L’ineffabile Fornero, oggi sulla Stampa, ci regala un bigino delle liturgie liberiste e dei relativi dogmi di fede. Condito con una spruzzata di lotta di classe dall’alto verso il basso. Già l’incipit promette tanto: “Draghi non ha bisogno di consigli >
> conosce bene, su solide basi analitiche - non impressionistiche o pregiudiziali - le caratteristiche e le potenzialità della nostra economia”. E già mettono un punto. Chi si azzarderà a proporre altro è ignorante, pregiudiziale e impressionista (sic). >
> Ma per portare a compimento riforme dolorose (che parlano, però, il linguaggio della verità), Draghi dovrà “applicare l’arte della persuasione, non con i moderati (classi abbienti, ndr), ma con quella parte di elettorato che è stata nutrita in questi anni di tesi preconcette >
> e di bandiere sventolate oltre ogni ragionevolezza (RdC e Q100).” Ancora, si ribadisce come ogni timido e discutibile tentativo “redistributivo” si nutre di irragionevolezza e pregiudizio. Sull’arte della “persuasione” le preoccupazioni sembrano fuori luogo, considerata >
> la media della nostra informazione. Prosegue con un commovente “bisognerà convincere i lavoratori anziani che qualunque provvedimento di riduzione dell’età di pensionamento (tranne APE social, e qui sfugge una risata) peggiora i conti Inps, senza favorire l’occupazione >
> dei giovani e anzi compromettendo le loro pensioni.” Anche qui, sono proposti due dogmi di fede: il primo, quello che esclude qualsiasi collegamento tra pensionamento degli anziani e assunzione dei giovani; il secondo, quello che individua un preciso nesso di causa-effetto >
> tra i pensionandi “egoisti” di oggi e le future pensioni dei giovani. Entrambi i presunti assiomi sono, in realtà, discutibili. Anzi, il secondo è palesemente falso. Il sistema a ripartizione in essere (chi è al lavoro paga la pensione a chi è a riposo), collegato >
> ai rimasugli del retributivo (in tanti, ormai, andranno in pensione con il contributivo a partire dal 31.12.1995) è destinato ad estinguersi. La stessa Fornero ha introdotto, per le nuove generazioni, il contributivo puro e coefficienti di calcolo legati all’età anagrafica >
> molto penalizzanti. Il loro sistema, quindi, sarà a capitalizzazione (incasseranno meramente i contributi versati durante la carriera lavorativa), ragione per cui completamente slegato dalle pensioni in essere. Evidentemente non esiste alcun legame tra i pensionandi >
> di oggi e le pensioni delle nuove generazioni (a meno che non si asserisca che concedere il riposo dopo 40 anni di lavoro sfascerebbe il bilancio Inps, altro fake). In realtà, i giovani avranno la sociale dopo un ergastolo allo sgobbo, per effetto delle riforma Monti-Fornero >
> mica per colpa dei boomer. Fare sgobbare fino alla bara i lavoratori oggi, serve a fare cassa sulla pelle dei soliti, non a migliorare le pensioni per i lavoratori di domani.
Insomma, come i polli del cuoco, possiamo scegliere la salsa con cui ci cucineranno, non possiamo >
> contestare il fatto di finire in pentola. Non è argomento di discussione, attiene a dinamiche a noi sovra ordinate e ogni nostra obiezione sarebbe falsa e pregiudiziale.
Scusate la pizza, fine
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“La gazzarra contro di noi fu guidata da Mario Draghi. Più che un discorso il suo fu una recita dei milioni di euro che i correntisti greci avevano prelevato dai loro depositi bancari nella settimana appena trascorsa >
> Nulla può accelerare l’assalto alle banche in modo più efficace del banchiere centrale che elenca i prelievi e del suo vice che dichiara che non interverranno subito ma forse fra tre giorni. Mesi dopo una voce anonima interna alla BCE fece sapere che il 18 giugno >
> lo stesso giorno della riunione all’Eurogruppo, Mario Draghi aveva chiesto un parere indipendente a uno studio legale esterno alla BCE. La domanda che aveva fatto era se fosse legittima la chiusura delle banche greche.” >
Lavoro, ambiente e giustizia: processo Eternit, Torino 2009. Nel 2012 il tribunale condanna l’imprenditore Schmidheiny e Louis De Cartier de Marchienne a 16 anni di reclusione per «disastro ambientale doloso» e per «omissione volontaria di cautele antinfortunistiche» (1)
Nel 2013 in Appello la pena è aumentata a 18 anni. Nel 2014 la Cassazione annulla la condanna dichiarando il reato prescritto.
Nel 1999 inchiesta Cassiopea, sulla gestione illecita dei rifiuti. Porta al rinvio a giudizio di 97 persone, tra imprenditori e faccendieri (2)
con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale e all’avvelenamento delle acque. Il processo inizia nel 2003, nel 2011 dopo una serie infinita di ritardi, scatta la prescrizione.
Dato che il 70% delle prescrizioni si determina in fase di (3)
Massimo Franchi @ilmanifesto
Il più grande ricatto occupazione della storia recente. Tutti i circa 20 mila rider in Italia hanno già ricevuto o stanno per ricevere la mail che li costringerà ad accettare il «contratto-pirata» sottoscritto da Assodelivery e Ugl >
> che lascerà i fattorini come lavoratori autonomi a cottimo. Le comunicazioni delle piattaforme precisano che i non firmatari perderanno il lavoro dal 2 novembre, data di entrata in vigore del contratto. Questo, con sentenza della Cassazione che ha già considerato i fattorini >
> lavoratori subordinati e non autonomi. Il contratto/ricatto sul modello Marchionne, che pare ispirato ad una idea del professor Ichino, svela benissimo la situazione del lavoro come la sogna Bonomi: lavoratori ricattabili, cottimo e contratti pirata in deroga
Una storia: E.S. è un ragazzino vivace, disegna bene e frequenta la scuola media. Nel 1985 ha un incidente: si rompe in tanti pezzi, molti mesi in ospedale, ma ce la fa. Appena esce dall’incubo, il padre muore. Rimangono lui, la madre e due sorelle >
> Pochi soldi, bisogna lavorare. Svanisce il sogno dell’Istituto d’Arte, si delinea la condanna del carpentiere/saldatore. Inizia a sgobbare a 16 anni, apprendista in una officina meccanica. È bravo con le mani e invece di impugnare una matita, manovra un arco elettrico >
> Disegna “cordoni” perfetti, una successione di curve che sembrano, ironia crudele, dipinte. Lui, ora, ha 31 anni di lavoro che gli pesano sull’esistenza. Ha problemi di schiena, di vista, di polmoni. L’hanno spostato in un reparto un po’ meno duro, ma deve saldare lo stesso >
A proposito di responsabilità del datore di lavoro in caso di infortunio, una storia: nella fabbrica era collocato un container per la raccolta dei rifiuti ingombranti. Lo stesso era dotato di una scaletta esterna (foto) normalmente accessibile e priva di segnaletica >
> Un giorno, il lavoratore addetto alla gestione dei rifiuti, vedendo il container pieno, con alcuni materiali che uscivano dalla sagoma dello stesso, decise di intervenire. Lo decise perché sapeva che l'autista non avrebbe caricato il container in quelle condizioni. >
> Per sistemare il carico, salì la scaletta e si mise all'opera. Perse l'equilibrio e cadde, da 2 metri. Cadde male e restò tetraplegico (vicino alla pensione). Intervenne il sindacato e i RLS: verificarono la mancanza della valutazione dei rischi (DVR) inerente a quel lavoro. >
Andrea Gagliardoni è morto a 23 anni il 20 giugno del 2006, alle 6.10 del mattino, durante il suo turno di lavoro presso l’Asoplast di Ortezzano (Fermo). La sua testa è stata schiacciata da una macchina. Una macchina progettata senza adeguati sistemi di sicurezza >
> e quelli presenti erano stati disattivati dall’azienda per velocizzare la produzione. Ad Andrea, che lavorava su turni a 80 km da casa per 900 euro al mese, quella macchina ha fracassato il cranio, ammazzandolo. Due gli imputati per omicidio colposo; Giuseppe Bonifazi >
> e Mario Guglielmi. Il primo, AD responsabile di non aver rispettato le norme di sicurezza, non solo per il controllo delle attrezzatture, ma anche per la disattivazione dei sistemi di sicurezza, attuata per velocizzare la produzione. >