A Madrid netta vittoria della destra Pp, che si mangia i liberal-nazionalisti di Ciudadanos e si prepara a governare con i fascisti di Vox. Bene la sinistra, con Unidas Podemos in crescita e Más Madrid che addirittura supera i socialisti del Psoe (in crollo).
Considerazioni:
1) La Regione di Madrid ha sempre votato a destra. La scommessa era che il covid avesse cambiato le cose, con la presidentessa Ayuso simbolo di sanità privatizzata e malagestione della pandemia. Non è successo. La pandemia polarizza le fratture esistenti, non le cambia.
2) La polarizzazione, a 10 anni dal 15M e un anno dal primo governo di coalizione del post-franchismo, è fortissima. Per le ambiguità, come quelle di Ciudadanos, non c'è più spazio. Come per candidature deboli e linee politiche incerte (vedi alla voce Psoe).
3) La candidatura di Pablo Iglesias ha salvato Up da una storica sconfitta, facendo addirittura crescere voti e seggi. Ma la sua figura è troppo logora, dopo anni di vento in faccia, per sfondare. A maggior ragione saggia la scelta di passare la mano a Yolanda Díaz.
4) Más Madrid fa un ottimo risultato, in uno dei pochi territori del paese in cui il partito di Íñigo Errejón ha una presenza reale. Un'immagine più accettabile e meno esposta al fuoco di quella di Up permettono di affondare molto meglio nell'elettorato socialista.
5) Gioire per la crescita della sinistra ha poco senso, finché avviene solo a scapito del Psoe, e la destra domina. L'impressione è che in Spagna non torni il vecchio bipartitismo ma si stia cristallizzando un bipolarismo all'italiana. Sommovimenti interni, ma blocchi stabili.
6) Pablo Iglesias lascia la politica, dopo aver fatto l'unica cosa che poteva fare con la sua ormai tossica figura politica: salvare il partito a Madrid. Una scelta conseguente a quelle già fatte finora. Ancora una volta: avercene, in Italia. Chapeau.
7) Alcune tendenze sono quelle di fondo della politica europea: forte polarizzazione dx-sx, radicalizzazione della destra, socialdemocrazia che fatica a uscire dalla crisi, crescita di forze progressiste percepite come fresche, post-ideologiche, femminili.
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Dopo averlo letto e studiato con un po' di attenzione, e averne chiacchierato online insieme a @SimoneFana, @PeppeMontalbano e Sergio Cecchi (), penso che alla fine il problema con PNRR sia uno: che non è un piano. 1/9
Non è un piano, non ha una logica di piano, non indica una direzione di sviluppo. Elenca una serie di investimenti, in termini vaghissimi, e di riforme, in termini ancora più vaghi. Il contenuto del piano è che spenderemo dei soldi e faremo i compiti a casa. Poco altro. 2/9
Non significa che il PNRR non abbia una forte impronta ideologica. Ce l'ha eccome: vi compare 189 volte la parola "imprese", 77 "mercato", 84 "competitività", 44 "concorrenza". La parola "diseguaglianze", per capirci, compare 5 volte. L'impronta ideologica c'è, ed è liberista.3/9
A prescindere dai punti di vista sul vaccino AstraZeneca, possiamo dirci che l'Aifa che contemporaneamente blocca il vaccino perché teme che non sia sicuro, e dichiara ufficialmente "chi l'ha già fatto stia tranquillo, il vaccino è sicuro" è un fail clamoroso? 1/5
Ed è legato alla stessa strategia politica e comunicativa burioneggiante che ci portiamo dietro da anni su questo tema, con l'idea che la gente vada spaventata e rassicurata a comando, e non informata correttamente, che vada difesa l'idea della Scienza-come-Certezza-Assoluta. 2/5
L'idea che condividere la realtà del dubbio, dell'incertezza e anche degli interessi materiali che caratterizzano la scienza come qualsiasi altra attività umana sia un tabù. Una crociata ideologica che ha fatto solo danni, ignorando la crisi reale di fiducia nella scienza. 3/5
Oggi è una giornata molto importante per la sinistra spagnola. Pablo Iglesias si è dimesso da vicepresidente del governo per candidarsi alla presidenza della regione di Madrid contro la contestatissima Isabel Díaz Ayuso del PP. Ciò comporta diversi elementi importanti. 1/8
Unidas Podemos era in grossa difficoltà a Madrid dopo la scissione di Más País (ex sindaca di Madrid Manuela Carmena e Íñigo Errejón), rischiava di non entrare in consiglio, la candidatura di Iglesias restituisce iniziativa. Ha proposto a Más País un'alleanza per le regionali.2/8
Ayuso è una Susanna Ceccardi spagnola: giovane, di ultradestra, becera. E ha gestito la pandemia in maniera crimimale. La destra è forte a Madrid, ma Iglesias nei dibattiti sarebbe un'arma forte per mettere in difficoltà la presidente uscente. Riapre i giochi elettorali. 3/8
Mattarella ha detto una cosa chiara: c'è una maggioranza politica, la stessa di prima, ma non c'è un accordo sul presdelcons, perché (sottinteso) Iv su quello ha traccheggiato. Fico gestirà di fatto un tavolo di maggioranza, da cui dovrà uscire l'accordo per un incarico. 1/6
So che sembra cervellotico dare un incarico esplorativo a un presidente della Camera per verificare le condizioni per formare un governo tra forze politiche che già sostengono il governo uscente, con presdelcons in pectore lo stesso presdelcons uscente. 2/6
Però questa è la situazione generata dalla bizzarra iniziativa politica di Italia Viva, che ha aperto una crisi di governo senza contenuti se non la volontà, chiarissima a tutti ma sempre negata pubblicamente, di silurare il presidente del consiglio. È 'st'acqua qua. 3/6
Sto provando a immaginarmi se questa cosa di prendere soldi da un governo straniero, peraltro uno dei più reazionari, autoritari, oscurantisti del mondo, e noto sostenitore del terrorismo in varie parti del pianeta, l'avesse fatta B. qualche anno fa, oppure un grillino. 1/4
Invece l'ha fatta il senatore Renzi, e quindi sui quotidiani se ne trova a malapena traccia. Altro che "dieci domande", non se n'è ancora vista neanche una. L'establishment economico e mediatico italiano crede di avere ancora bisogno di lui, evidentemente. 2/4
Cosa che segnala anche la debolezza di quell'establishment. Ma resta uno schifo. Qualcuno dovrebbe chiedere a Renzi di dimettersi, o quanto meno di rendere conto pubblicamente di quanto è avvenuto. Ci facciamo un bel dibattito parlamentare? 3/4
Ci tornerò sopra con calma nei prossimi giorni, e mi rendo conto che sembri triviale mentre contiamo i morti a centinaia al giorno, ma: stiamo facendo l'ennesima crisi di governo sulla figura del presidente del consiglio. 1/11
Lo so, probabilmente c'è ben altro dietro: Renzi che vuole un ruolo maggiore, la spaccatura dentro ai 5S, i partner europei e atlantici che vogliono un interlocutore che considerano più affidabile, la necessità di un rapporto meno conflittuale con opposizioni e regioni, ecc.2/11
Però poi alla fine si finisce sempre a parlare di questo: Conte ha una sua struttura a Palazzo Chigi con cui pretende di gestire il Recovery Fund, Conte si tiene relazioni e deleghe, Conte considera governo e parlamento dei passaggi formali, e così via. 3/11