Per il nostro esercizio di #paleografia di oggi rimaniamo nell’alto Medioevo ma torniamo in Italia per leggere qualche brano degli editti di #Liutprando, forse il più grande tra i re dei #Longobardi. Liutprando pubblicò i suoi editti ad integrazione di quello di #Rotari mezzo
secolo addietro. Il prologo e gli articoli che leggeremo sono raccolti in una compilazione di leggi longobarde scritta nell’XI sec. in una semplice #minuscolacarolina: il codice è conservato alla @britishlibrary e digitalizzato qui: bl.uk/manuscripts/Fu…
Leges quas Christianus
ac katholicus princeps instituere et prudenter censere disponit non sua providentia sed Dei nutu et inspiratione eas animo concepit, mente pertractans et salubriter opere complet, quia cor regis in manu Dei, et ubi voluerit inclinabit illud, attestante sapientissimo Salomone qui
ait Sicut impetus aquae ita et cor regis in manu Dei est si tenuerit eam omnia siccabuntur. Si autem clementer eas emiserit universa inrigantur et replentur suavitate. Quidem at apostolus Domini Iacobus in epistola sua edidit dicens Omne datum optimum et omne donum perfectum de
sursum est descendens a Patre luminum.
…
Ob hoc ego in Dei omnipotentis nomine Liutprand excellentissimus Christianus et katholicus Deo dilectae gentis Longobradorum rex, anno Deo propicio regni mei primo, pridie kalendarum marciarum, indicione undecima
...
1. Si quiscumque Longobardus sine filiis masculinis legitimis mortuus fuerit et filias reliquerit legitimas, ipsae ei in omni hereditate patris vel matris suę tamquam filii legitimi masculini heredes succedant. 2. Si quis Longobardus se vivente filias suas nuptui tradiderit et
alias filias in capillo in casa post mortem suam reliquerit tunc omnes ęqualiter in eius substantia heredes succedant. Tamquam filii masculini. 3. Si quis Longobardus sorores reliquerit et vivente eo ad maritum ambulaverint tantum habeant ex fratris facultate si ipse filios vel
filias reliquerit quantum in die votorum acceperunt quando ad maritum ambulaverunt.
La storia di questo codice è significativa ad illustrare perché purtroppo tanto del nostro patrimonio culturale è disperso per il mondo. Come detto, questa raccolta di leggi longobarde (e degli imperatori carolingi, sassoni e salii che le confermarono) fu compilata nell’XI sec.
in Italia settentrionale. Si sa che nel XVI sec. il manoscritto apparteneva al card. Silvio Antoniano treccani.it/enciclopedia/s… . Fin qui tutto bene. Nel XVIII sec. il manoscritto era in possesso del bibliofilo veneziano Maffeo Pinelli treccani.it/enciclopedia/m…
L’Italia del Settecento, il secolo dei cretini che si credevano furbi, degli ignoranti che si credevano colti, non sapeva che farsene di un codice manoscritto che conteneva “soltanto” le prime leggi della nostra nazione e, alla morte del Pinelli, la sua biblioteca fu acquistata
da un libraio inglese che, da bravo mercante dell'isola nebbiosa, la disperse allegramente all’asta: e fu cosi' che il codice venne acquistato nell’infausto 1789 dal neonato @britishmuseum e da allora si trova a Londra sui suoi scaffali.
Meditate gente, meditate...
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Ebbene sì, questo esercizio di #paleografia farà arrabbiare qualcuno, ma pazienza... Il documento risale ad un’epoca in cui il sacramento del #Battesimo era preso con molta serietà: si tratta di un editto del re di Francia #LuigiVII che riguarda gli Ebrei relapsi, ossia
convertiti al cristianesimo e pertanto battezzati ma poi tornati a praticare la religione ebraica. A questi Ebrei, Luigi VII commina l’esilio dalla Francia e, se venissero catturati, la pena capitale e lo smembramento. Ribadisco: il documento risale ad un’epoca in cui al valore
del Battesimo si credeva con forza. A dimostrazione di ciò, l’editto non colpisce in nessun modo gli Ebrei che siano rimasti tranquillamente a praticare la propria religione.
L’editto fu emesso a Parigi nel 1144 ed è scritto in eleganti caratteri gotici. Si trova oggi conservato
Per il nostro esercizio di #paleografia di oggi diamo un’occhiata ad un documento eccezionale: la bolla #LaetenturCoeli con la quale, al termine del #ConciliodiFirenze, il 6 luglio 1439, venne proclamata l’unione della Chiesa Latina e della Chiesa Greca. La metà sinistra della
bolla è scritta in latino e firmata dal papa #EugenioIV e dai padri conciliari occidentali; la metà destra della bolla è scritta in greco e firmata dall’imperatore #GiovanniVIIIPaleologo e dai padri conciliari orientali. La scrittura latina è una tarda gotica curiale del XV sec.,
mentre la prima riga è nella scrittura elongata tipica dell’incipit dei documenti solenni. Il documento è conservato alla @bibliovaticana e digitalizzato qui digi.vatlib.it/view/MSS_Ott.g…
Trascrivo l’inizio e la fine della bolla, aggiungendo alcuni commenti sull’aspetto del diploma.
L’esercizio di #paleografia di oggi è una curiosità che ci arriva dalle nebbie altomedievali dell’Inghilterra anglosassone, prima della conquista normanna. Si tratta di una carta dell’anno 962 mediante la quale il re sant’#EdgardoilPacificoit.wikipedia.org/wiki/Edgardo_d… cede un
appezzamento di terreno ad una matrona di nome Etelfleda. La scrittura è una elegante e rigorosa #insulare: si notino le forme particolari della “r”, della “s” e della “e”. Dal punto di vista dei caratteri intrinseci, i diplomi dei re anglosassoni si caratterizzano per un’arenga
(il preambolo del diploma) di carattere molto solenne, a volte decisamente pomposo. Inoltre, i diplomi anglosassoni sono come sempre in latino, ma presentano anche una traduzione in antico inglese (#OldEnglish), si vedano le righe 12-15 di questo diploma. Questa bella usanza
For today's #palaeography challenge, we have a charter granted by emperor #FrederickII to abbot Benedict of #SantApollinareinClasse. The charter is written in an elegant Gothic script of the early XIII c.
Transcription of the first couple of lines follows in the next tweets.
FRIDERICUS Dei gratia Romanorum Imperator semper augustus, Ierusalem et Sicilie Rex, Comiti Romaniole, Ravennatibus, Vicecomiti Arymine, Aryminensibus civibus, hominibus Lonzanensibus, Cesenatibus, Forolivensibus, Cerviensibus, Sarsanensibus, et Universis civitatibus et civitatum
rectoribus, atque comitatibus civitatum et locorum, et aliis quibuscumque presentes litteras inspecturis fidelibus suis gratiam suam et bonam voluntatem. Notum facimus universiotati vestre quod Benedictus venerabilis abbas sancti Apollinaris in Classe fidelis noster quedam