No, alla fine lo stabilisce solo la ragione, se è possibile un dialogo libero. Il problema non era che Lysenko diceva assurdità, ma che queste erano imposte come verità di Stato.
La razionalità si dà nella storia, ma non per questo cessa di essere razionale.
Storia e filosofia sono due intrascendibili (ce ne sono altri, ovviamente: verità, bellezza, giustizia, eccetera): pensare di poterne usare uno per spiazzarne un altro è una mossa tentata un'infinità di volte, ma che non va da nessuna parte.
Per esempio, quando il post-modernismo accusa questa o quella branca della cultura di essere "solo" un "costrutto sociale", non può evitare che la medesima accusa venga rivolta a lui stesso. E poi? Noi siamo esseri sociali: i nostri meri "costrutti" a quale "roccia sotto la neve"
, come diceva Hegel, dovrebbero essere contrapposti?
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@borghi_claudio@xissur3@liberomondo2016@Marko_Morandi@giangoSGV Da un punto di vista di equità individuale, i sostenitori del contributivo hanno buoni argomenti. Ma un sistema pensionistico va giudicato come tale, come sistema, appunto, non nel caso individuale. Un sistema contributivo richiede, ancora più di quello retributivo, la piena
I (neo)liberisti fondano in senso positivista l'economia sulla psicologia, negando il senso stesso della questione morale e della giustizia, relegata a mera giustizia commutativa, ovvero legale-amministrativa.
Infatti per i liberisti il sistema giusto è un sistema
Bene. Il moralismo nasce dalla condanna dei ricchi verso i poveri, che non sono tali perché il sistema è iniquo, ma sono poveri perché pieni di vizi che non permettono loro di adattarsi al sistema "commutativamente" giusto.
La letteratura liberale è chiara da due secoli sul punto: Malthus e Darwin sono i capisaldi dell'organizzazione sociale liberale.
L'economicismo del laissez faire, del free trade, del gold standard è solo fumo negli occhi: è il modo con cui la borghesia
@ary_anna@Luca_Mussati concepisce e realizza la visione elitista, classista, della società.
Attali non dice nulla di nuovo.
Lo dicevano prima i nazi, che non facevano altro che ripetere ciò che già dicevano da un secolo i liberali britannici e statunitensi.
@ary_anna@Luca_Mussati A leggere la presunta biopolitica di Attali si nota - almeno per i chierici - l'ideologia marginalista in tutto il suo splendore.
Si notano il darwinismo sociale di Spencer e l'efficientismo di Pareto.
: e così la libertà di parola e magari pure le elezioni diventano vettore di pericolo. I fascisti non sono mai "andati al potere", sono stati *cooptati* dalla borghesia
quando questa ne aveva bisogno. Punto. Adesso le tornano effettivamente ancora utili, ma solo come spauracchio, quindi, di là dall'errore intrinseco, non è molto furbo cascarci.
A sx il problema del settarismo è invece allarmante: invece di provare a "buttare dentro" gente, già
staccata dal mainstream, di cui condividiamo gli interessi fondamentali (se ne rendano tutti conto o meno), ci si affanna a buttarla fuori per rassicurarsi della propria purezza ideologica.
arrestare l'avanzata democratica dei partiti dei lavoratori e vincere la guerra fredda.
Poiché secondo le oligarchie il metodo democratico - non la democrazia, che resa effettiva segnerebbe la fine della dittatura oligarchica del capitale - è ritenuto "inefficiente".
Va da sé che per spazzare via il progresso sociale che porta alla democrazia vada spazzata via la classe sociale che ne rappresenta l'edificazione: ovvero la classe media e ciò che ne garantisce l'esistenza, ovvero la piena occupazione e l'eliminazione delle barriere d'ingresso
Al di là della ovvietà per cui l'irrazionalismo è (sovra)strutturale in una società classista, in quanto l'esistenza stessa delle classi sociali è in sé irrazionale (pulsione al dominio, punto), oggi la distruzione della ragione non va ricercata nelle narrazioni à la Q, nel
terrapiattismo (ma esiste?) o nel rispolverare le aberrazioni ideologiche naziste.
Oggi l'irrazionalismo è h24 su ogni canale di comunicazione di massa, nello scientismo, nella necessità STRUTTURALE della classe dominante di affermare narrazioni che siano funzionali alla propria
egemonia, ai propri piani di ristrutturazione sociale in cui miliardi di persone sono considerate oggetto disponibile per qualsiasi atrocità funzionale alla propria brama di potere.
La nevrosi sociale, il bipensiero orwelliano, sono la conseguenza diretta della propaganda