazioni basate sull’evidenza, non si riesce a liberarsene. Non muore mai.
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7 Nov 20
Quando parlano di IDE (investimenti diretti esteri) ricordatevi quest'elenco*, non esaustivo, di aziende italiane passate in mani straniere (vedi bandierine) negli ultimi anni:

Acqua di Parma (LVMH) Francia 🇫🇷
Algida (Unilever) Inghilterra 🇬🇧
Ansaldo Breda (Hitachi) Giappone 🇯🇵
Ansaldo STS (Hitachi) Giappone 🇯🇵
Benelli (Qianjiang Group Co. Ltd) Cina 🇨🇳
Bertolli (Unilever / Deoleo) Inghilterra 🇬🇧 / Spagna 🇪🇸
Birra Peroni (Asahi Breweries) Giappone 🇯🇵
Bnl (BNP Paribas) Francia 🇫🇷
Bottega veneta (Kering) Francia 🇫🇷
Brioni (Kering) Francia 🇫🇷
Buitoni (Nestle via Newlat) Svizzera 🇨🇭
Bulgari (LVMH) Francia 🇫🇷
Cademartori (Lactalis) Francia 🇫🇷
Carapelli (Deoleo) Spagna 🇪🇸
Cariparma (Crédit Agricole) Francia 🇫🇷
Coccinelle (E-Land Europe) Corea del Sud 🇰🇷
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16 Oct 20
Produttività, export, IDE, stabilità dei prezzi, precarietà, deflazione salariale, meno Stato e più mercato. Sono i capisaldi del modello economico che ci hanno imposto negli ultimi 40 anni. Tutto da buttare. La crisi che stiamo vivendo è una crisi di domanda, non di offerta.
Su circa 1.700 miliardi di ricchezza prodotta in Italia (vale a dire il PIL), il 79,6% è riconducibile ai consumi interni che a loro volta sono composti per il 60,8% dalla spesa delle famiglie e un per un altro 18,8% dalla spesa della nostra Pubblica amministrazione¹.
Dopo decenni di contenimento dei salari e di tagli selvaggi alla spesa pubblica, non deve quindi stupire l’enorme crisi di domanda che stiamo attraversando.Servono piena occupazione e salari dignitosi. E a garantirli deve essere lo Stato. Che è quello che prevede la Costituzione.
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27 Sep 20
C’è evasione in Italia? Sicuramente sì. Come in tutti i Paesi. È particolarmente alta? In media con quella dei Paesi con tassazioni molto elevate. Mentre non esiste nessuna correlazione tra uso del contante ed evasione. Come ha ammesso anche Padoan.
Nel 2019 l'evasione fiscale imputabile all'uso del contante valeva in Italia 8,7 miliardi di euro contro i 37,8 dovuti alle grosse compagnie che eludono le tasse tramite paradisi fiscali. Cioè il 4,8% contro il 20,84% dei 181,4 miliardi di evasione stimati. Image
Per quanto riguarda l'elusione, l'Italia si classifica nettamente sotto la media europea (8,1% contro il 9,7%). Anche Germania, Francia e Inghilterra superano l’Italia come evasione stando a un recente studio della Commissione Europea. Image
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21 Sep 20
La biblioteca capitolare di Verona è la più antica al mondo tra quelle ancora attive. Nasce intorno al V secolo come emanazione dello Scriptorium della Schola majoris Ecclesiae, cioè dell'officina in cui venivano redatti i libri su pergamena dai Canonici della Cattedrale. Image
A uno di loro, Ursicino, dobbiamo la sua prima datazione. Dopo aver trascritto la vita di san Martino aggiunse in calce alcuni dati inusuali per l’epoca: il proprio nome, il luogo e la data. Cioè le calende di agosto dell’anno di consolato di Agapito: il 1 agosto del 517. Image
La presenza di codici ancora più antichi, ad esempio il De Civitate Dei di Agostino e l'Institutiones di Gaio (unico al mondo), fanno risalire la fondazione della biblioteca almeno al secolo precedente. Image
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17 Aug 20
La narrazione del Nord virtuoso e del Sud parassita si regge sul nulla. Anzi è vero il contrario. Il Sud sottofinanziato dai tempi della Cassa del Mezzogiorno rispetto al Nord ha visto aumentare il divario col resto del Paese. Continuando a pagare parte della ricchezza del Nord.
A differenza di molti luoghi comuni, la Cassa per il Mezzogiorno assorbiva appena lo 0,5% del PIL italiano (mai più dello 0,7%), mentre gli investimenti pubblici al Nord ammontavano a circa il 3,5% del PIL. Questo dato da solo spiega in buona parte il divario di sviluppo.
Nel 2017 lo Stato ha speso 15.297 euro pro capite al Centro-Nord contro i 11.939 al Meridione. Ciascun cittadino del Sud ha ricevuto in media 3.358 euro in meno rispetto a un suo connazionale residente al Centro-Nord.
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