Andreucci, per chiarire, e stato il mio relatore di laurea. La sua presa di distanze dal PCI da "migliorista" negli anni '80 e l'affare dei documenti togliattiani a Mosca in cui si è fatto coinvolgere nel '92 con leggerezza e con qualche ambizione politica di troppo sono note
https://twitter.com/MariuzzoAndrea/status/1353797050283008000
Dico subito che non posso essere io a parlarne con obiettività, per il rapporto di familiarità e di affetto che mi lega a chi se ne è reso protagonista. Ma a me qui interessa riflettere su un'altra questione
Nella mia formazione, sotto la sua guida, ho conosciuto il PCI e il comunismo da una prospettiva critica, quella dei Kertzer, delle Kriegel, degli Hollander, finanche dei Courtois e dei Quagliariello (!!!). Non mi sono mai trovato con Zaslavski e Aga Rossi ma li ho letti e usati
Si tratta di prospettive interpretative la cui utilità a puntualizzare molti aspetti è ormai ampiamente riconosciuta, basta vedere le posizioni complesse a cui approda un esponente solitamente ascrivibile a traiettorie più vicine a quelle della cultura comunista come Silvio Pons
Quello che mi è sembrato inconsueto e significativo, in questi giorni, è stato l'essermi trovato, proprio io, a dover giocare nel ruolo del difensore della memoria di un partito che da studioso ho imparato a guardare con distacco...
...dagli attacchi spesso privi di fondamento e di criterio di esegeti improvvisati della critica "liberale" e "riformista". Questo mi fa capire ancor di più che il senso comune storico su alcuni temi ha passato veramente il segno, e che...
...la capacità di avvicinarsi a una questione complessa con la volontà di capire eventi, processi e contesti, ha ormai ceduto il posto al tentativo di usare quel che si trova a mo' di clava nei conflitti attuali come uno @Scacciavillani qualsiasi. Che pena.
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