. #24MARZO 1944 - 24 MARZO 2021 : NOI RICORDIAMO, TU NON DIMENTICARE di Carla Di Veroli
Il 23 marzo ‘44, nelle prime ore del pomeriggio, un gruppo di appartenenti ai GAP attaccò in Via Rasella un reparto di soldati sudtirolesi del reggimento Bozen alle dipendenze delle SS. 👇
L'esplosione di una carica di tritolo al passaggio della formazione militare, seguita dal lancio di bombe e da una sparatoria, provocò la morte di 33 dei 156 militari. Come risposta all’azione Hitler ordinò una terribile “rappresaglia” o repressione collettiva, 👇
per usare un termine più appropriato, che venne così stabilita: per ogni tedesco ucciso, 10 sarebbero stati gli italiani fucilati. Durante la notte H. Kappler, capo della SS romane, ed il capitano E. Priebke stilarono la lista dei condannati a morte, 👇
che il mattino del giorno dopo venne integrata con altri nominativi dal questore di Roma Pietro Caruso. In tutto vennero prelevati, dalle carceri e dalla strada, 335 uomini, 5 in più rispetto alla proporzione stabilita. 👇
Trasportate in una cava in disuso sulla via Ardeatina, nel pomeriggio del 24 marzo le vittime vennero fatte inginocchiare con le mani legate dietro la schiena e trucidate una dopo l’altra con un colpo di pistola alla nuca. 👇
Ad eccidio concluso, i tedeschi fecero saltare con l'esplosivo l'ingresso del sito. Il giorno 25 marzo ‘44 sui giornali romani apparirà uno scarno comunicato del comando tedesco di Roma: “(...)Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca nuovamente affermata👇
Il Comando tedesco, perciò ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito.” Del tutto infondata è la tesi, fatta circolare dai fascisti e trasformatasi ben presto in credenza popolare, 👇
Che l'eccidio sarebbe stato evitabile se i gappisti si fossero consegnati alle autorità. Questa “leggenda nera”, è completamente priva di verità. Lo confermarono gli stessi nazisti come risulta dagli atti dei processi a Kesserling e a Kappler, che dichiarò: 👇
“Per questo fatto di Via Rasella non feci alcuna richiesta alla popolazione. Non era di mia competenza”. Questi i fatti. Per l’entità delle vittime, la strage delle Ardeatine, voluta dai nazisti più per terrorizzare i romani, rei di non collaborare con i nazifascisti che 👇
punire i responsabili dell’azione partigiana, è una delle più terribili ferite inferte alla città. Il 24/3/44 fu irrimediabilmente leso il diritto che appartiene alla persona umana e alla storia. 335 persone:centinaia di vite spezzate, di sogni infranti, di figli non nati👇
Mancata progenie: è un reato che formalmente non esiste: non c’è prescrizione. 335 persone massacrate vogliono dire madri, mogli, figli, fratelli improvvisamente ed ingiustamente privati dei loro cari, vogliono dire famiglie intere gettate nella disperazione e nella miseria.👇
Alle Fosse Ardeatine, per assurdo, i nazisti realizzarono idealmente l’unità del popolo italiano, in considerazione dell’eterogeneità delle vittime: ”(…)Gli uccisi sono tutti uomini, ma questo non fa che rendere centrale il ruolo delle donne nella sopravvivenza e nella memoria👇
L’azione partigiana di Via Rasella e la strage nazista delle Fosse Ardeatine non sono un evento solo, ma due eventi distinti , connessi tra loro da una relazione evidente ma tutt’altro che automatica: l’azione partigiana di Via Rasella fu la più clamorosa ma non l’unica 👇
né la prima in cui dei tedeschi vennero uccisi nel centro di Roma. Ce ne furono molte altre, e nessuna fu seguita da un’analoga rappresaglia. La storia delle Fosse Ardeatine non si chiude lì, con l’ordine ricomposto dopo il massacro, soprattutto perché non sono solo il luogo 👇
in cui molte storie finiscono, ma anche quello da cui un’infinità di altre storie si diramano. Da lì riparte una battaglia per il significato e la memoria che si svolge sulle pagine dei giornali, nelle aule dei tribunali, nelle lapidi sui muri e nelle cerimonie” 👇
(A. Portelli “L’ordine è già stato eseguito”) . 77 anni dopo, la nostra memoria non si è affievolita, ma anzi si rafforza ogni giorno di più e ci impone di vigilare e rinnovare l’impegno affinchè le nuove generazioni coltivino i valori permanenti della civiltà e 👇
e delle uguaglianze, del rispetto dei diritti delle persone e soprattutto della libertà. Abbiamo un fardello sulle nostre spalle che non possiamo e non vogliamo depositare, per noi stessi e per i nostri figli: l’impegno a non dimenticare.
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Caril* tutt*,
fra due giorni, il 24 marzo 2021, saranno passati ben 77 anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine.
Questo è un invito rivolto a tutti quelli che sentono ancora oggi proprie quelle 335 vite spezzate dai Nazifascisti, che sentono ancora oggi l'importanza 👇
di dover ricordare che l'antifascismo è fluido vitale per la nostra Città e per la nostra Costituzione.
Questo invito è rivolto a Voi!
Che ognuno di noi ricordi almeno uno di loro, che Roma non scordi la Roma ribelle che ha sacrificato tutto per la libertà di tutti!
Condividete il volto e la storia di almeno di una delle vittime del 24 marzo 1944.
Attraverso il portale mausoleofosseardeatine.it è possibile accedere alle storie dei 335 martiri dell Fosse Ardeatine.👇
Oggi, #18novembre, webinar “Antisemitismo e odio online - Il complottismo al tempo di internet” alle ore 15.00 in streaming (indirizzo sulla locandina)
Ho seguito il webinar in diretta, che merita davvero di essere visto/ascoltato. Ho appena inviato email all’UNAR perché venga lasciata sulla home la registrazione per coloro che desiderano vederla/ascoltarla, visto che si teneva alle ore 15.00, quindi in pieno orario di lavoro
Un giorno Rav Avraham Berkowitz fu incaricato di effettuare un giro estivo nei luoghi più isolati del mondo al fine di incontrare ebrei che non hanno contatto né con l’ebraismo né con comunità ebraiche ben strutturate.
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Si ritrovò in Alaska e incontrò una mamma e la sua bambina a Bethel, insieme ad altri studenti incuriositi e molto attenti.
Al termine della lezione la bambina e la madre lo cercarono per poter scambiare qualche parola con lui.
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La giovane donna raccontò la sua vita: nata e cresciuta a Los Angeles in una famiglia ebraica rispettosa delle tradizioni, si sentiva da sempre irresistibilmente attratta dalla natura allo stato grezzo e in particolare dallo stile di vita degli eschimesi. 👇
Il #30ottobre 1943, a #Cassino vengono uccisi due soldati tedeschi che hanno tentato di abusare di una ragazza del posto. Per rappresaglia vengono catturati ventidue ostaggi, destinati alla fucilazione; 👇
l’Abate Gregorio Diamare interviene con una lettera inviata al Generale Hans Valentin Hube, comandante del XIV Panzerkorps: “Ardisco pregare Vostra Eccellenza che, pur salvando le giuste esigenze marziali, la pena minacciata sia limitata il più possibile ai beni 👇
e famiglie dei colpevoli per evitare che tanta altra povera gente paghi il fio di colpa non sua. Perdonatemi Eccellenza se oso fare caldo appello al vostro cuore generoso per questi miei figliuoli spirituali, già tanto provati dalle inevitabili conseguenze della guerra”👇
OGGI È L'ANNIVERSARIO DELLA MARCIA SU ROMA. RICORDIAMO "L'ACCOGLIENZA" DI SAN LORENZO E ALTRI QUARTIERI, QUANDO LE CAMICIE NERE VENNERO ACCOLTE A SANPIETRINI E REVOLVERATE
Il #28ottobre 1922 la “Marcia su Roma” raggiungeva i suoi obiettivi. 👇
Vittorio Emanuele III si rifiutava di dare il via allo stato d’assedio che Luigi Facta, presidente del Consiglio, gli aveva sottoposto, consegnando di fatto l’Italia in mano al fascismo. 👇
Nei giorni precedenti quattro colonne di camicie nere si erano mosse alla volta della Capitale, mentre gruppi più piccoli, in tutte le principali città, attaccavano i palazzi istituzionali e più o meno simbolicamente prendevano possesso delle regie prefetture. 👇
Il #5settembre 2016 ci ha lasciati Enrica Zarfati, nata negli anni 20 alla Garbatella. Era facile, sino a qualche anno fa, incontrarla nel suo Lotto. Lei che aveva una grande storia alle spalle: una delle poche donne tornata da quell'inferno chiamato Auschwitz-Birkenau. 👇
Era stata catturata a maggio del 44 per delazione fascista; e nel campo di sterminio era arrivata nella calda estate di quello stesso anno. Mortificata nella sua intimità, era solo un numero. Liberata nel maggio del 45 a Rawensbruk, a settembre era tornata nella sua Garbatella 👇
Dedita alla famiglia e al lavoro, la sua era una storia di orrore, raccontata con delicatezza; per quel poco che si poteva. Di lei si ricordano tante cose, tanti momenti tante emozioni. Ci ha donato un "patrimonio" di ricordi; 👇