Thread #paleografico e storico sui calendari medievali. In ogni #messale manoscritto medievale si trovava sempre un calendario, che data la natura permanente del messale doveva essere per forza un calendario “perpetuo” ossia valido per ogni anno. Esaminiamo la pagina del mese
di novembre di questo bellissimo messale scritto alla metà del XIV secolo in un’elegante #LitteraBononiensis per il cardinale #BertranddeDéaulx. Si tratta del codice Arch.Cap.S.Pietro.B.63 della @bibliovaticana digi.vatlib.it/view/MSS_Arch.…
Ogni pagina del calendario cominciava con le
iniziali KL (kalendas) ad indicare il primo giorno del mese secondo il sistema romano. La prima rubrica dice come veniva chiamato il mese di novembre presso Ebrei e Greci “November apud Hebreos dicitur caslev, apud Grecos dicitur dyos”.La seconda riga cita il “versus de mensibus”
relativo a novembre: Quinta novembris obest, nulli lux tercia prodest. In quasi ogni calendario medievale infatti ogni mese ha associato un verso poetico che menziona il segno zodiacale, oppure il numero dei giorni solari / lunari, la tradizioni romane legate a quel mese, le
condizioni meteorologiche del mese, i giorni infausti (detti “giorni egizi”) del mese stesso, ecc.

La terza riga ci da il numero di giorni solari, lunari e la lunghezza del giorno e della notte: November habet dies XXX, luna XXX. Nox habet horas XVI, dies VIII.

Ora esaminiamo
le colonne del calendario. La prima colonna a sinistra con numeri romani in rosso indica il “numero aureo” ossia quel numero da 1 a 19 che indica il posto di ogni anno all’interno del ciclo lunare di 19 anni: it.wikipedia.org/wiki/Numero_au… Prendiamo ad esempio il primo numero della
colonna ossia XIII (13): ciò significa che, negli anni con numero aureo 13, la luna nuova cadeva in quel giorno. I numeri romani della prima colonna variano quindi tra I (1) e XIX (19).

La seconda colonna del calendario contiene la “littera dominicalis”, le prime 7 lettere
dell’alfabeto dalla A alla G, a cominciare dal 1 gennaio che è sempre indicato con la A. Ogni anno aveva associata una di queste sette lettere. Ad esempio, l’anno 1405 era un anno D, quindi nel 1405 le domeniche cadevano nei giorni indicati con la lettera D e cosi' via.
La terza e la quarta colonna in rosso indicano il giorno del mese secondo il calendario romano (calende/none/idi). Si comincia col primo giorno KL November, il secondo è IIII nonis, il terzo III nonis e così via secondo il sistema romano. L’ultima colonna, che ovviamente
costituisce il cuore del calendario è quella con le feste dei santi per il mese, espresse in latino al caso genitivo perché si sottintende “festum” o “natale”. Vediamo. Al primo del mese abbiamo Festivitas omnium sanctorum, che è rubricata (cioè scritta in rosso) per indicarne la
solennità. Al 2 novembre abbiamo Commemoratio defunctorum. Al 9 novembre (ossia V idus) abbiamo Dedicatio Basilice Salvatoris, ossia le dedicazione della Basilica Lateranense. All’11 novembre (III idus) abbiamo Sancti Martini episcopi et confessoris, la festa di san Martino di
Tours. Al 17 novembre (XV kal.) segna l’ingresso del sole nel segno del sagittario Sol in sagittario. Oggi 18 novembre (XIIII kal.) segna la Dedicatio Basilice apostolorum Petri et Pauli, festa che commemora congiuntamente la dedicazione della Basilica Vaticana e di quella di
S. Paolo fuori le Mura. Al 19 novembre (XIII Kal.) ricorda Sancti Potiani pape et martyris et Sancte Helisabeth (S. Elisabetta d’Ungheria, in rosso). Al 22 novembre (X kal.), anch’essa rubricata, è la festa Sancte Cecilie virginis et martiris (auguri a tutti i musicisti! 🎻).
Al 23 novembre (IX kal.) Sancti Clementis pape et confessoris et Sancte Felicitatis. La nota rubricata ci dice che il 23 novembre comincia l’inverno (dal pdv meteorologico, non astronomico): Festum Clementis hyemis capud est orientis. Al 25 novembre (VII kal.) ricorda Sancte
Catherine virginis et martyris, festa di S. Caterina d’Alessandria. Il 30 novembre (II kal.) ricorda Sancti Andree apostoli (festa di S. Andrea apostolo). Il calendario si conclude con un versus de mensibus sui giorni infausti: Est octava canis, et quarta videtur inanis.

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10 Nov
Facciamo un po’ di cara vecchia diplomatica esaminando la struttura tipica di una bolla pontificia: prenderemo ad esempio una bolla di #InnocenzoIII del 1213. La prima riga della bolla è scritta sempre in “litterae elongatae” e reca il nome del papa seguito da “episcopus servus
servorum Dei”: in questo caso abbiamo appunto “Innocentius episcopus servus servorum Dei” seguito dal nome del destinario o dei destinatari al caso dativo, qui “dilectis filiis Grimaldo” ecc. La prima riga si conclude sempre con la sigla “In pp m” = “In perpetuam memoriam”.
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10 Nov
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