Che ne pensate della tesi di laurea?
Io sono favorevole a renderla opzionale, lasciando la possibilità allo studente di sostituirla con corsi aggiuntivi e/o stage.
La tesi può essere una grande opportunità di crescita personale, ma per tanti si riduce a scopiazzare qua e là.
E la colpa non è solo dello studente che la prende sottogamba, ma anche del docente accondiscendente, e dei tempi di ricerca e stesura che stanno diventando sempre più assurdi.
Se voglio continuare gli studi, tenderò a scegliere la tesi, per mostrare le mie capacità di fare
ricerca. Io leggo sempre le tesi di chi invito al colloquio di selezione per un posto di PhD: una tesi dice molto sul candidato.
Ma uno stage fatto bene è ugualmente formativo. Quando coordinavo la specializzazione di ingegneria finanziaria passavo molto tempo a stringere accordi
con aziende e istituzioni perché offrissero opportunità serie e retribuite ai nostri studenti. Se l'azienda è contenta del lavoro svolto (e si prende l'impegno di valutare), non serve avere 200 pagine a certificazione: basta una presentazione fatta bene, una visita in sede, etc.
Ovviamente dal lato accademico occorre vigilare perché lo studente non venga messo a fare fotocopie e portare caffè, e che il progetto sia di qualità.
Se poi uno preferisce sostenere esami extra, bene anche quello.
Lasciare libertà di scelta è sempre positivo.
Vorrei tornare al primo tweet, per evitare fraintendimenti.
"Renderla opzionale" non significa abolirla. Significa lasciare libertà di scelta ad adulti che hanno già studiato per anni, e che non sono bambini.
La libertà di scelta è un'opportunità. Perché fa tanto paura?
Mi fa piacere notare come tanti colleghi di diverse materie, magari non condividendo la mia visione, come è normale che sia, siano però favorevoli a discutere la cosa. Perché sono queste le cose rilevanti che andrebbero discusse, non le mille assurdità su cui perdiamo ore.
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Come prevedibile e previsto.
E la colpa è solo in minima parte della DAD (che poi DAD è stata in pochi casi, molto più spesso roba raffazzonata).
La dispersione scolastica è una caratteristica della scuola italiana da sempre, ma è più comodo trovare il singolo colpevole.
Un po' come quando la gente si scagliava (e si scaglia) contro i MOOC, perché avrebbero distrutto l'università.
Ovviamente tutta gente che non ha mai creato un MOOC, non ne ha mai seguito uno, e probabilmente manco conosce il significato della sigla.
La didattica a distanza (e i MOOC ne sono uno dei vari esempi) è uno strumento, né buono né cattivo, con limiti e pregi.
Se ti dai la zappa sui piedi, la colpa non è della zappa, sei tu incapace.
Sunto scanzonato: certi modelli non funzionano a scopo predittivo, ma sono utili per "spaventare", perché la gente, inclusi gli esperti, tendono ad essere troppo ottimisti.
Ma gridare al lupo al lupo, in termini di risk management non è dannoso, di più.
Il che non significa che non servano a nulla, come qualcuno sostiene.
Sono utilissimi, ma lo sono ex post, per capire e imparare, in vista della prossima pandemia, che tanto prima o poi arriva.
Anche nel mio corso di "Applied Forecasting," insieme ad un esperto del calibro di @spyrosmakrid, faccio spesso la parte del bastian contrario.
Lo faccio perché penso che sia impossibile fare previsioni?
No, per il motivo opposto. Perché penso che il forecasting
Volevo chiedere al CTS, se questo mio modello per i dati della pandemia può andare.
Non è il modello del magnifico Gerli, ma non riesco a fare di meglio.
Questi dati, purtroppo incompleti.
Questo il mio modello.
La precisione è entusiasmante!!!
Con @nntaleb abbiamo scritto questo articolo ad aprile 2020, e le vittime stimate oscillavano mediamente attorno alle 134000.
A oggi sono morte ≈2.64 milioni di persone.
L'ultimo decile è vicino, ma spero ancora che ci si fermi prima. nature.com/articles/s4156…
Sulla scia c'è stato un dibattito con Ioannidis, Cripps e Tanner, che in un articolo (sciencedirect.com/science/articl…) ci davano ragione sull'inefficacia dei vari modelli predittivi che spopolavano sui giornali, ma sostenevano fossimo (sintetizzo e estremizzo) dei gufi, delle cassandre.
Nel nuovo #dpcm verrà istituita la figura dello shopping facilitator, che permetterà di avere il #cashback comodamente da casa: tu telefoni al negozio, il negozio manda un fax col catalogo, tu ordini con sms, poi via App prenoti il facilitator, che viene a casa, prende la tua
carta di credito, va in negozio, la striscia per te, e fa una scansione dello scontrino elettronico, che ti invia tramite raccomandata AR, che puoi andare a ritirare in un padiglione primula, dove tutto ti sarà dato, una volta effettuato il vaccino, purché ci siano le siringhe.
Il bonus ti sarà infine corrisposto elettronicamente, tramite buono postale demateralizzato, convertibile in credito d'imposta per l'anno 2061/62, previa apposizione di speciale marca da bollo digitale da €16.17, disponibile presso tutte le edicole di città che iniziano per U.
Siamo in tempi di Cts, comitati vari e pool di esperti.
Alcuni un po' meno credibili di altri, viste le performance presenti e passate, ma qui decidiamo di parlare solo di quelli credibili.
Polli e galline da combattimento televisivo sono esclusi a priori. Sic est.
Ricorrere a pareri tecnici è un aspetto fondamentale di ogni seria decisione in ambito di rischio e incertezza. Su questo non deve esserci alcuna ambiguità.
La politica DEVE ricorrere agli esperti (ma non dovrebbe però poi usarli come scusa nel prendere le decisioni).
Ma è interessante notare come molti cadano in quella che è nota in teoria come la fallacia dell'unanimità, che recita più o meno così.
"Dobbiamo chiedere il parere di un comitato tecnico rispetto ad A, quindi ci aspettiamo che gli esperti esprimano un'opinione unanime su A."