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23 Jun, 17 tweets, 3 min read
"Le nove cifre degli indiani sono queste: 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con tali nove cifre, e con il simbolo 0, dagli arabi chiamano zefiro (vi ricorda lo zero?!), qualsiasi numero può essere scritto, come sarà dimostrato più avanti."
Con queste parole si apre uno dei libri che hanno permesso la nascita della matematica moderna, e con essa della teoria della probabilità (come si capisce bene da alcuni passi della "Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita" di Luca Pacioli).
Parliamo del Liber Abbaci di Fibonacci, all'anagrafe Leonardo Pisano.
In tale testo fondamentale, scritto in latino per la prima volta nel 1202, e seguito da diverse riscritture (la più nota quella del 1228), Fibonacci introduce in Italia e in Europa
il sistema numerico decimale indo-arabico e, soprattutto, i più importanti metodi di calcolo ad esso applicabili.
Per la matematica occidentale fu una rivoluzione: il nuovo sistema numerico permetteva di raggiungere livelli di sofisticazione e astrazione ben superiori a quelli
che, ad esempio, il sistema romano consentiva. Basti pensare che per i romani lo zero non era rappresentato.
Il Liber Abbaci fu un tale successo che ricevé l'approvazione formale di Federico Ruggero di Hohenstaufen, per gli amici Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero.
Insomma, meglio di un avvallo dei Ferragnez ai giorni nostri.
Nel Liber, Fibonacci spiega come distinguere unità, decine o centinaia; come risolvere addizioni e divisioni; come estrarre una radice quadrata; o come risolvere equazioni lineari e quadratiche.
E nel farlo accompagna sempre la teoria alla pratica, con tantissimi esempi, in campo contabile, attuariale, fisico e alchemico.
Famoso l'esempio dei conigli, che porta Fibonacci a scoprire l'omonima successione ((0),1,1,2,3,5,8,13,...), strettamente legata al numero di Fidia.
Ma immagino lo ricorderete dai tempi della scuola. Se non è così, it.wikipedia.org/wiki/Successio….
Avrete notato che ho parlato di matematica occidentale, quando ho detto che il Liber Abbaci è stata una vera rivoluzione. Perché solo occidentale?
Perché in realtà molti risultati contenuti nel Liber erano già noti altrove.
L'esempio più famoso sono i testi del matematico persiano al-Khwārizmī, vissuto tra l'ottavo e il nono secolo dopo Cristo, quindi circa 400 anni prima di Fibonacci.
Ora voi direte, e chi lo conosce questo al-Khwārizmī?!
Bene, provate a dire al-Khwārizmī velocemente un paio di volte, e capirete da dove abbiamo tirato fuori la parola "algoritmo," che in matematica oggi rappresenta una serie finita di operazioni che si svolgono per risolvere un problema.
Fino a tutto il Rinascimento, invece, un algoritmo era più precisamente un procedimento di calcolo numerico fondato sull'uso delle cifre indo-arabiche. Proprio loro.
E questo perché il nome del buon al-Khwārizmī era stato latinizzato in Algorithmi.
Le opere di al-Khwārizmī sono state fondamentali per ben capire come utilizzare i numeri indo-arabi. La sua opera più famosa "al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-jabr wal-muqābala," traducibile come "Compendio di scienza del calcolo con trasposizione e bilanciamento,"
è ritenuto il testo fondativo dell'algebra moderna. Lo stesso nome "algebra" deriva dalla parola al-jabr (trasposizione) contenuta nel titolo dell'opera. L'algebra è infatti la branca della matematica che si occupa di trasporre, ricomporre, aggiustare e completare
oggetti matematici che inizialmente erano i "semplici" numeri, ma che nel tempo sono diventati entità via via più astratte, come "insiemi di cose" caratterizzati dal alcune proprietà per manipolarle.
Se vi interessa, una copia del Liber Abbaci la trovate qui:

catalog.lindahall.org/discovery/full…
E qui una della Summa pacioliana:

icaew.onlineculture.co.uk/ttp/?id=b2f80d…

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22 Jun
Se è vero che la moderna teoria della probabilità si sviluppa durante il Rinascimento, sia per motivi filosofico-religiosi (nuovo antropocentrismo) che tecnici (prima di Fibonacci, e ancor più prima di Pacioli e Cardano, non avevamo gli strumenti matematici
per descrivere il caso), è anche vero che nell'antichità si ritrovano alcuni ragionamenti probabilistici di grandissimo interesse tecnico e storico (nel senso di storia della matematica).
Ad esempio in Lao Tzu e Sun Tzu si trovano riferimenti non banali ai concetti di rischio, incertezza e puro caso. Lao Tzu è stato uno dei primi a introdurre la distinzione tra "assumere un rischio" e "correre un rischio", distinzione fondamentale per l'approccio
Read 14 tweets
5 Jun
Che ne pensate della tesi di laurea?
Io sono favorevole a renderla opzionale, lasciando la possibilità allo studente di sostituirla con corsi aggiuntivi e/o stage.
La tesi può essere una grande opportunità di crescita personale, ma per tanti si riduce a scopiazzare qua e là.
E la colpa non è solo dello studente che la prende sottogamba, ma anche del docente accondiscendente, e dei tempi di ricerca e stesura che stanno diventando sempre più assurdi.
Se voglio continuare gli studi, tenderò a scegliere la tesi, per mostrare le mie capacità di fare
ricerca. Io leggo sempre le tesi di chi invito al colloquio di selezione per un posto di PhD: una tesi dice molto sul candidato.
Ma uno stage fatto bene è ugualmente formativo. Quando coordinavo la specializzazione di ingegneria finanziaria passavo molto tempo a stringere accordi
Read 7 tweets
17 May
Come prevedibile e previsto.
E la colpa è solo in minima parte della DAD (che poi DAD è stata in pochi casi, molto più spesso roba raffazzonata).
La dispersione scolastica è una caratteristica della scuola italiana da sempre, ma è più comodo trovare il singolo colpevole.
Un po' come quando la gente si scagliava (e si scaglia) contro i MOOC, perché avrebbero distrutto l'università.
Ovviamente tutta gente che non ha mai creato un MOOC, non ne ha mai seguito uno, e probabilmente manco conosce il significato della sigla.
La didattica a distanza (e i MOOC ne sono uno dei vari esempi) è uno strumento, né buono né cattivo, con limiti e pregi.
Se ti dai la zappa sui piedi, la colpa non è della zappa, sei tu incapace.
Read 4 tweets
10 May
Sunto scanzonato: certi modelli non funzionano a scopo predittivo, ma sono utili per "spaventare", perché la gente, inclusi gli esperti, tendono ad essere troppo ottimisti.

Ma gridare al lupo al lupo, in termini di risk management non è dannoso, di più.

theguardian.com/theobserver/co…
Il che non significa che non servano a nulla, come qualcuno sostiene.
Sono utilissimi, ma lo sono ex post, per capire e imparare, in vista della prossima pandemia, che tanto prima o poi arriva.

Questo scrivevamo un anno fa (nature.com/articles/s4156…): Image
Anche nel mio corso di "Applied Forecasting," insieme ad un esperto del calibro di @spyrosmakrid, faccio spesso la parte del bastian contrario.
Lo faccio perché penso che sia impossibile fare previsioni?
No, per il motivo opposto. Perché penso che il forecasting
Read 13 tweets
18 Mar
Volevo chiedere al CTS, se questo mio modello per i dati della pandemia può andare.
Non è il modello del magnifico Gerli, ma non riesco a fare di meglio.
Questi dati, purtroppo incompleti.
Questo il mio modello.
La precisione è entusiasmante!!!
Read 5 tweets
15 Mar
Con @nntaleb abbiamo scritto questo articolo ad aprile 2020, e le vittime stimate oscillavano mediamente attorno alle 134000.
A oggi sono morte ≈2.64 milioni di persone.
L'ultimo decile è vicino, ma spero ancora che ci si fermi prima.
nature.com/articles/s4156…
Sulla scia c'è stato un dibattito con Ioannidis, Cripps e Tanner, che in un articolo (sciencedirect.com/science/articl…) ci davano ragione sull'inefficacia dei vari modelli predittivi che spopolavano sui giornali, ma sostenevano fossimo (sintetizzo e estremizzo) dei gufi, delle cassandre.
A quell'articolo abbiamo risposto con questo (sciencedirect.com/science/articl…).
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