Disporre del corpo delle persone è molto più facile che lavorare per affrontare davvero una pandemia. Richiede pianificazione, lungimiranza e dibattito politico.
Meglio creare un'ideologia per distorcere la realtà a proprio favore e ottenere il supporto della maggioranza.
È il modus operandi di qualsiasi Stato per affrontare ogni situazione critica per la propria sopravvienza:
La guerra è giusta perché..
Le tasse sono giuste perché..
Il lavoro in presenza è giusto perché..
Il monopolio sulla moneta è giusto perché..
La pandemia non è diversa.
La pandemia non è una questione di salute, ma economica. Si porta dietro molte implicazioni di rilievo economico che minacciano la sopravvivenza dello Stato.
L'ha confermato anche Brunetta, il green pass non è mai stato una misura sanitaria.
Se lo Stato avesse interesse a tutelare la salute, in questi due anni avremmo assistito ad una vera e propria rivoluzione del sistema sanitario nazionale.
Sembra la conseguenza logica di una pandemia no? Assicurarsi che tutti abbiano accesso a cure adeguate.
Invece no.
Hanno sono stati spesi più di 1,4 miliardi di euro per la campagna vaccinale in Italia, che continuerà anche nel 2022.
Nonostante la scarsa efficacia dei vaccini non si è fatto nulla per potenziare il SSN, incentivare il lavoro da remoto o ripensare i luoghi pubblici.
Invece si è preferito puntare tutto su green pass, inutile dal punto di vista sanitario, e creare ad hoc un cattivo pubblico (il "novax") per sfogare tutta la frustrazione della popolazione - che però ha continuato a lavorare e produrre.
Chi ha vinto in questi 2 anni?
Ha vinto lo Stato, con un bonus di 230 miliardi da investire in progetti che serviranno solo a potenziare ancora di più la sua capacità di sopravvivenza.
Noi invece siamo sempre più divisi, sempre più poveri, sempre meno liberi, sempre più controllabili. mises.org/library/anatom…
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La moratoria sull'identificazione biometrica nei luoghi pubblici non copre i trattamenti effettuati dalle autorità nell'ambito di quanto previsto dal Dlgs 51/2018. Che significa? Niente di buono...
La moratoria non copre l'uso di sistemi di identificazione biometrica (tipo riconoscimento facciale) per la prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati.
Cioè esattamente l'unico motivo per cui vengono usati dalle autorità pubbliche. Che è ridicolo posso dirlo?
Insieme alle modifiche dell'art. 2 sexies del codice privacy il legislatore potrebbe perfino aver abilitato l'uso di sistemi di identificazione biometrica con un semplice atto amministrativo.
Su questo devo rifletterci meglio perché ora sono in treno, ma se così fosse...
Il Senato ha approvato, in sede di conversione, un emendamento al DL 127 che permetterà ai dipendenti di poter consegnare il Green Pass al datore, per evitare di dover essere controllati ogni giorno. Oggi tocca alla Camera.
Passa come "semplificazione", ma è l'esatto contrario.
Come sottolineava stamattina @vitalbaa, questa nuova possibilità potrebbe invece causare degli oneri aggiuntivi per le imprese, oltre a rischi per le persone.
I motivi sono diversi, ma tutto ruota intorno alla normativa privacy. Cerco di fare una sintesi estrema in pochi punti.
1) Un problema è il consenso dei dipendenti: è sempre viziato per definizione. Lo dicono la Cassazione e le Autorità europee. Il motivo riguarda il rapporto di subordinazione.
Se il consenso è viziato, l'azienda che riceve i GP commette un illecito.
Un emendamento al DL 127 prevede che il dipendente possa consegnare copia del GP al datore, che quindi non dovrà più controllarlo per tutta la sua durata.
Come per il DL Capienze anche qui si parla di "semplificazione", ma...
... la semplificazione si traduce anche in questo caso in meno tutela per i dei diritti delle persone.
Il GP è un documento che contiene dati sanitari. Questi dati possono essere usati dal datore per discriminare tra chi è vaccinato e chi invece no.
In caso di data leak...
...questi dati possono essere rubati. Sappiamo che c'è un mercato nero di green pass fiorente.
Farsi rubare il GP significa che verrà poi disattivato, e la persona rimarrà senza fino a nuova emissione. Col rischio di essere sospesa dal lavoro. Senza contare il furto d'identità.
Privacy Network (@privacynetwork_) nasce da un'idea semplice: portare privacy e diritti digitali fuori dai circoli degli accademici e degli esperti.
L'idea ci è venuta dopo aver partecipato all'ennesimo convegno inutile in cui si parlava tanto, ma c'era ben poco di concreto.
Inizialmente voleva essere solo un progetto di divulgazione. Nel tempo però abbiamo capito che potevamo, e dovevamo, fare di più.
Oggi Privacy Network si è conquistata un posto tra le organizzazioni più rilevanti in Italia per la difesa di privacy e diritti digitali.
Il 2021 è stato un anno importante. Nel nostro piccolo siamo riusciti a portare alcuni temi importanti nel dibattito pubblico, anche in sedi istituzionali e politiche.
La strada è in salita, basta vedere le ultime involuzioni normative. Ma per questo bisogna fare sempre meglio.
Tra chi grida al fascismo e alla dittatura, da una parte e dall'altra, non si capisce più niente. Il motivo è che questi sono concetti obsoleti, figli del loro tempo.
Oggi il modo di esprimere il Potere non è quello del 1920. L'information technology ha cambiato tutto.
Viviamo nella società dell'informazione, una società cioè basata sui dati e sui flussi informativi. Oggi tutto converge lì.
La realtà non viene plasmata a forza di manganellate e omicidi, ma con algoritmi, propaganda automatizzata, e censura online.
Non è un caso che tutta la normativa degli ultimi anni abbia a che fare con i dati e con il rapporto tra manipolazione dell'informazione e libertà d'espressione.
Anche leggi che apparentemente non c'entrano nulla, come quella sul copyright, hanno una grande influenza su questo.
"Decreto capienze" e sorveglianza di massa nascosta. Il rischio c'è, ed è concreto. Prendiamo un caso pratico, di questi giorni.
L'uso di sensori a Verona per monitorare il traffico pedonale attraverso la scansione dei dispositivi in un determinato luogo e tempo.
Sorvoliamo un attimo sulla liceità di questa attività, ci torno dopo.
Col decreto capienze ogni PA potrebbe riempire le strade di sensori di questo tipo, che acquisiscono centinaia di migliaia di dati,senza bisogno di una legge, e quindi senza alcuna trasparenza.
Non solo. Il Decreto prevede anche la possibilità di comunicare a terzi (altre PA, polizia, intelligence, fornitori) i dati senza norma di legge. Basta la decisione di un dirigente.
Ugualmente, anche altri enti possono richiedere questi dati. Tipo il Ministero dell'Interno.