Lo scrivo una volta per tutte al servizio di tutti gli Scacciavillani all'ascolto (specie quelli senza Scaccia- ). Le elucubrazioni sul fascismo socialista, come quelle sul Salvini "comunista" di tempo fa, sono sbagliate in primo luogo perchè partono da una cattiva definizione
Vengo incontro alle vostre facoltà mentali partendo da un libretto di 100 pagine per leggere il quale, vi assicuro, non serve un Ph.D. in Economics, e che forse potevate leggervi da soli, visto che per queste cose è ancora molto utile
Cosa distingue destra e sinistra? Il FINE dei processi decisionali di valore collettivo che portati avanti in politica. Se fine è promuovere l'uguaglianza, ci si colloca a sinistra, se è promuovere la disuguaglianza (e voi sapete che ci possono essere ragioni per farlo), a destra
L'atteggiamento nei confronti della libertà come elemento imprescindibile da considerare nel conseguimento dei propri obiettivi è al limite importante per distinguere, all'interno dei due campi, tra estremisti-autoritari e moderati
Bello questo schemino teorico, vero? Del resto lo avete capito anche voi (spero)... Ma tradotto nella realtà dei fatti, cosa significa? Significa che quelli che voi chiamate "Stato" e "mercato" non sono fini, sono mezzi. Entrambi possono essere usati, in contesti e secondo...
...proposte ideologiche diverse, per conseguire i propri obiettivi da parte di soggetti politici. Ma che questi obiettivi sono decisamente più caratterizzanti dei mezzi scelti per definire tali soggetti. Ora, poniamo (ma vi assicuro che tra noi menti pià raffinate...
...potremmo discuterne per giorni interi, sulla scorta di citazioni di Rosselli, Dahl e quant'altri) che i socialisti siano per forza statalisti. Ammesso e non concesso, questo identifica il MEZZO che intendono usare, per promuovere un loro fine, che è...
...la partecipazione per quanto possibile equalitaria alla ricchezza e l'uguaglianza delle opportunità. Si è socialisti se lo Stato serve a quello. Se lo Stato è un mezzo per consolidare precise gerarchie sociali e garantire i gruppi di potere costituiti, NO...
...in quel caso si è un'altra cosa, chiamatela come volete (veramente poi i nomi ci sono, magari non "fascismo" che è un termine connotato sul piano storico e culturale) ma è un'altra cosa.
E' abbastanza accessibile o ci voglioni i disegnini?
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Il #GiornodellaMemoria è commemorato a livello internazionale a seguito della risoluzione ONU del 2005. Vale la pena ricordare che noi italiani ci siamo arrivati 5 anni prima. Questa è la buona notizia...
La cattiva è che nel nostro caso la scelta del 27 gennaio ha scalzato altre proposte di rilevanza più chiaramente nazionale, come il 16 ottobre (rastrellamento del ghetto di Roma)
Questo perché, abbastanza chiaramente, si sono voluti spostare i contenuti da ricordare fuori dai confini nazionali ("che cattivi i nazisti che hanno fatto Auschwitz, LORO, mica noi!")
Sarebbe da riderci su se non fosse che non è la prima volta. C'è qualcosa in Barbero che, magari non del tutto coscientemente, distubra DuFer e qualcuno che gli sta attorno. Forse il fatto che riesca a dare dignità culturale a posizioni che si preferirebbero sostenute...
....più facile da delegittimare, e lo faccia con un impatto sul "grande" pubblico, senza particolari distinzioni e magari anche con posizioni diverse dalle sue, che altri si sognano. E questo a prescindere dal fatto che certi suoi giudizi a volte...
...siano troppo tagliati con l'accetta e meriterebbero di essere più articolati. Il linguaggio dei media è così, diretto chiaro e netto (e DuFer lo sa bene, visto che lo usa continuamente pur incazzandosi se altri lo usano meglio). Del resto...
Andreucci, per chiarire, e stato il mio relatore di laurea. La sua presa di distanze dal PCI da "migliorista" negli anni '80 e l'affare dei documenti togliattiani a Mosca in cui si è fatto coinvolgere nel '92 con leggerezza e con qualche ambizione politica di troppo sono note
Dico subito che non posso essere io a parlarne con obiettività, per il rapporto di familiarità e di affetto che mi lega a chi se ne è reso protagonista. Ma a me qui interessa riflettere su un'altra questione
Nella mia formazione, sotto la sua guida, ho conosciuto il PCI e il comunismo da una prospettiva critica, quella dei Kertzer, delle Kriegel, degli Hollander, finanche dei Courtois e dei Quagliariello (!!!). Non mi sono mai trovato con Zaslavski e Aga Rossi ma li ho letti e usati
Detto ciò che non è vero, cosa possiamo dire, dati alla mano, della relazione tra istruzione e lavoro?
Riassumo per punti supersintetici cosa è vero OGGI: 👇
Più si studia, più si trova lavoro. Magari non quello che si vuole e non quelli per cui ci si è specificamente formati, ma essersi formati a livello avanzato in qualcosa è comunque meglio che no
Più si è studiato, più è alto lo stipendio e maggiori sono le possibilità di carriera. In alcuni posti (l'Italia, ad es.) meno che altrove,ma il salto logico per cui fermarsi al diploma è una scelta più redditizia che continuare è frutto al meglio di un'illusione ottica
In questi giorni storia del PCd'I e dei "fratelli in camicia nera" ha molto eccitato i libberali de noantri. Se un po' di gente vuole qualche consiglio di lettura per capire la vicenda DAVVERO li metto qua sotto. Fatemi sapere 😃
Prima di tutto il miglior quadro di riferimento. L'autore è tutt'altro che simpatetico verso il PCI (anzi, alcuni colleghi lo considerano fin troppo "eretico"), e chiarisce la complessità della questione in modo molto articolato. L'operazione aveva sì qualche aspettativa...
...di "entrismo" sabotatore, per far esplodere il supposto ordine corporativo rianimando i conflitti di classe, ma c'era anche dell'altro, e si inseriva nel quadro teorico che Togliatti aveva messo a punto proprio nel 1935 con le sue lezioni a Mosca (ripubblicate nel 2004)
"A fondamento del liberalsocialismo sta il concetto della sostanziale unità e identità e della ragione ideale, che sorregge e giustifica tanto il socialismo nella sua esigenza di giustizia quanto il liberalismo. Questa ragione ideale coincide con...
...il principio per cui si riconoscono le altrui persone di fronte alla propria persona, e si assegna a ciascuna di esse un diritto pari al diritto proprio.... Il liberalismo vuole che fra tutti gli uomini sia equamente distribuito... quel grande bene che è la possibilità...
...di esprimere liberamente la personalità propria.... Il socialismo vuole che fra tutti gli uomini sia equamente distribuito... l’altro grande bene che è la possibilità di fruire della ricchezza del mondo....