THREAD. FORME DI ANTICAPITALISMO. L'anticapitalismo ha diverse forme: distruggere il capitalismo, smantellare il capitalismo, domare il capitalismo, resistere al capitalismo e sfuggire al capitalismo. 1/n
La strategia rivoluzionaria (distruggere) consegna nelle mani di una élite le chiavi dell’ingegneria sociale, accoppiando principi strutturali e soluzioni strutturali. Le altre strategie disaccoppiano la radicalità dei principi da quella delle soluzioni. 2/n
Il fallimento del socialismo reale ci ha fatto buttare via il bambino (i principi) con l’acqua sporca (le soluzioni). Attenzione: il confronto tra alternative non è sulla carta o in base alla dottrina. Come c’è il “socialismo reale” c’è il “liberismo reale”. 3/n
Cosa rimane oggi della critica al capitalismo? Oggi, cioè, dopo il fallimento del socialismo reale. Come può esprimersi, oggi, la capacità critica. Capacità umana di una collettività che riflette criticamente su un futuro più giusto? 4/n
Possiamo pensare l’alternativa? L’alternativa al capitalismo è un tabù culturale. Come l’incesto. Come ne usciamo? Come fa il pesce a pensare a qualcosa al di fuori dell’acqua in cui è immerso? 5/n
Le strategie riformiste basate sul compromesso capitale-lavoro (smantellare e domare, i 30 gloriosi), sono entrate in crisi per cause endogene/esogene. Quello che sembrava essere uno stato stazionario del capitalismo ha dimostrato di essere una contingenza. 6/n
Le ultime due strategie (resistere e fuggire) sono tipiche delle risposte “dal basso”, in forma collettiva e/o individuale, e si nutrono di differenti correnti ideologiche, di tipo comunitario, solidale ecologico o a queste collegate. 7/n
una sesta forma è l’erosione del capitalismo, che si traduce nell'introduzione di "specie aliene" nell'ecosistema del capitalismo, sostituendo gradualmente la "specie autoctona" e diventando così quella dominante. 8/n
Il pesce deve diventare anfibio. Erosione, non rivoluzione. Il cambiamento è sempre, in realtà, rimescolamento selettivo degli elementi del passato. Sbagliato pensare alla rivoluzione come “passaggio di stato”, da A a B. 9/n
Guardare a esperienze che fanno della pratica dell’alternativa alcapitalismo la loro cifra principale. Esperienze che – pur critiche del capitalismo – devono avere un rapporto di qualche tipo con il mercato, la sostenibilità economica, la moneta. 10/n
Li chiamiamo “modelli anfibi”: il pesce, grazie a loro, può uscire dall’acqua. Quale è l’alternativa al capitalismo che propongono? Partire dal potere. In tutte le strutture economiche, gli aspetti chiave che definiscono le relazioni sociali sono i rapporti di potere. 11/n
In una struttura economica, i rapporti di potere sono basati sul tipo di risorse che possiedi e controlli. Il problema si basa sui rapporti di potere del capitalismo. E le concentrazioni di potere sono il cuore del problema. 12/n
Per questo, le alternative al capitalismo non si pongono come “transizione tra fasi”, quasi come se si potesse passare dallo stadio A allo stadio B in modo netto e senza residui. Ma come “processo”, con un orizzonte temporale imprecisato 13/n
ma che punti in una direzione auspicabile, che abbia dinamiche che generino nel tempo più solidarietà e non meno, più democrazia e non meno, più uguaglianze e non meno. Il termine “transizione” tende a dare l’idea che ciò possa avvenire in un lasso di tempo breve, 14/n
mentre invece le utopie reali si immaginano un processo di erosione, come in geologia: lo sgretolamento della superficie terrestre dovuta ad agenti fisici (vento, acque, ecc.). L’erosione è perlopiù un processo lento, che si distende lungo tempi lunghi o lunghissimi. 15/n
Ma può anche darsi nella forma dell’erosione accelerata, intesa come il dilavamento che si verifica su suoli poco permeabili a opera di piogge a carattere torrenziale, con effetti che in condizioni normali impiegano moltissimi anni a formarsi. 16/n
La ricerca di alternative, dunque, come un processo – perlopiù lento, ma che a certe condizioni può anche essere rapido - che eroda il capitalismo. La domanda è: ci sono, oggi, le condizioni per una erosione accelerata? 17/n
Il combinato disposto della crisi ecologica, della rivoluzione tecnologica e della perdita di legittimazione dei sistemi liberal-democratici, può aprire una finestra di opportunità per esperienze di erosione accelerata del capitalismo? 18/n
Letture consigliate. Realismo Capitalista, di Mark Fisher, Nero Edizioni, 2018; Come essere anti-capitalisti nel XXI secolo? Erik Olin Wright, Edizioni punto rosso, 2017; Un futuro più giusto, F. Barca e P. Luongo, Il Mulino, 2020 19/end
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Tesi: oggi essere anticapitalisti è una scelta ideologica tanto quanto non essere anticapitalisti. 1/n
La scelta, in altre parole, non è tra neutralità assiologica e postura critica, ma tra i diversi tipi di sguardo morale che oggi il capitalismo necessariamente sollecita o implica. Oggi, il capitalismo ci pone di fronte a problemi tali che 2/n
la neutralità assiologica è di fatto una scelta etica. Per la legge, l'omissione di soccorso è un crimine, così come lo il peccato di omissione in teologia. Ma il capitalismo giustifica questa analogia? 3/n
THREAD
Da dove vengono i nostri scopi? I nostri obiettivi e fini? Nel libro Il Velo della diversità (qui: lafeltrinelli.it/libri/alessand…), Alessandro Pizzorno distingue tra teorie intenzionaliste e teorie della recezione. 1/n
Nella prospettiva intenzionalista la razionalità è un predicato dell’attore sociale; mentre in quella della recezione riguarda la manifestazione comunicativa delle ragioni dell’azione di fronte ad una cerchia di riconoscimento che che assegna valore agli esiti dell’azione. 2/n
Il valore delle nostre azioni dipende da “altri” che giudicano come “degno di valore” ciò che facciamo. Il problema del riconoscimento può essere collegato, secondo Pizzorno, a due lacune del paradigma intenzionalista e in particolare della teoria dell’azione razionale. 3/n
È il titolo di un celebre e bellissimo libro di Albert Hirschman, qui link: mulino.it/isbn/978881524….
Il libro descrive le dinamiche tra impegno individuale e impegno collettivo alla stregua del moto di un pendolo. 1/n
Per esempio, chi, concentrato sul suo benessere privato, acquista ogni genere di beni, una volta ottenuto ciò che desiderava, scopre di non aver raggiunto la felicità attesa. La delusione lo spingerà a impegnarsi in qualche azione di interesse pubblico. 2/n
Ma anche la vita pubblica riserva una quantità di frustrazioni: egli ritornerà così al suo mondo privato. Un aspetto dell’impegno pubblico è la sua natura collettiva e fortemente dipendente dal processo: si tratta di azioni che contengono in sé la propria ricompensa. 3/n