"A cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 anche il femminismo subisce una metamorfosi radicale. In un articolo uscito sul “New York Times Magazine” nel 1968 viene usata per la prima volta la distinzione tra first-wave feminism, con cui si nomina il
femminismo tradizionale, che nei precedenti centocinquant’anni aveva mietuto evidenti successi, e un nuovo femminismo, chiamato femminismo della “seconda onda” (second-wave feminism)."
"Il second-wave feminism diverge in maniera nettissima dal femminismo classico e dalle sue istanze. Mentre quest’ultimo era stato mosso dall’idea dell’eguaglianza di diritti tra uomini e donne, la “seconda onda” mira a un “rovesciamento del potere”, che corregga le ingiustizie
del passato. Mentre il primo femminismo era mosso da un ideale egalitario, il secondo è mosso da un ideale rivendicativo. Mentre il primo aveva tentato di costruire una nuova unità, un nuovo equilibrio nei rapporti tra i sessi, il secondo mirava al riconoscimento di
un’irriducibile differenza. Mentre il primo aveva fatto ampio spazio a figure maschili, alleate nella richiesta di parità, il secondo si concepisce come un atto di sfida belligerante nei confronti del sesso maschile in quanto tale.
Va notato come le istanze rivolte al riconoscimento delle differenze, e alla rivendicazione di ragioni brandite come orgogliosamente “di parte”, si armonizzassero perfettamente con la nuova atmosfera neoliberale, tutta rivolta a cancellare ogni traccia di egalitarismo e
ogni senso di unità sociale."
Zhok, Critica della ragione liberale.
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@TrueNeldot@16q___@TSupernano@ermarluck Il paradigma delle risorse scarse è un ideologema malthusiano che riflette il paradigma delle risorse scarse monetarie liberali.
Pareto parla di efficienza perché, come da tradizione neoclassica, usa la matematica paludando il tema centrale del conflitto distributivo e della sua
La naturalizzazione dei fatti sociali, come il rapporto tra classi e il tema della giustizia sociale, trova cristallizzazione nella matematizzazione, da cui la celebrità di Galileo e delle scienze naturali nel capitalismo.
@TrueNeldot@16q___@TSupernano@ermarluck Pareto nel suo manuale di economia politica cita apertamente Malthus e nega qualsiasi status normativo alla morale (ovvero fa filosofia morale per negare l'utilità della filosofia morale.)
Poiché il concetto morale, etico-sociale, di giustizia che non sia giustizia commutativa è
Pochi si sono accorti che la sacrosanta risposta all'invasata woke della @Treccani è viziata dagli stessi presupposti: fa trasparire un giudizio di valore su un'espressione che non è né "volgare" né "incivile". "Negro" è italiano corretto, "lavorare come un negro" è espressione
colloquiale che fa esplicito riferimento alla condizione di schiavitù. Ma transeat, siamo tutti figli del nostro tempo.
La deriva neoliberale da cui nasce la sottocultura woke si evince dal popperiano uso di "Stato etico" al posto di orwelliano "Stato totalitario", invertendone
il segno di valore. Le sorti magnifiche e progressive della "società aperta" sono invece proprio questo totalitarismo sempre più asfissiante di cui la sottocultura woke è una delle sfaccettature.
L'hegeliano Stato etico, già solo significando il superamento della scissione tra
“Il lockdown generale è già stato deciso da tempo.
Tutte le oscillazioni di queste settimane sono soltanto gioco del poliziotto buono e cattivo, tattica per imporre la decisione gradualmente, testando volta a volta le reazioni.
Il progetto è chiaro.
Non ha niente a che vedere
con la situazione sanitaria, che è sotto controllo (salvo le solite inefficienze di certe regioni) e che vede una pressione sugli ospedali inferiore a quella che si verifica abitualmente ogni anno per le epidemie stagionali di influenza.
Morti e terapie intensive sono
evidentemente in gran parte anziani ammalati di altro, spesso già ricoverati - i dati emergono su scala locale anche se il governo si guarda bene dal chiarirlo a livello nazionale. Se si volesse affrontare seriamente la protezione delle fasce di cittadini a rischio
etflix, lo shopping con Amazon, i concerti con le dirette a distanza, lo sport con il "workout" casalingo gestito da app, il lavoro con sussidi statali di semi-indigenza, il culto religioso comunitario con una spiritualità solitaria senza nessun rilievo sociale. E, soprattutto,
per eliminare ogni forma di associazione culturale, circolo, movimento civico e politico libero, non controllabile, trasformando la società civile in una pluralità di individui isolati che si limitano ad essere followers dei leader politici, in un quotidiano reality show,
"profilati" e sottoposti al continuo martellamento delle news unanimi di regime selezionate per loro dai social media depurandole di quelle che loro chiamano fake news, cioè di ogni fonte che non sia approvata dal complesso politico-mediatico mainstream.
La politicizzazione dovrebbe essere il requisito principe della democrazia. Invece questo tipo di conflittualità ideologico-sociale è il prodotto della tecnocratizzazione.
Il grande capitale apolide scinde ideologicamente la società in due in modo radicale e intollerante proprio
perché la tecnocratizzazione capitalistica ha dialetticamente in nuce il moralismo, padre di ogni fanatismo. Socialmente efficientismo paretiano e moralismo - genetico di religioni e culti - sono una complexio oppositorum.
Questo fanatismo ben finanziato da chi può prendere
le decisioni che contano, porta a uno scontro radicale e irrazionale che non ha nulla a che fare con la politica.
Una parte rappresenta l'intolleranza del tiranno in nome dell'intolleranza, il liberalismo radicale del capitalismo sfrenato, assoluto.
«...non credo che si possa parlare di ideologie politiche serie quando hanno fatto della violenza il solo strumento di emancipazione. Certo non Marx, il quale ha sempre considerato che l’uso o meno della violenza da parte delle classi lavoratrici
dipendesse esclusivamente dall’atteggiamento delle classi dominanti: se queste ricorrono a mezzi coercitivi di oppressione che impediscono la libera crescita e la libera manifestazione della volontà popolare, la violenza è l’unica risposta possibile.
Ma la violenza può essere ammessa solo come “levatrice della Storia”: cioè, quando una nuova società è matura nel grembo della vecchia - nuovi rapporti sociali, nuove strutture, nuovi valori -, e solo la repressione del potere o la violenza silenziosa dei rapporti economici già