Nessuno non vuole la libertà.

Anche chi la cede per la propria sicurezza lo fa pensando di aumentarla.

Si accetta la schiavitù per essere liberi di vivere.

Il concetto individualistico di libertà è incompatibile con il socialismo che è libertà sociale, ovvero emancipazione.
Emancipazione collettiva, libertà dagli ostacoli materiali che limitano lo sviluppo della personalità, e libertà di, ovvero *potere di* concorrere al progresso materiale e spirituale della società.

Il socialismo è tale nel momento in cui la libertà individuale è una conseguenza
della libertà collettiva conseguente alla socializzazione del potere economico e politico che realizzano la democrazia.

Il socialismo è in re ipsa libertario, altrimenti non è socialismo: ossia qualcosa di fondamentale non è stato socializzato.

La libertà, ovvero il fiore che è
libero di crescere e sbocciare, non è una categoria politica, ma il risultato di un sistema politico e sociale.

Tutti vogliamo essere liberi, tutti vogliamo la pace, tutti vogliamo la possibilità di vivere nell'abbondanza e in un ambiente salubre. Sono banalità.
Il tema interessante, politico, è come distribuire queste ricchezze materiali e spirituali e se il tema della giustizia sociale sia o meno un principio che possa orientare le decisioni politiche in un sistema contraddittorio, conflittuale e iniquo.

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9 Feb
"A cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 anche il femminismo subisce una metamorfosi radicale. In un articolo uscito sul “New York Times Magazine” nel 1968 viene usata per la prima volta la distinzione tra first-wave feminism, con cui si nomina il
femminismo tradizionale, che nei precedenti centocinquant’anni aveva mietuto evidenti successi, e un nuovo femminismo, chiamato femminismo della “seconda onda” (second-wave feminism)."
"Il second-wave feminism diverge in maniera nettissima dal femminismo classico e dalle sue istanze. Mentre quest’ultimo era stato mosso dall’idea dell’eguaglianza di diritti tra uomini e donne, la “seconda onda” mira a un “rovesciamento del potere”, che corregga le ingiustizie
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31 Jan
@TrueNeldot @16q___ @TSupernano @ermarluck Il paradigma delle risorse scarse è un ideologema malthusiano che riflette il paradigma delle risorse scarse monetarie liberali.

Pareto parla di efficienza perché, come da tradizione neoclassica, usa la matematica paludando il tema centrale del conflitto distributivo e della sua
@TrueNeldot @16q___ @TSupernano @ermarluck gestione politica.

La naturalizzazione dei fatti sociali, come il rapporto tra classi e il tema della giustizia sociale, trova cristallizzazione nella matematizzazione, da cui la celebrità di Galileo e delle scienze naturali nel capitalismo.
@TrueNeldot @16q___ @TSupernano @ermarluck Pareto nel suo manuale di economia politica cita apertamente Malthus e nega qualsiasi status normativo alla morale (ovvero fa filosofia morale per negare l'utilità della filosofia morale.)

Poiché il concetto morale, etico-sociale, di giustizia che non sia giustizia commutativa è
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31 Jan
Pochi si sono accorti che la sacrosanta risposta all'invasata woke della @Treccani è viziata dagli stessi presupposti: fa trasparire un giudizio di valore su un'espressione che non è né "volgare" né "incivile". "Negro" è italiano corretto, "lavorare come un negro" è espressione
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La deriva neoliberale da cui nasce la sottocultura woke si evince dal popperiano uso di "Stato etico" al posto di orwelliano "Stato totalitario", invertendone
il segno di valore. Le sorti magnifiche e progressive della "società aperta" sono invece proprio questo totalitarismo sempre più asfissiante di cui la sottocultura woke è una delle sfaccettature.

L'hegeliano Stato etico, già solo significando il superamento della scissione tra
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4 Nov 20
“Il lockdown generale è già stato deciso da tempo.
Tutte le oscillazioni di queste settimane sono soltanto gioco del poliziotto buono e cattivo, tattica per imporre la decisione gradualmente, testando volta a volta le reazioni.
Il progetto è chiaro.
Non ha niente a che vedere
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4 Nov 20
etflix, lo shopping con Amazon, i concerti con le dirette a distanza, lo sport con il "workout" casalingo gestito da app, il lavoro con sussidi statali di semi-indigenza, il culto religioso comunitario con una spiritualità solitaria senza nessun rilievo sociale. E, soprattutto,
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"profilati" e sottoposti al continuo martellamento delle news unanimi di regime selezionate per loro dai social media depurandole di quelle che loro chiamano fake news, cioè di ogni fonte che non sia approvata dal complesso politico-mediatico mainstream.
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3 Nov 20
La politicizzazione dovrebbe essere il requisito principe della democrazia. Invece questo tipo di conflittualità ideologico-sociale è il prodotto della tecnocratizzazione.

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Questo fanatismo ben finanziato da chi può prendere
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Una parte rappresenta l'intolleranza del tiranno in nome dell'intolleranza, il liberalismo radicale del capitalismo sfrenato, assoluto.

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